“CHIARA, TI RICORDI QUANDO HAI AMMESSO A FEDEZ CHE TI SEI SCOPATA ACHILLE LAURO?” - IL “PUPARO” DEL…
Anna Zafesova per “La Stampa”
Prima la minaccia: «La Ue è irresponsabile, colpire il settore energetico farà schizzare in alto i prezzi», dice in una nota il ministero degli Esteri russo. Per ora è una previsione, fosca, tutta da verificare. Poi le cose concrete. Come le sanzioni – anche se la Russia non le chiama così – che all’indomani delle misure adottate dalla Ue, Mosca ha applicato. È infatti pronta la delibera del governo per introdurre dazi doganali sui prodotti «made in Ukraine».
La spiegazione ufficiale è che Mosca deve tutelarsi dalle merci europee, spesso meno costose, che potrebbero invadere il mercato del Paese vicino dopo che si è associato con l’Ue. E così, mentre alla Duma si levano voci per un embargo commerciale contro Europa e Usa per ritorsione contro le nuove sanzioni in vigore da oggi, Kiev si vedrà tassare le esportazioni in Russia praticamente di tutto: frutta e verdura, birra e vino, sigarette e dolciumi, tessile e mobili.
ucraini contro un immagine di lenin
Che costeranno in media il 7% in più, sempre che riescano ad arrivare al consumatore russo: ogni giorno Mosca introduce un nuovo embargo contro l’Ucraina. Lunedì scorso è stata la volta di latte e latticini, martedì è toccato a frutta, verdura e pesce in scatola, tra qualche giorno sarà probabilmente il turno di mais, girasole e soia.
E un divieto specifico ormai da mesi proibisce l’arrivo in Russia dei cioccolatini Roshen, prodotti dalle fabbriche del presidente ucraino Petro Poroshenko. I pretesti sono sempre formali: antibiotici, ormoni, infezioni vegetali e animali, insufficiente contenuto di grassi, vitamine e perfino di sale, marchiature irregolari.
filorussi occupano stazioni di polizia nell est dell ucraina
Le patate ucraine non possono più attraversare la frontiera perché infestate da parassiti, il maiale è proibito perché nella regione di Luhansk, dove sono in corso violenti combattimenti, si è registrato un focolaio di peste africana.
Le misure di tutela della salute dei russi stranamente coincidono con le evoluzioni della politica, come negli anni precedenti era successo con il bando sull’acqua minerale georgiana, il vino moldavo e i polli americani. Varsavia è stata punita due mesi fa con il divieto di importazione di maiale dalla Polonia, che ora viene esteso anche a frutta e verdura, per «molteplici violazioni di certificazione».
Per quanto Putin avesse minacciato che le sanzioni occidentali sarebbero diventate «un boomerang», l’autarchia è impossibile: la Russia importa più del 40% dei beni di consumo. Così Mosca promette «misure asimmetriche», ma finora ha replicato con dispetti su frutta e maiale, e con una «lista nera» di americani ai quali è vietato l’accesso in Russia: una quindicina di nomi, tra cui i soldati torturatori di Abu Ghraib e i responsabili di Guantanamo.
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