“M5S SEMBRA IL NOME DI UNA NUOVA AUTO”

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1 - SPORT E POLITICA LE RAGIONI DEL SILENZIO
Gianni Mura per "la Repubblica"

A i cittadini del MoVimento 5 Stelle non piace esser chiamati grillini. Li capisco. Per questo mi arrovello per trovare una definizione che vada bene a tutti. Mo.ci.ste, sull'onda di Cariplo, fa pensare a un gigante lanciato da un film del 1914. Scartare. Movimentisti è troppo vago, possono sorgere anche altri movimenti. Scartare. Stellari fa pensare alle guerre. Scartare. Stellati fa pensare ai ristoranti della Michelin. Scartare. Stellini fa pensare a un calciatore coinvolto nel calcioscommesse.

Scartare. Stelline fa pensare alle orfanelle o a una pastina in brodo. Scartare. Pure cittadini, se vogliamo, può creare confusione. Sono cittadino anch'io, ma non siedo in Parlamento. Le cinque stelle da tempo si attribuiscono ad alberghi non per tutte le tasche. Ci.ste fa pensare a una sala operatoria, anche se è più corretto scrivere cisti. Scartare comunque. Pentastellati suona aulico. Scartare. M5S è abbreviabile, anche se sembra il nome di una nuova auto. Ma non porta a un aggettivo come socialisti, comunisti, liberali, missini, democristiani. E qui mi arrendo, qui mi impantano.

2 - L'AMACA
Michele Serra per "la Repubblica"


Negli ambienti diplomatici circola un test, da sottoporre ai laureandi in politica internazionale e agli aspiranti ambasciatori come prova cruciale di ammissione. Il test è composto di una sola domanda: attraverso quali decisioni e quali atti ufficiali sarebbe possibile peggiorare le prestazioni del governo italiano nel caso dei due marò contesi con l´India?

Queste le possibili risposte. A - Restituire uno solo dei marò tenendosi l´altro. B - Restituirli tutti e due, però muniti di turbante perché possano fingere di essere indiani e passare inosservati tra la folla. C - Pretendere che il tribunale indiano sia presieduto da un ammiraglio italiano in alta uniforme, accompagnato dalla Banda della Marina. D - Affidare la difesa dei due marò all´avvocato Taormina.

E - Sostenere nel processo in India che le vittime non potevano essere pescatori indiani, perché gli indiani non sanno pescare. F - Pretendere dalle autorità indiane un congruo risarcimento per lo spreco di pallottole. G - Ricoverare i due marò al San Raffaele per accertamenti su un´eventuale uveite. H - Sostenere che la giurisdizione sull´Oceano Indiano è notoriamente di competenza della Pretura di Caserta. I - Invadere l´India. L - Indire una conferenza stampa e scoppiare in un pianto dirotto.


3 - SE TRAVAGLIO DIVENTA L'UGO INTINI DI BEPPE GRILLO
Filippo Facci per "Libero"

Marco Travaglio che scrive un articolo contro i portavoce di Beppe Grillo è roba da psicoanalisti, è una lotta intestina, una faida interna. Eppure è accaduto. I due blogger mandati a Roma da Casaleggio (li ha spediti via skype) hanno reso evidente che forse sarà necessario, per i due portavoce, assoldare dei portavoce: al punto che Travaglio se l'è presa con loro.

Li ha soavemente definiti complottisti, casinari, si è addirittura lamentato che uno dei due abbia definito i giornalisti come «pseudo-omuncoli» e «spalamerda»: arti diplomatiche di cui Travaglio pretende l'esclusiva. Colpisce che il vice-direttore del Fatto, già portavoce e ghostwriter di se stesso (per opinare a Servizio Pubblico deve scriversi i discorsi) pontifichi anche su come debba svolgersi la professione di portavoce di un gruppo in Parlamento, luogo dove lui non ha mai messo zampa in vita sua. Ma colpisce, ancor di più, un sottinteso travagliesco che pare questo: i portavoce di Grillo, quelli che danno la linea, ci sono già, e siamo noi del Fatto Quotidiano. Travaglio l'ha scritto, anche se forse non lo sa.

Reduce dai grandi successi ottenuti da portavoce di Antonio Di Pietro e Antonio Ingroia (scomparsi, polverizzati) il becchino di Torino difende un ruolo che gli appartiene in toto: l'Ugo Intini di Beppe Grillo. Ma pare più come portasfiga che portavoce, e Grillo dev'essersene accorto.

 

Filippo Facci Marco Travaglio Beppe Grillo MICHELE SERRA