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Francesco Grignetti per "La Stampa"
Condannata a 4 giorni di carcere e 100 euro di ammenda (pena immediatamente commutata a 1100 euro di ammenda): l'onorevole Daniela Santanché è uscita indispettita dall'aula del tribunale di Milano che l'ha condannata in quanto promotrice di una manifestazione non autorizzata di quattro anni fa.
La Santanché, che all'epoca era in rotta con Francesco Storace ma ancora non era entrata nel Pdl, nella veste di leader del suo minuscolo partitino, «Movimento per l'Italia», quel giorno guidò una manifestazione anti-burqa davanti a una moschea milanese. Facendo irruzione alla fine del Ramadam, sfidò le ire di tremila fedeli musulmani chiedendo che si togliesse il burqa alle donne presenti.
Era una manifestazione non autorizzata, in quanto mai comunicata formalmente al questore. E per questo motivo Daniela Santanché ieri è stata condannata, sia pure con il riconoscimento delle attenuanti generiche, ed è caduta l'accusa di turbativa di manifestazione religiosa.
«à proprio vero - sbuffa, uscendo dal tribunale - che la legge è uguale per tutti: ho ricevuto lo stesso trattamento di centri sociali, No Tav e Black-bloc. à una vergogna». Il pm aveva chiesto 1 mese di arresto e 100 euro di multa. Fu un sit-in quantomai movimentato, quello del 20 settembre del 2009, quando la Santanché guidò la manifestazione anti-burqa davanti ai locali della «Fabbrica del vapore». Una storia che ancora oggi fa ribollire il sangue ai credenti islamici. «Ha offeso il Profeta e la comunità islamica. Merita il fuoco del giorno del giudizio», diceva qualche giorno fa Abu Shwaima, imam di Segrate, a «La Zanzara» su Radio 24.
Alla Santanché che si sgolava, quel giorno, si oppose con le mani il cittadino di origine egiziana Ahmed El Badry, che con un braccio ingessato le sferrò un pugno nello sterno provocandole lesioni giudicate guaribili in 20 giorni. Fatti riconosciuti anch'essi come reato dal tribunale, che ha condannato El Badry - mai comparso in tribunale, difeso da un avvocato d'ufficio, presumibilmente nullatenente - a una multa da 2500 euro per le lesioni inferte alla deputata, a risarcirle i danni con 10 mila euro e a rifonderle anche 2650 euro per le spese processuali.
Alla parlamentare, presente alla lettura della sentenza, è stato contestata dal pm di essere stata «promotore» di una manifestazione che si è tenuta senza che fossero state seguite le modalità volute dalla legge: non aveva inviato cioè la «formale comunicazione» al questore, necessaria per motivi di sicurezza.
Accuse a cui la difesa ha replicato sostenendo che «il reato non sussiste», avendo lei comunicato la sua presenza alla riunione. La Santanché ricorda infatti di avere telefonato al questore, e più volte, per segnalare la sua presenza alla manifestazione.
Seguono polemiche. Secondo il capogruppo di Forza Italia, Renato Brunetta, «se ci fosse bisogno di una conferma a proposito di come va la giustizia in Italia, ecco la sentenza contro l'onorevole Daniela Santanchè, condannata a quattro giorni d'arresto per aver civilmente manifestato contro il burqa, vera prigione in cui stanno rinchiuse donne rese schiave anche in Italia. Mi domando: chi è l'estremista? Lei o il Tribunale che l'ha condannata?».
Oppure Mara Carfagna: «Come può apparire credibile la giustizia italiana se un tribunale condanna a 4 giorni di carcere e 100 euro di multa chi manifesta, seppur senza autorizzazione, e infligge solo una multa a chi aggredisce chi manifesta? Il nostro Paese è andato in tilt». O ancora Fabrizio Cicchitto, transitato nel movimento alfaniano Ncd: «Condanna francamente inaccettabile, e per di più sproporzionata se si pensa ai Black-bloc o ai No tav che si rendono responsabili di atti di violenza deliberata e che rimangono indenni».
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