NANI IN EUROPA – L’ITALIA CONTINUA A INSISTERE SULL’OBBLIGATORIETÀ DELLE QUOTE DI MIGRANTI DA REDISTRIBUIRE, MA L’EUROPA È SPACCATA A METÀ – E INTANTO ALFANO SI RIMANGIA LA MINACCIA DI CONCEDERE PERMESSI TEMPORANEI A RAFFICA

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Marco Zatterin per “La Stampa

 

BERNARD CAZENEUVEBERNARD CAZENEUVE

«Voi avete davanti tre amici che si confrontano con un problema difficile e cercano di risolverlo insieme», comincia il francese Bernard Cazeneuve, pressato dai giornalisti, stretto fra il tedesco De Meziers e Angelino Alfano. È un chiaro invito alla pace, a dimenticare le polemiche e a trovare una risposta «europea» all’ondata di disperati che fugge dalle guerre attraverso il Mediterraneo.

 

 «Abbiamo sempre rispettato le regole e continueremo a farlo», gli risponde l’uomo del Viminale, negando che a Roma si pensi a permessi temporanei che consentano agli illegali di scappare. «Pensiamo al futuro - insiste -, lavoreremo con Parigi anche rafforzando la cooperazione di polizia alla frontiera, per evitare che ciò che è successo a Ventimiglia torni a ripetersi».

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È un auspicio che aiuta a calmare le acque. Meglio ancora se di qui a fine mese l’Ue riuscirà a trovare un compromesso sulla mossa con cui la Commissione ha proposto ai Ventotto una redistribuzione d’emergenza e temporanea di 40 mila migranti aventi diritto di protezione, 24 mila presi dall’Italia e 16 mila dalla Grecia. Ieri i ministri degli Interni, riuniti a Lussemburgo, hanno compiuto qualche passo avanti, come ci si attendeva.

 

L’orientamento indica una possibile soluzione: meccanismo di riallocazione volontario e coordinato; creazione di centri «hotspot»finanziati dall’Ue per centralizzare e ottimizzare i controlli e le identificazioni; interventi per rendere efficace l’azione di rimpatrio visto che, in media, solo il 40% degli espulsi esce dall’Ue.

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Di qui al vertice europeo del 25, e poi al nuovo incontro in formazione Interni a metà luglio, il pacchetto dovrebbe essere chiuso. I lussemburghesi, dal 1° luglio guida di turno dell’Ue, dicono che si può fare entro il mese prossimo. Ma Alfano spinge: «Abbiamo chiesto e ottenuto che le quote siano vincolanti per tutti». Non c’è ancora decisione, anche se una fonte Ue conta in «14-15» i sostenitori dell’obbligatorietà.

 

«Prenderemo tutti i migranti che potremo e anche di più ma su base volontaria», assicura una fonte spagnola. Questa sarà la linea. In dubbio l’idea della Commissione di varare entro l’anno una proposta per un meccanismo permanente. Ma gli interessati vogliono andare avanti.


I quarantamila saranno dunque con ogni probabilità redistribuiti da quest’estate nell’arco di due anni. È la solidarietà che deve essere bilanciata con la responsabilità. Il vertice europeo punterà pertanto sui rimpatri carenti (solo un cacciato su cinque da Italia e Francia se ne va davvero).

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Il commissario Avramopoulos ha scritto ai ministri suggerendo soluzioni. Nel testo, anticipato ieri da lastampa.it, si ricorda che «per assicurarsi che i migranti irregolari siano effettivamente rimpatriati, si dovrebbe ricorre all’incarcerazione come una legittima misura di ultima istanza», sino a un massimo di 6 mesi.

 

Il greco promette un «handbook» che riassuma le migliori soluzioni usate dai virtuosi (baltici, britannici, tedeschi) che respingono davvero oltre il 60 per cento degli irregolari; l’Italia è al 20%. Bruxelles studierà la possibilità di «introdurre le decisioni di espulsione decretate dagli Stati nel sistema informativo di Schengen». Oggi, è difficilissimo sapere se un fermato è già stato espulso altrove.

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«La solidarietà non può essere volontaria», avverte Avramopoulos. Si appoggerà agli «hotspot» pagati dall’Ue che dovrebbero agevolare le procedure. L’imperativo è distinguere chi ha bisogno di protezione da chi deve partire. «L’Italia vuole anche superare il muro di Dublino», aggiunge Alfano. È il regolamento che impone di portare i ripescati nel porto più vicino (cioè da noi). Il Consiglio capisce che serve una soluzione. Tedeschi e francesi restano scettici, ma hanno un piano. Ci vorrà altro tempo.

 

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