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“IL PROSSIMO PAPA? ALLA FINE SI DOVRÀ CONVERGERE SU UNA CANDIDATURA DI COMPROMESSO” – LA PROFEZIA DI MASSIMO FRANCO: “C’È CHI PREVEDE CHE, QUANDO TRA UNA DECINA DI GIORNI COMINCERANNO LE VOTAZIONI, DALLE RIUNIONI PREPARATORIE DOVREBBE EMERGERE CON CHIAREZZA CHE NON ESISTONO LE CONDIZIONI PER UN CANDIDATO ‘FORTE’, NEL SENSO DI ESPRESSIONE DI UNA PARTE MAGGIORITARIA, CON UN PROFILO DOTTRINALE MARCATO, IN GRADO DI IMPORSI A UNA MINORANZA IRRIDUCIBILE DI SCONTENTI. IL PROFILO EMERGERÀ ALMENO ABBOZZATO NELLA DISCUSSIONE GIÀ IN ATTO NELLE CONGREGAZIONI” – I 133 CARDINALI ELETTORI PROVENGONO DA 71 PAESI, MOLTI DI LORO NON SI CONOSCONO: NEL “PRE-CONCLAVE” DELLE CONGREGAZIONE GENERALI SI MATERIALIZZERA' LA SCELTA DEL FUTURO PONTEFICE...
1 - PER I 133 CARDINALI È ARRIVATO IL MOMENTO DI CONOSCERSI (E NON DIVIDERSI)
Estratto dell’articolo di G.G.V. per il “Corriere della Sera”
CARDINALI DELLA CHIESA CATTOLICA
[…] Sarà il raccoglimento dei funerali, l’emozione. O magari lo spettacolo di quel popolo che accompagnava la bara di Francesco lungo le strade di Roma, e la responsabilità che ne deriva. Fatto sta che tra i cardinali si fa sempre più strada la consapevolezza che non è il momento di dividersi. Che la Chiesa ha bisogno di un Conclave rapido […]
Il primo Papa gesuita della storia aveva fatto del Sinodo dei vescovi uno strumento fondamentale, come se convocasse la Chiesa a fare gli Esercizi spirituali di Ignazio di Loyola. E ha ripetuto innumerevoli volte che non era «un parlamento» né «un dibattito televisivo», ma un’esperienza essenzialmente ecclesiale e religiosa […] Non è sempre andata così, per la verità.
CARDINALI DELLA CHIESA CATTOLICA
I cinque Sinodi convocati da Bergoglio sono stati scanditi anche da spaccature, polemiche, ferite mai del tutto rimarginate. La speranza è che la «Chiesa sinodale» voluta da Bergoglio finisca per compiersi davvero nel Conclave che ne eleggerà il successore, anche solo per il tempo delle votazioni.
[…] Domani comincia la fase più delicata, alle 9 riprendono la congregazione generali che ogni giorno riuniscono tutti i cardinali, elettori e ultraottantenni che non entreranno nella Sistina. La prima congregazione generale si è riunita la mattina del 22 aprile, all’indomani della morte di Francesco, nell’aula del Sinodo. Ma nei primi giorni era inevitabile che la preoccupazione generale si concentrasse sulle questioni organizzative più urgenti.
CARDINALI DELLA CHIESA CATTOLICA
[…] Ora comincia il «preconclave» propriamente detto. I 133 elettori (sarebbero 135, ma due di essi hanno annunciato che non potranno venire per ragioni di salute) provengono da 71 Paesi, molti di loro non si conoscono. In teoria il nuovo Papa potrebbe essere anche scelto fuori dal Collegio cardinalizio, ma tutti sanno che il successore di Francesco è tra di loro. […]
Comincia […] il momento in cui i candidati si studiano, sapendo che dovranno scegliere una persona e non uno schieramento astratto. […] La «rivoluzione» di Francesco ha creato entusiasmi e inquietudini. È anche questo a far guardare anzitutto ai profili in partenza più conosciuti e in particolare ai cardinali italiani, più rassicuranti perché dotati di profili capaci di tenere insieme le differenze. Il segretario di Stato Pietro Parolin, l’arcivescovo di Bologna Mattei Zuppi. E il patriarca di Gerusalemme Pierbattista Pizzaballa […]
I CARDINALI DELLA CHIESA CATTOLICA
2 - IL CONCLAVE SENZA «NOME FORTE» VA ALLA RICERCA DI UN PACIFICATORE
Estratto dell’articolo di Massimo Franco per il “Corriere della Sera”
C’è un cartello virtuale appeso all’esterno della sala dove si riuniscono le congregazioni che sono una sorta di pre-Conclave. E un altro, identico, campeggia fuori dagli stucchi e gli affreschi michelangioleschi della Cappella Sistina dove i 133 cardinali voteranno. C’è scritto, anche se nessuno può vederlo ma solo immaginarlo: «Cercasi un pacificatore». Può sembrare singolare, dopo l’emozione e la partecipazione popolare che ha accompagnato papa Francesco da piazza San Pietro alla sua tomba nella basilica di Santa Maria Maggiore.
