raid su rafah benjamin netanyahu

NETANYAHU NON NASCONDE PIÙ IL SUO PIANO DI OCCUPARE LA STRISCIA DI GAZA E CACCIARE I PALESTINESI (ORAMAI FA QUELLO CHE GLI PARE) - ISRAELE SVUOTA RAFAH, CITTÀ AL CONFINE CON L’EGITTO, DEFINENDO L'AREA, CHE OCCUPA UN QUINTO DELLA STRISCIA, UNA "ZONA CUSCINETTO" - QUEI POCHI EDIFICI RIMASTI IN PIEDI VERRANNO RASI AL SUOLO E I PALESTINESI NON POTRANNO AVVICINARSI: IL RISCHIO È QUELLO DI ESSERE UCCISI DAI CECCHINI DELLO STATO EBRAICO CHE PRESIDIERANNO LA ZONA...

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Estratto dell'articolo di Fabio Tonacci per "la Repubblica"

 

BENJAMIN NETANYAHU E ISRAEL KATZ VISITANO LA STRISCIA DI GAZA

Rafah diventerà la prima città cuscinetto della Striscia di Gaza, dunque una non città, un agglomerato di rovine vuote da cui la vita sarà costretta a evacuare, insieme agli ultimi abitanti. O, per dirla con le parole del ministro della Difesa Katz, una «zona di sicurezza».

 

Da quando il 18 marzo Netanyahu ha rotto la tregua con Hamas, il mondo (israeliani compresi) si chiede quale sia l’obiettivo finale di questa nuova, brutale, offensiva nella Striscia di Gaza che ha già fatto più di 1.400 morti. «Fare pressione su Hamas per costringerla a riconsegnare i 59 ostaggi», è stata l’iniziale, scarna, spiegazione del governo israeliano.

 

benjamin netanyahu con la mappa della striscia di gaza 1

Col passare del tempo, però, si sta concretizzando quella che pare essere «l’agenda segreta» di Netanyahu: un piano di occupazione a lungo termine dell’intero territorio di Gaza per spingere i palestinesi a emigrare «volontariamente».

 

Il premier israeliano pubblicamente insiste sull’ulteriore espansione della zona cuscinetto lungo il confine: ogni casa è stata o verrà rasa al suolo, ogni palazzo verrà spianato dai bulldozer, i palestinesi dovranno tenersi alla larga se non vogliono essere uccisi dai cecchini. Una «kill zone» dove si spara a vista, l’hanno definita alcuni soldati di Breaking the Silence, ong israeliana dei veterani che denuncia abusi e condotte illegali delle forze armate.

 

BA-HAMAS - MEME BY EMILIANO CARLI

Tuttavia, ieri, durante la visita del ministro Israel Katz al corridoio (in costruzione) Morag — dopo il Netzarim e il Philadelphi, una terza riga fortificata e tracciata sul terreno sabbioso della Striscia, separa Rafah da Khan Yunis, è lunga 12 chilometri e larga quasi 2 — è venuto a galla un elemento nuovo. «Controlleremo l’intera fascia dalla frontiera con l’Egitto fino al corridoio Morag, tutta Rafah sarà evacuata», hanno dichiarato i comandanti della 36esima divisione.

 

Significa che la zona di sicurezza, occuperà 75 chilometri quadrati, un quinto della superficie della Striscia di Gaza. A Rafah prima della guerra abitavano 200 mila persone, ora molte di meno perché la maggior parte è sfollata. E chi è restato, adesso dovrà spostarsi.

 

ambulanze mezzaluna rossa distrutte a rafah

«Allo stesso tempo, lavoriamo al programma di emigrazione volontaria per i residenti di Gaza, in accordo con la visione del presidente Usa», ha spiegato Katz. L’idea quindi è di comprimere lo spazio vitale per forzare i palestinesi ad andare all’estero. «Gaza sarà sempre più piccola, a meno che Hamas non riconsegni tutti i rapiti e deponga subito le armi». Egitto e Giordania si sono detti contrari ad accogliere i profughi di quella che, a queste condizioni, sarebbe di fatto una deportazione. [...]

 

I SOLDATI ISRAELIANI DAVANTI AL CADAVERE DI YAHYA SINWAR A RAFAH

Infine, la novità di ieri, Rafah inglobata nella zona cuscinetto. «A livello politico si dicono tante cose», osserva Miri Eisin, analista militare ed ex ufficiale dell’intelligence, «ma l’esercito non poteva lasciare che fosse Hamas a stabilire le regole, riprendere la guerra è stato necessario. [...]

strage di civili a rafah 2raid israeliano su rafah 2raid israeliano su rafah 7raid israeliano su rafah 3raid israeliano su rafah 1strage di civili a rafah 1raid israeliano su rafah 8solidarieta ai palestinesiil corpo di yahya sinwar a rafah