CHI L’HA VISTO? ERA DIVENTATO IL NOSTRO ANGOLO DEL BUONUMORE, NE SPARAVA UNA AL GIORNO: “QUANTE…
Emanuele Buzzi per il Corriere della Sera
GIUSEPPE CONTE COME FORREST GUMP - MEME
Assenti o addirittura in corsa ma senza il simbolo. Il Movimento si appresta a vivere una campagna elettorale drammatica, in molti casi da spettatore. Il caso emblematico è quello del collegio di Primavalle, vinto alle Politiche in solitaria da Emanuela Del Re e lasciato dalla ormai ex deputata M5S per la nomina a rappresentante Ue per il Sahel. Un seggio che i 5 Stelle inizialmente pensavano destinato a Giuseppe Conte. Ebbene, dopo mesi di discussioni alla fine il M5S non correrà.
Le indiscrezioni parlano di un tentativo di candidare un magistrato, che avrebbe declinato l'offerta. Non solo, i rumors raccontano le tensioni tra i nuovi vertici contiani e chi gestisce i territori romani in questa fase: la mancata presenza di un candidato - dicono i ben informati - ha dato il la a malumori. I problemi, però, sono diffusi. Il M5S a livello locale barcolla. Il confronto con il 2016 - anno di riferimento per il paragone con le prossime Amministrative - rischia di essere impietoso.
MARCO TRAVAGLIO E GIUSEPPE CONTE
All'epoca i 5 Stelle si presentarono in 251 Comuni su 1.363, vincendo in 4 municipi al primo turno e in altri 19 su 20 al ballottaggio, tra cui Roma e Torino. Ora si parla di un calo impressionante di liste presenti alle urne: in molte Regioni le liste M5S autonome si contano sulle dita di una mano.
C'è chi ipotizza - ma i dati non sono confermati - che siano circa la metà o poco di più. «La strategia è quella di non correre dove c'è aria di disfatta», assicura una fonte. Ecco allora la decisione di sfilarsi in capoluoghi come Benevento (dove cinque anni fa la candidata sindaca passò l'asticella del 20% e dove il M5S è presente in consiglio comunale) e Caserta. Proprio il casertano dà uno spaccato della situazione attuale: il M5S corre solo in un Comune, quello di Santa Maria Capua Vetere. Se la Campania, uno dei territori in cui i 5 Stelle sono più radicati, piange, al Nord la situazione è al limite del paradosso.
MARCO TRAVAGLIO E GIUSEPPE CONTE
In Lombardia per esempio due sindaci M5S uscenti hanno deciso di correre per un bis. Ma con una novità importante: sia Angelo Cipriani a Sedriano sia Francesco Sartini a Vimercate hanno deciso di rinunciare al simbolo del Movimento. Proprio i sindaci uscenti sono un'altra spina politica. In diversi casi i primi cittadini del M5S tentano la strada del bis da soli, mettendo in evidenza le fragilità e le difficoltà di una alleanza con i dem auspicata da Conte. Molti sono i Comuni governati finora dai pentastellati dove non è stata possibile una convergenza. In Puglia (a Ginosa e Noicattaro), in Basilicata (a Pisticci), nelle Marche (a Castelfidardo), in Emilia-Romagna (a Cattolica) - tanto per fare qualche esempio - l'asse con il Pd non esiste: i sindaci uscenti M5S sfideranno i dem alle urne.
VIGNETTA KRANCIC - CONTE E TRAVAGLIO
Non solo, Roma e Torino, quindi, ma una crepa che corre da Nord a Sud e che di sicuro non farà piacere al neo presidente M5S. Grane che si appresta a tastare con mano Giuseppe Conte, dalla prossima settimana in tour elettorale per l'Italia: un percorso, il suo, tutto in salita tra risultati da ottenere subito e la necessità di rifondare la casa dei 5 Stelle dalle fondamenta.
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