
FLASH – COM’È STRANO IL CASO STRIANO: È AVVOLTO DA UNA GRANDE PAURA COLLETTIVA. C’È IL TIMORE, NEI…
Michele Farina per il “Corriere della Sera”
È uno dei più forti difensori del mondo e non si difende. Lui che nella finale Mondiale in Brasile vinse l' 83% dei duelli, commettendo un fallo in 120 minuti. Uno che di rado perde la palla, e la calma: Jérôme Boateng, 27 anni, mamma tedesca e papà ghanese, centrale del Bayern Monaco e della Nazionale, non ne parla. Sono altri a invocare il cartellino rosso per chi lo ha attaccato.
Del resto il 50% dei giocatori della Germania (e un tedesco su 5) hanno in famiglia «una storia di immigrazione», che nel censimento li divide nero su bianco dai bio-deutsch . Dopo averlo «steso» con un commento razzista, gli chiede scusa anche il partito che si vuole campione dei «tedeschi bio».
Autore del fallaccio Alexander Gauland, vice capo del partito anti-immigrati AfD (Alternativa per la Germania, 7% dei voti alle Europee del 2014). Parole virgolettate nell' edizione domenicale della Frankfurter Allgemeine. Due frasi: «La gente considera Boateng un bravo giocatore. Ma non lo vuole come vicino di casa».
Perché è mezzo africano? Ola di fischi. Il ministro della Giustizia Heike Maas: «Parole vergognose e inaccettabili». Il vice Cancelliere Sigmar Gabriel: «I commenti di Gauland non solo insultano gli stranieri, ma vanno contro le cose buone che si dicono sulla Germania».
Un autogol. Il dirigente della Nazionale Oliver Bierhoff: «Commenti che discreditano chi li fa». Il compagno Benni Höwedes via Twitter: «Se vuoi vincere un titolo per la Germania, hai bisogno di un vicino come lui». Il passaparola corre con l' hashtag #Nachbarn . Vicini. Di casacca e di casa. La Frankfurter va a Grünwald, il quartiere di Monaco dove vive Boateng.
«Un tipo gentile, alla mano - dice un bio-deutsch della porta accanto - Le sue figlie vanno all' asilo dietro l' angolo. Molto normali». Un altro vicino: «Qui è la gente comune a fare casino, non le celebrità». Jérôme e la sua compagna Sherin hanno due gemelle di 5 anni, Soley e Lamia. Nei giorni scorsi il giocatore è stato al centro di un' altra polemica razzista.
Su Facebook attivisti del movimento anti-immigrati Pegida si sono lamentati per foto di bambini «non bianchi» sulle confezioni Kinder. Una campagna in vista degli Europei in Francia: foto di calciatori da piccoli. E tra loro Boateng.
Questa volta il fallo viene dal pezzo grosso di un partito rappresentato in sette Länder su 16. E che alla sua guida ha il sorriso rassicurante della quarantenne Frauke Petry.
Che ha provato a gettare acqua sul fuoco di Twitter: «Jérôme Boateng è un grande calciatore e giustamente fa parte della Nazionale. Non vedo l' ora che inizi l' Europeo #Nachbarn».
Vicini, remoti: Petry si scusa per «l' impressione generata dalle parole» del suo vice. Lo stesso Gauland, 75 anni, avvocato e giornalista, si è difeso sostenendo di essere stato travisato. Non voleva insultare Boateng. «Non lo conosco e non mi sognerei di denigrare la sua personalità». Si sognerebbe di abitargli accanto?
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