“CHIARA, TI RICORDI QUANDO HAI AMMESSO A FEDEZ CHE TI SEI SCOPATA ACHILLE LAURO?” - IL “PUPARO” DEL…
Alessandro Alviani per “la Stampa”
Angela Merkel torna in Africa dopo cinque anni per provare a tradurre in pratica un principio che ricorre ormai da mesi nei suoi discorsi: bisogna contrastare direttamente sul posto le cause del fenomeno migratorio. «Dobbiamo interessarci molto di più dei destini dell' Africa, il bene dell' Africa è nell' interesse tedesco», ha avvertito prima di volare ieri in Mali, tappa inaugurale di una tre giorni che la vedrà oggi in Niger e domani in Etiopia.
Tornata a Berlino, la cancelliera incontrerà mercoledì il presidente del Ciad e venerdì quello della Nigeria. Un tour de force che evidenzia un cambio di percezione a Berlino: in passato la Germania, «a differenza di Italia e Spagna», non doveva porsi la domanda di come rapportarsi con l' Africa, «eravamo soddisfatti che qui non arrivassero rifugiati», mentre «oggi il problema è anche alle porte di casa nostra», ha ammesso Merkel sulla «Zeit»; abbiamo lasciato soli Spagna e Portogallo nel 2005 e ci siamo adagiati sul fatto che Gheddafi e Berlusconi controllavano il Mediterraneo, ha aggiunto giovedì.
CAMBIO DI ROTTA
Una svolta che va letta in un quadro più ampio. Non possiamo isolarci, «dobbiamo dare un contributo a combattere le cause dell' emigrazione, affinché il numero di quelli che arrivano da noi venga ridotto», ha spiegato alla Confindustria tedesca. Sul tema dei migranti Merkel si gioca molto: dopo la batosta alle regionali del mese scorso, ha promesso di voler impedire il ripetersi di una situazione come quella dell' anno scorso in Germania.
AZIENDE PIÙ IMPEGNATE
La sua strategia viaggia su più binari. La cancelliera ha esortato le aziende tedesche a impegnarsi di più in Africa (nella delegazione che l' accompagna non c' è però nessun imprenditore) e punta a migliorare le condizioni in loco per gli investimenti privati. Berlino vuole poi stringere coi Paesi di origine e transito dei migranti degli accordi sul modello di quello con la Turchia - un paragone, rivela lo Spiegel, che non piace alla Commissione Ue, la quale teme che Paesi come l' Egitto possano avanzare in cambio richieste economiche simili a quelle di Ankara.
IL MIGRATION COMPACT
La cancelliera intende anche affrontare il capitolo Migration compact, non solo col Mali, ma soprattutto col Niger, uno dei Paesi più poveri del mondo, diventato uno Stato chiave per le rotte migratorie: ogni anno dalla sola città di Agadez passano 150.000 migranti. Fonti del governo tedesco riconoscono che «l' Italia ha un enorme interesse a una collaborazione in particolare col Niger, visto che da qui passano due terzi dei migranti che arrivano in Libia».
A Berlino sottolineano la volontà di uno «stretto coordinamento» tra Germania, Italia e Francia, facendo in modo che ognuno dei tre Paesi contribuisca come meglio può. È il tentativo di applicare un modello che in passato non c' era, dobbiamo vedere ora come andrà, spiegano nell' esecutivo: «quante più visite ci saranno e quanto più stretta sarà la collaborazione di questi tre Paesi col Mali e il Niger, tanto meglio sarà».
A Berlino sono consapevoli però delle difficoltà: in Niger il turismo è scomparso, i trafficanti sono diventati anche un fattore economico, per cui «se venisse interrotto dall' oggi al domani il loro business, ciò avrebbe anche conseguenze economiche, la situazione non è così semplice».
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