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Andrea Malaguti per "La Stampa"
Storie parallele. Nell'istante esatto in cui i parlamentari del Movimento Cinque Stelle si ritrovano per l'ennesima riunione congiunta - questa volta con un ordine del giorno che recita: comportamento da tenere rispetto alle decisioni assembleari - al terzo piano della Camera, i neo fuoriusciti Alessandro Furnari e Vincenza Labriola, seppelliti dagli insulti di una rete feroce e avvelenata - «schifosi», «venduti», «corrotti» -, entrano negli uffici del Misto per confrontarsi con Pino Pisicchio, il loro nuovo capogruppo. «Ovvio che siamo qui. Domani c'è aula. E mentre loro sono riuniti noi lavoriamo». Loro. Noi. Scene postmatrimoniali. Da divorzio venuto male.
«Io ho staccato il telefono e non ho guardato il computer in questo fine settimana», spiega la Labriola con la voce che le esce come un soffio leggero. Mentre Furnari, lasciando il Palazzo verso le otto e mezza di sera, decide di sfogarsi davanti alle telecamere di Cecilia Carta di «Agorà ». Dice che il Movimento è solo fumo. Parole. Caos. Che la parabola è già alla fine.
«Il Movimento sta implodendo? à inevitabile. Molti altri vogliono uscire ma non hanno il coraggio. La gogna mediatica è troppo forte. A Taranto ci sono stati quattro anni di parole. Ma nemmeno un fatto. La verità è che il Movimento non è in grado di dare risposte. Casaleggio, il grande comunicatore, non sa nemmeno chi siamo. Ha fatto sbagli enormi. E glielo dice uno che non è un dissidente. Quelli i dissidenti - se ne andranno, ma io sono diverso e questo dovrebbe fare riflettere le persone che ci hanno guidato fino ad ora». Fumo. Fumo sulle macerie.
E chissà se l'oscurità della mente - la rabbia, l'amarezza ha davvero a che vedere col buio della notte che lentamente lo circonda e sembra circondare il suo ex Movimento. «Il dissolvimento è solo una questione di tempo. In questi mesi ho visto cose incredibili». Quali? «Presto verranno a galla».
Nella sala dei gruppi di Montecitorio, intanto, Riccardo Nuti, da pochi giorni portavoce al posto di Roberta Lombardi, invita i colleghi a fare attenzione alle interviste (un'ossessione). A non sfogarsi con i giornali per evitare di danneggiare il Movimento. La collega Laura Castelli è più dura di lui, ma in questa ulteriore notte delle contraddizioni anche i supposti ribelli, più banalmente i «dialoganti», decidono di sotterrare l'ascia di guerra. «Veniamoci incontro». à una tregua.
La fine dello scontro è ancora lontano. L'idea dei dialoganti è quella di ribaltare i rapporti di forza all'interno del gruppo, di mettere in minoranza gli ultraortodossi, di ridurre il peso di Grillo, di invitarlo persino a fare un passo indietro limitando gli interventi sul blog. Un risultato l'assemblea però lo ottiene. I soldi da restituire saranno destinati al fondo di ammortamento del debito pubblico. E la politica? Se ne parla un'altra volta. Forse. E se si può.
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