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LA MAGGIORANZA ORMAI LITIGA SU TUTTO, GOVERNO NEL CAOS SUL DECRETO AIUTI - DRAGHI APRE AL M5S, ESPLODE L’IRA DEL CENTRODESTRA - SCONTRO SUL SUPERBONUS, I PARTITI CERCANO UN'INTESA PER NON COSTRINGERE IL GOVERNO A PORRE LA FIDUCIA – LA LEGA ACCUSA: “SIAMO FERMI DA TUTTO IL GIORNO PER I LITIGI INTERNI AL CENTROSINISTRA, CHE RISCHIANO DI BLOCCARE 15 MILIARDI DI AIUTI PER FAMIGLIE E IMPRESE” – “IL TEATRINO A CUI STIAMO ASSISTENDO È INACCETTABILE”, ACCUSANO I FEDELISSIMI DI DI MAIO: “BASTA CERCARE PRETESTI PER CREARE INSTABILITÀ”
Niccolò Carratelli per la Stampa
Trattative a oltranza e un rinvio dietro l'altro. Per tutta la giornata la maggioranza di governo si aggroviglia intorno al decreto Aiuti, rimasto bloccato sull'uscio dell'aula di Montecitorio. Si cerca un compromesso accettabile per tutti i partiti, così da non costringere il governo a porre la fiducia sul provvedimento, che deve essere convertito in legge entro dieci giorni (scade il 16 luglio) e, dopo la Camera, deve passare al Senato.
Invece, a metà pomeriggio, Federico D'Incà si presenta davanti ai deputati per chiedere l'ennesimo rinvio dei lavori a questa mattina: «La complessità politica della vicenda ha imposto il massimo approfondimento, determinando un ritardo - spiega - Con la presidenza del Consiglio valuteremo come procedere».
Il ministro per i Rapporti con il Parlamento, da esponente M5s, sa di cosa parla, perché è proprio il Movimento a impuntarsi su una richiesta di modifica alla norma sul Superbonus edilizio del 110%. La mediazione individuata prevederebbe un emendamento, che punta a eliminare la responsabilità in solido delle banche per eventuali irregolarità legate ai crediti ceduti. Ma si scontra quasi subito con un problema di coperture, circa 3 miliardi, sulle quali sia palazzo Chigi che il ministero dell'Economia non danno parere favorevole.
Senza questo intervento, i Cinque stelle continuano a opporsi alla richiesta di fiducia da parte del governo, minacciando di non votarla, proprio alla vigilia dell'incontro di oggi tra Giuseppe Conte e Mario Draghi.
«Spero e penso che ci sarà un passo avanti nel chiarimento fra loro», dice il segretario Pd Enrico Letta. Il premier vorrebbe evitare forzature, fa filtrare la «massima disponibilità» dell'esecutivo a trovare una soluzione. Se entro questa mattina si raggiunge un'intesa, il decreto Aiuti potrebbe tornare nelle commissioni Bilancio e Finanze della Camera per un breve passaggio, con la presentazione di un maxiemendamento che recepisca la modifica sul Superbonus e, a quel punto, il governo potrebbe porre la questione di fiducia, senza temere incidenti parlamentari.
L'impressione è che l'epilogo sarà comunque questo, anche senza un accordo. Lo scontro nella maggioranza, del resto, è già salito di livello, perché non tutti apprezzano la pazienza di Draghi nei confronti dei 5 stelle. A cominciare dagli ex compagni di partito: «Il teatrino a cui stiamo assistendo è inaccettabile. - dicono da Insieme per il futuro, il gruppo di Luigi Di Maio - Basta cercare pretesti per creare instabilità». Perfetta sintonia con Italia Viva: «Il Movimento sta facendo di tutto per mettere in difficoltà il governo - attacca il presidente dei renziani Ettore Rosato - Sono imbarazzanti: ostruzionismo e obiezioni incomprensibili, solo per il loro modesto interesse di parte».
GIUSEPPE CONTE DOPO L INCONTRO CON MARIO DRAGHI A PALAZZO CHIGI
Accuse che si sommano a quelle della Lega: «Siamo fermi da tutto il giorno per i litigi interni al centrosinistra, che rischiano di bloccare 15 miliardi di aiuti per famiglie e imprese», dettano alle agenzie fonti del Carroccio, mentre il capogruppo alla Camera, Riccardo Molinari, aggiunge: «Il campo largo è in difficoltà, si sta stringendo». Immediata la replica dal Nazareno, dove si sottolinea come il Pd sia «impegnato per un'approvazione rapida del decreto, con serietà sta operando per superare complicazioni - assicurano - mentre altri, come la Lega, per nascondere le proprie difficoltà inventano divisioni che non esistono». La capogruppo dem a Montecitorio, Debora Serracchiani, rafforza il concetto:
«Se si può migliorare un testo, come con il Superbonus, che va nell'interesse degli italiani, noi siamo sempre favorevoli - spiega - ma nessunissima tensione tra Pd e M5s, citofonare centrodestra». Certo è che, 5 stelle a parte, tutta la maggioranza è d'accordo a votare la fiducia e approvare il decreto Aiuti così com' è. Basta un segnale da parte di Draghi.
mario draghi giuseppe conteu
matteo salvini 6
MARIO DRAGHI GIUSEPPE CONTE
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