Ma da oggi l’esigenza di voltare pagina diventa urgente. Non per archiviare l’eredità preziosa dell’argentino Jorge Mario Bergoglio, ma per svilupparla e prenderne il meglio. Il cardinale Timothy Dolan, arcivescovo di New York e capofila dell’episcopato conservatore statunitense, ha detto in un’intervista alla rete televisiva Cbs che bisognerà affiancare al «cuore caldo di Francesco… più chiarezza nell’insegnamento, più raffinatezza della tradizione della Chiesa, più approfondimento dei tesori del passato».
CARDINALI DELLA CHIESA CATTOLICA
Quei più sono critiche neppure troppo larvate al pontificato argentino. […] Sono un’indicazione, però, degli umori di una parte della Chiesa. Ma la realtà profonda, e più difficile da affrontare, costringe a guardare in faccia divisioni dottrinali, geopolitiche e di potere che hanno segnato in maniera diversa il papato argentino e insieme quello del suo predecessore, Benedetto XVI. E restituiscono un cattolicesimo polarizzato e per questo indebolito nella sua postura internazionale, ma soprattutto interna.
CONCLAVE DELLA CHIESA CATTOLICA
«La Chiesa è come una palafitta costruita in modo perfetto», osservava qualche giorno fa un prelato che ne conosce ogni angolo: anche quelli più bui. «Togliere anche un solo asse rischia di farla crollare su sé stessa». Il primo asse sfilato alla Chiesa-palafitta è stata la rinuncia di Benedetto. E, se ha retto, è stato solo per l’azione coordinata e la collaborazione miracolosa tra Jorge Mario Bergoglio e Joseph Ratzinger.
Il secondo avrebbero potuto essere le dimissioni anche di Francesco, per motivi obiettivi di salute; oppure la sua creatività visionaria e le scelte anticuriali, come il fatto di abitare a Casa Santa Marta. Ma è stato lo stesso Bergoglio a scongiurarlo, morendo da papa.
Rimane, indubbiamente, un’eredità di contrasti profondi, e di «processi aperti», parola magica del pontificato, che si proiettano sul successivo: come un’opportunità e come un ingombro. Eppure, l’idea di un Conclave dove si consumeranno rese dei conti appare solo come uno scenario da incubo, che i più tendono a escludere.
La morte di Francesco tende a rendere meno divisa la Chiesa, se non altro perché «lui era il bersaglio e il parafulmine di molte tensioni», spiegano in Vaticano. […] Riproporre uno scontro tra «bergogliani» e «ratzingeriani» adesso significherebbe non capire che non solo cambia lo schema del Conclave, ed è inutile attardarsi su vecchie divergenze. […] Più che contrapporsi, il tema è di avvicinare sponde diverse […]
C’è chi prevede che, quando tra una decina di giorni cominceranno le votazioni, dalle riunioni preparatorie dovrebbe emergere con chiarezza che non esistono le condizioni per un candidato «forte», nel senso di espressione di una parte maggioritaria, con un profilo dottrinale marcato, in grado di imporsi a una minoranza irriducibile di scontenti.
Alla fine […] si dovrà convergere su una candidatura di compromesso. E il profilo emergerà almeno abbozzato nella discussione già in atto nelle Congregazioni. […]
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