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ORA ROMPONO IL KATZ AL BELGIO - IL MINISTRO ISRAELIANO YISRAEL KATZ CI VA PESANTE: “IN BELGIO CONTINUANO A MANGIARE IL CIOCCOLATO E A NON TENER CONTO DEI MUSULMANI CHE PREPARANO ATTENTATI” - UN PAESE CHE OSPITA LE ISTITUZIONI EUROPEE E HA IN TOTALE 600 AGENTI DEI SERVIZI

Fabio Tonacci per “la Repubblica

 

YSRAEL KATZYSRAEL KATZ

Accusare di inefficienza le autorità belghe è il passatempo del momento. Qualche esempio delle ultime ore. Yisrael Katz, ministro israeliano dell’Informazione: «Se in Belgio continuano a mangiare il cioccolato e a non tener conto dei musulmani che preparano attentati, non potranno fermarli».

 

Michel Sapin, ministro francese delle Finanze: «Certi politici di Bruxelles hanno avuto un approccio naif». Il presidente turco Tayyip Erdogan: «A giugno avevamo arrestato a Gaziantep uno dei terroristi (Ibrahim El Bakraoui, kamikaze all’aeroporto, ndr), e lo avevamo deportato in Olanda, ma grazie al Belgio è stato rilasciato».

VALLS MICHEL E JUNCKERVALLS MICHEL E JUNCKER

 

Quest’ultima circostanza è stata smentita. Ma è un fatto che l’intelligence belga avesse per le mani da almeno tre settimane un report su un attacco imminente a Bruxelles. C’erano, rivela il quotidiano israeliano Haaretz, precisi warning sugli obiettivi: un aeroporto e la metropolitana. Eppure i kamikaze hanno ucciso lo stesso.

 

E che dire del blitz “inconsapevole” nel covo di Forest? Avrebbero potuto evitare l’ultima strage, se solo quel 15 marzo si fossero presentati nell’appartamento di Salah e Belkaid più numerosi dei quattro agenti che erano.

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L’Europa ha un problema di sicurezza. Il Belgio. Da qui sono partiti 562 foreign fighter, 100 dei quali sono tornati in patria. I pericolosissimi reduci. E quasi tutti i componenti della “crew” terroristica di Molenbeek, una 50ina di jihadisti e criminali spesso con legami di sangue, sono vecchie conoscenze della polizia.

 

Solo per parlare degli attentatori del 22 marzo: Khalid El Bakraoui era stato condannato nel 2012 a 5 anni e l’Interpol dall’agosto scorso aveva diramato su di lui l’allerta per terrorismo; suo fratello Ibrahim era stato condannato a 9 anni nel 2011; Najim Laachraoui da marzo 2014 aveva sulle spalle un mandato di cattura internazionale.

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Com’è possibile, si chiede l’Europa, che la polizia belga si perda i suoi cittadini più pericolosi nel perimetro tra Molenbeek e Schaerbeek? Il punto è che ci sono troppe polizie, pochi poliziotti, e un servizio d’intelligence insufficiente. Per seguire un sospetto 24 ore su 24 servono di media 36 agenti, ma l’apparato belga dei servizi non conta più di 600 uomini.

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Un terzo rispetto a quello dell’Olanda, Paese poco più grande ma con meno foreign fighter. Dopo gli attentati di Parigi, il premier Charles Michel ha aumentato di 400 milioni di euro i fondi per la sicurezza, ma la strage di martedì dimostra che non bastano. Anche perché la struttura amministrativa pare fatta apposta per rendere la prevenzione un miraggio.

 

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Esistono sei governi (federale, fiammingo nelle Fiandre, due per la comunità francese e tedesca, uno dei valloni e uno per la regione di Bruxelles). La capitale è un mosaico: ha 19 distretti, 19 sindaci e sei autorità di polizia. Che comunicano poco e male, influenzati dalla storica divisione tra fiamminghi e valloni. E questo, per l’Europa, è diventato un problema.