DALLE STALLE ALLE CINQUE STELLE - IL NUOVO MAO SI CHIAMA XI JINPING ED L’UOMO GIUSTO AL POSTO GIUSTO: CHIMICO ED INGEGNERE, ESPERTO DI TRASFORMAZIONE DEL LETAME IN ENERGIA - IL DELFINO DI HU JINTAO PROSSIMO ALLA SUCCESSIONE DETTERÀ LA NUOVA LINEA DELL’IMPERIALISMO CAPITALCOMUNISTA - L’INCONTRO CON OBAMA CONFERMA LA SUA PASSIONE PER L’OCCIDENTE: FIGLIA AD HARVARD E FIRST LADY GLAMOUR, LA BELLA CANTANTE POP PENG LIYUAN…

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Giampaolo Visetti per "la Repubblica"

San Valentino sta per benedire l´incontro tra due aspiranti partner molto speciali. Il 14 febbraio il vicepresidente cinese, Xi Jinping, ha appuntamento alla Casa Bianca con il presidente americano Barack Obama. Il primo è uno semisconosciuto tecnocrate di Pechino, fino ad oggi noto in patria solo in qualità di marito dell´affascinante cantante pop Peng Liyuan. Il secondo è il leader uscente degli Usa, consegnato alla storia come il primo presidente di colore.

La coppia presenta una singolare qualità: considerate le difficoltà dei repubblicani statunitensi, alla fine del 2012 i due si trasformeranno giocoforza nel tandem destinato a guidare il pianeta nel prossimo quinquennio. La rielezione di Obama, crisi permettendo, appare assai probabile. L´ascesa di Xi Jinping al trono del partito comunista cinese, per dieci anni, è invece certa. La differenza tra le prime due potenze del mondo è semplice: gli americani sono chiamati alle urne, i cinesi no. Grazie a questo dettaglio, di Obama si sa quasi tutto e di Xi Jinping quasi niente.

Il fatto che la seconda economia del pianeta si appresti a farsi governare da un mistero vivente è la ragione che spiega l´eccezione al protocollo promossa dalla Casa Bianca e accolta con entusiasmo nella Città Proibita: Obama vuole conoscere personalmente e in anticipo l´uomo con cui dovrà misurarsi nel corso del suo secondo mandato. La trasferta, tra il 13 e il 22, porterà Xi anche in Irlanda e Turchia. Conclude un lungo giro di visite di cortesia, iniziato da un paio d´anni e che già ha informalmente accreditato il successore di Hu Jintao anche in Europa.

È però il primo viaggio in cui Xi Jinping viene ufficialmente presentato da analisti e media internazionali, cinesi compresi, come il «nuovo leader» di Pechino. Obama, per capire chi è, non ha scelto a caso il giorno di San Valentino. Le primarie repubblicane scoppiano di retorica anti-cinese, argomento estremo per recuperare i voti dell´America atterrita dal suo tramonto. Lo stesso presidente, nel discorso sullo stato dell´Unione, è stato costretto ad agitare lo spettro dell´invasione-gialla. Il momento era dunque perfetto per dimostrare al Paese il coraggio di afferrare il toro per le corna, tendendo allo stesso tempo la mano al proprio, preoccupato e stizzito, banchiere dell´Oriente.

La posta in palio porta a concludere che alla Casa Bianca, tra i due innamorati-obbligati, la festa si risolverà felicemente ma in bianco. Il presidente Usa, fermo e conciliante, ufficialmente non può assumere impegni successivi all´autunno. Il vice-presidente cinese, deciso e trionfante, non può invece prendere decisioni prima.

A Washington e a Pechino tutta l´attenzione si concentra così sull´uomo dell´Oriente, cresciuto come «figlio di» e maturato come «marito di». Fino al 18° congresso del partito comunista cinese, in ottobre, essere la spalla di qualcuno è il destino del «delfino di» Hu Jintao. Per Xi Jinping la liturgia del potere, che per la terza volta annuncia un passaggio di consegne autoritario ma naturale, prevede la leadership del partito in autunno, la presidenza della nazione nel marzo 2013 e il controllo dell´esercito nel 2014. Il suo profilo supera però l´apparente continuità del regime e incarna già oggi la consumazione di un mutamento storico della Cina.

Hu Jintao, 68 anni e discepolo di Deng Xiaoping, chiude l´epoca dell´ideologia ossessionata dalla repressione politica interna e dall´apertura al capitalismo. Xi Jinping, 58 anni e allievo del riformista Hu Yaobang, defenestrato alla vigilia della rivolta di piazza Tiananmen, inaugura l´era della quinta generazione dopo Mao Zedong, investita da una sola missione: rendere la Cina stabilmente ricca e proiettare il suo potere all´esterno. Il profeta del nuovo imperialismo capitalcomunista ha le carte in regola. Figlio di Xi Zhongxun, compagno di rivoluzione di Mao e da questi epurato per due volte, come tutti i cinesi è stato educato dalla sofferenza.

Sottratto alla scuola per purgare il padre, durante la Rivoluzione Culturale ha trascorso sette anni in campagna ad allevare maiali. Viveva in una grotta quando gli fu concesso di tornare nella capitale e di laurearsi in chimica ed ingegneria. Bambino prodigio della scuola del partito, leader dei «principini rossi» di sangue reale, conservatori e contrapposti ai «tuanpai» riformisti di estrazione popolare, si è affermato alla fine degli anni Novanta come governatore di Fujian e Zhejiang e infine capo del partito di Shanghai.

Oltre a basso profilo, incorruttibilità, prudenza e impressionante capacità di lavoro, è accreditato di una dote: sa creare e tutelare capitali altrui, pubblici e privati. È questa capacità di creare ricchezza che sta per regalare alla Cina la prima first lady glamour della sua storia. Xi Jinping, partendo dallo Iowa prima di incontrare la figlia che studia ad Harvard, riscopre l´ultimo mistero del suo passato americano.

Era il 1985, prima visita negli Usa come esperto di trasformazione del letame in energia. Da una porcilaia alla guida del mondo in 27 grigissimi anni. Per questo Obama vuole capire chi è il suo partner di San Valentino: e teme il regalo cinese che l´ex «figlio di» gli porterà.

 

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