METODO FAVIA - GRILLO EPURATOR: “HO SBAGLIATO MA LA GAMBARO DEVE ANDARSENE”

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Emiliano Luzzi per "Il Fatto Quotidiano"

Obiettivo: frenare in curva, anche col freno a mano tirato. Da una parte c'è Beppe Grillo, preso dall'irrefrenabile voglia di liberarsi di quei parlamentari che non sono dalla sua parte "sempre e comunque", ma che confida ai suoi colonnelli "di aver sbagliato diverse cose" e di voler affrontare una fase chiamata "autocritica e riflessione". Dall'altra il gruppo del dissenso, nomi e cognomi conosciuti, anche se i sospettati smentiscono. Le stesse persone che chiedevano a gran voce l'accordo col Pd, le stesse che masticano male il dimezzamento della diaria e il divieto di andare in tv.

Il pretesto è vero, porta il nome di Adele Gambaro, parlamentare bolognese che sul piatto ha posto problemi politici, e non di episodi. Ma rischia di essere la scintilla che fa esplodere la scissione. Questo vorrebbe dire finire in pasto a tutti, e scordarsi di recuperare a breve termine gli elettori perduti.

Il risultato: Grillo si libererebbe dei "rami secchi", come li definisce nei momenti di bile. Ma senza sapere quanti poi se ne andrebbero. Loro, i rivoluzionari, perderebbero quella che hanno scelto come la loro casa. Sarebbero parlamentari a tempo, nulla più. Aggrappati alla speranza che il governo Letta-Berlusconi prosegua più a lungo possibile, perché la pena, in caso di caduta dell'esecutivo e scioglimento delle Camere, sarebbe l'addio a Roma e al Transatlantico.

È per questo che Grillo, venerdì scorso, negli uffici della Casaleggio a Milano, ha riunito 30 fedelissimi di diversa estrazione e incarico. Parlamentari, addetti alla comunicazione, consiglieri regionali e comunali. L'epilogo è stato chiaro: "Io mi impegno a prendermi le responsabilità, ma Gambaro deve andarsene perché nessuno si può permettere di offendere né me, né il Movimento 5 stelle. Lo abbiamo fatto per Giovanni Favia, lo faremo anche per lei".

Uno dei famosi colonnelli, il consigliere comunale di Bologna, Massimo Bugani, ha preso in prestito uno spazio del blog per dare lo sfogo finale all'ex amico e oggi nemico numero uno, Favia. "Non merita, ma non sa far altro che sparare su di noi. Aveva promesso le dimissioni, si è candidato con Ingroia in tre circoscrizioni, non è stato eletto, ma resta consigliere regionale". A stipendio pieno.

Davide Barillari, che non è parlamentare, ma consigliere regionale del Lazio, ascoltato dal gruppo di Roma, sul vertice segreto a casa Casaleggio ha detto: "È stato un incontro sereno e tranquillo. Beppe era tranquillo come sempre. E no, non ha nessuna intenzione di mollare. Figuriamoci. La mia impressione è che ci sia davvero, anche da parte di Grillo e Casaleggio, la voglia di capire cosa stia succedendo e andare avanti. L'idea è quella di continuare con la solita coerenza, nonostante tutti siano contro di noi". Il riferimento è ai giornalisti, ma anche alla comunicazione. Il gruppo al quale Casaleggio ha affidato l'arte di saper raccontare il Movimento fuori dal palazzo, funziona a ritmo alternato. Loro hanno ribattuto che in realtà sono "i soliti noti che distruggono giornate di lavoro".

Grillo in queste ore non parla. Liberarsi di chi gli rema contro è l'obiettivo principale, ma vuole capire se oggi sia il momento opportuno per la discussione sul caso Gambaro. "Dobbiamo lavorare con serenità", ha detto, "avere questi quindici tra i piedi non è opportuno. Quindici persone che rovinano le altre 140". Non sono però compatti sulla scelta. L'espulsione di massa non è la strada da seguire. E soprattutto i dissidenti si metterebbero a fare caos ovunque.

"Non vogliamo andarcene", dicono, mascherati da un anonimato fittizio, perché la black list è su tutti i tavoli da mesi. "Vogliamo combattere la nostra battaglia da qui dentro". La soluzione è molto probabile che venga rinviata di un paio di settimane. Poi il pretesto per le espulsioni lo troveranno Grillo e Casaleggio. Senza un legame diretto con il caso di Adele Gambaro. Sulla quale però c'è una fermezza che Grillo non supera: "Ha offeso me e tutti voi, dunque deve andarsene".

Il perdono (meglio, il freno a mano) sarebbe la strada meno rumorosa per evitare di appiattire un'immagine già compromessa, ma appare in queste ore impossibile. Il finale della riunione milanese, per tutti, è stato chiaro: "Finita questa burrasca voglio sentir parlare di lavoro, non di altro. Lavoro politico, non di spiccioli e tv".

Le risposte arriveranno tra oggi e domani. Probabile che Gambaro esca e che gli altri - solo per ora - rimangano. E, soprattutto, probabile anche i senatori (o cittadini) chiedano un ridimensionamento di poteri del nuovo capogruppo al Senato, Nicola Morra, partito in quarta nelle decisioni non sempre condivise in un momento in cui - dicono i suoi colleghi - sarebbe d'obbligo la prudenza. E il freno a mano tirato.

 

grillo GRILLO IN TELEVISIONE Beppe Grillo sul palco di piazza del popolo GIOVANNI FAVIALA SENATRICE GRILLINA ADELE GAMBARO Casaleggio