NETANYAHU COME BERSANI: OSTAGGIO DEL “CENTRINO” - BIBI PERDE CONSENSI E IL SUO LIKUD È COSTRETTO A UNA “COALIZIONE AMPIA” CON IL CENTRO DI YAIR LAPID, LA NUOVA DESTRA E I RELIGIOSI - LA MINACCIA IRAN E GLI SCONTRI A GAZA, HANNO POMPATO L’AFFLUENZA ALLE URNE, LA PIÙ ALTA DEGLI ULTIMI 15 ANNI - KADIMA, IL PARTITO FONDATO DA ARIEL SHARON, NON ENTRA NEANCHE IN PARLAMENTO - TZIPI LIVNI CON LA SUA NUOVA LISTA PRENDE 7 SEGGI…

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Aldo Baquis per "la Stampa"

Al termine di una giornata drammatica, Benjamin Netanyahu è riuscito a strappare una vittoria risicata alla guida della lista Likud-Beitenu. Ma il vero vincitore delle elezioni legislative israeliane risulta essere Yair Lapid, il leader dell'esordiente partito centrista Yesh Atid (C'è un futuro).

Secondo gli exit-poll di tre reti televisive, Netanyahu disporrà alla Knesset di appena 31 seggi su 120. Per lui costruire una maggioranza stabile di almeno 61 deputati sarà un vero incubo, vista la grande frammentazione del Parlamento. «È chiaro che gli israeliani hanno voluto me come premier, con un governo di coalizione che sia la più ampia possibile», ha commentato i risultati degli exit poll.

A scombinare le carte è stata l'alta percentuale di voto, la più elevata degli ultimi 15 anni. In questa partecipazione di massa alcuni analisti vedono già l'onda lunga delle proteste degli «indignati» che si sono riversati nelle strade di Israele nell'estate del 2011, invocando maggiore giustizia sociale. Il partito laburista, che ha incluso fra i candidati esponenti di quella protesta, è balzato da 8 seggi nella Knesset precedente, eletta nel 2009, a 17 deputati.

Lo stesso Lapid (che negli exit poll riceve 19 seggi) incarna il desiderio di cambiamento della classe media: in particolare la richiesta che gli strati religiosi ortodossi diano un maggiore contributo alla Nazione: sia nel servizio militare, sia nell'ingresso nel mondo del lavoro. Hanno avuto peso anche le rivendicazioni sociali, dal problema della carenza di abitazioni alla scuola.

Nelle ultime ore di voto, il Likud si è visto costretto ad indire una riunione di emergenza nel timore che i partiti di centro sinistra riuscissero ad aggiudicarsi 61 seggi alla Knesset. «Sono state ore drammatiche», ha affermato la leader laburista Shelly Yachimovic. «Lasciate tutto, andate a votare, il Likud sta per perdere il governo», ha scritto Netanyahu sulla propria pagina Facebook.

Con l'inizio dello spoglio delle urne, Netanyahu sembrava tecnicamente ancora in grado di comporre un nuovo governo, con il possibile appoggio di Lapid. Se così fosse, molte previsioni della vigilia dovrebbero essere riviste: invece che spostarsi più a destra, l'asse politico del nuovo governo potrebbe essere maggiormente centrista e maggiormente laico.

Una sorpresa generale: in primo luogo per lo stesso Netanyahu che - alleandosi con Israel Beitenu di Avigdor Lieberman alcuni mesi fa - sperava di conquistare almeno un terzo della Knesset e che adesso si trova invece costretto a mendicare aiuti anche a formazioni minori. Incalzato da Bait Yehudi, la nuova destra di Naftali Bennett che vince 12 seggi.

Kadima, il partito centrista che aveva vinto le elezioni precedenti con 28 seggi, non entra nemmeno in Parlamento. La sua fondatrice, Tzipi Livni, con la sua nuova lista NaTnua guadagna 7 seggi. Restano praticamente immutati il partito religioso Shas (11 seggi), i comunisti di Hadash (3) e la lista araba Balad (2).

 

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