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FLASH! - OGNI GIORNO, UNA TRUMPATA: NON SI SONO ANCORA SPENTE LE POLEMICHE SULL'IDEA DI COMPRARSI…
A cura di Minimo Riserbo (Special Guest: Pippo il Patriota)
1. OK, GENERAZIONE TELEMACO. MA I CATTIVI PROCI CHI SONO?
Giornaloni in estasi per le capacità dialettiche del nostro euro-venditore Renzi Matteo. Si è riciclato alla grande un saggio di Recalcati sul figlio di Ulisse e ieri si è intestato la “generazione Telemaco”, non potendo requisire direttamente per i propri fini propagandistici né gli smartphone né i leggins.
La metafora di Telemaco, tuttavia, è scivolosa. E non solo perché alla fine l’Odissea non ci dice se ha successo. E’ scivolosa perché combatte contro i cattivi Proci, ma Pittibimbo non ci dice chi sono i Proci in questa fase dell’Unione europea. O non lo sa, o non ha il coraggio di dirlo. Certo, non è facile dare dei Proci ai tedeschi e agli olandesi, con i quali ieri Matteo Telemaco ha duellato su rigore e flessibilità dei conti. Anzi, senza entrare nel merito della faccenda, se proprio c’è qualcuno che per le sue finanze allegre sta rischiando di fare la figura dei Proci, si tratta di francesi e italiani.
renzi parlamento europeo schulz merkel
Il comodo del politico formato twitter è anche questo: in 140 caratteri lancia un’immagine, ma poi non ha spazio per completarla come dovrebbe. Ma in sei mesi di presidenza Ue, il tempo per qualche “fatto” ci dovrà essere per forza.
2. A CHI I DEBITI? A NOI!
Repubblica dei renziani in broda di giuggiole per la storia di Telemaco, con Massimo Recalcati, autore di un saggio di due anni fa che porta l’eroe greco nel titolo, ben felice di spiegarci che “la figura di Telemaco citata ieri da Renzi va oltre la rottamazione” (p. 1). Bene, andrà oltre. In adorazione anche il Corriere (“Generazione Telemaco (in attesa di crescita)”, p. 1) e il Messaggero (“Format Telemaco per salvare l’eredità dei padri”, p. 1)
renzi parlamento europeo mogherini 3
Ma a tenere banco è lo scontro con il popolare crucco Weber, capogruppo del Ppe a Strasburgo. Il Messaggero riassume in prima: “Renzi, scontro con i tedeschi. Duro attacco del capogruppo Ppe: rispettare il rigore. La replica: fu Berlino a violare i limiti” (p. 1).
Repubblica lo intervista: “Il duro che guida il Ppe: ‘Voi socialisti inaffidabili, già la Francia ha tradito’. Weber: l’Italia ricordi che ha il debito al 130%, se gli diamo più tempo rischiamo di far deragliare tutto” (p. 3)
Il Corriere traccia la mappa delle forze in campo: “Torna il fronte dell’austerity contro l’Italia (e la Francia). In Europa schieramenti trasversali. Forza Italia con il premier: intervenire per scardinare la resistenza tedesca. L’asse tra i duri di Berlino e l’Olanda. L’accordo su Juncker sembrava poter dare un nuovo pilastro di stabilità oltre a quello della Bce, finora vero argine dei mercati” (p, 3).
Ma Pittibimbo tira dritto, pare: “Matteo snobba i falchi: ‘Il patto è con la Merkel. Flessibilità o Juncker salta’. Sgarbo ai giornalisti di Strasburgo per andare da Vespa” (p. 4). Sul Messaggero, “Fronte con Spagna e Francia per piegare i diktat di Berlino” (p. 3).
Sulla Stampa, spazio a Nigel Farage, l’indipendentista britannico: “Il giudizio di Farage sul discorso: ‘Forma da sette, sostanza da due. E’ stato uno show. Il vostro premier è come Blair: belle parole ma nessuna ricetta” (p. 2).
Nel giorno dell’euro-esordio, Il Cetriolo Quotidiano attacca Renzie sulle sue nomine paesane: “Nomine, il granducato renziano. Da Palazzo Chigi a Bruxelles, dalle società pubbliche al sottogoverno, la poltrona parla toscano” (p. 4).
JEAN CLAUDE JUNCKER CON ANGELA MERKEL
3. C’ERAVAMO TANTO AMATI (BISCIONI E BIGLIETTONI)
La svolta governativa di Cologno monzese non passa inosservata. Corriere: “La fiducia di Pier Silvio nel premier. Oggi il vertice tra i due leader. Berlusconi jr: è il più bravo comunicatore dopo mio padre”. “Da D’Alema a Renzi, il Biscione filogovernativo con il capo all’opposizione. Ieri nelle file di Forza Italia si è avvertito un senso di smarrimento. E anche una parte della famiglia e del management è rimasta sorpresa” (p. 4). Del resto anche il Sole 24 Ore oggi registra che “Renzi blinda il patto con Berlusconi sulle riforme” (p. 8).
Intanto Forza Italia è al verde e il Banana decaduto non scuce più i denari che servono. “Impegnare le liquidazioni’. Berlusconi ai suoi parlamentari: ‘Non ripiano più, servono subito 7 milioni di euro’. Ogni parlamentare dovrebbe garantire almeno 50 mila euro. E c’è chi minaccia: ‘Piuttosto vado al gruppo misto” (Repubblica, p. 8).
I soldi, ad Arcore, servono per fare cose più serie. Per esempio, come scrive il Sole: “Pronto l’accordo Mediaset-Telefonica. Verso la cessione di Digital+ in cambio di contanti e una quota di Premium. Domani la decisione finale: l’offerta sul tavolo è di 355 milioni. Per Cologno raccolta pubblicitaria in frenata nel semestre” (p. 1 dorso Finanza & Mercati).
4. GIUSTIZIA À LA CARTE
Il cantiere delle modifiche sporadiche ai codici è sempre aperto, con l’effetto scontato di lasciare in giro i peggiori sospetti. “Per le pene sotto i tre anni cambiata la norma sul carcere cautelare. La legge era stata contestata dalle toghe. E Galan aveva già chiesto di usufruirne” (Corriere, p. 6), anche se il reato che gli viene contestato “vale” cinque anni.
Sempre sul Corriere, Luigi Ferrarella racconta una storia assurda: “Finiti i braccialetti elettronici. Scatta il numero chiuso. Lettera dei ministeri Giustizia-Interni ai Tribunali: non ce li chiedete più. Nel contratto solo duemila. Nuova gara non prima del 2015” (p. 14). Mentre sul Cetriolo Quotidiano si scopre che il pm di Milano Luigi Orsi non ha voluto mandare le carte di Unipol-Fonsai ai colleghi di Torino: deciderà la Cassazione sulla competenza (p. 8).
giancarlo galan presenta la sua difesa alla camera
5. SARKÒ COME BERLUSCONI
Il giorno dopo lo shock, Sarkozy si riprende e parla come un Berlusconi qualsiasi: “Hanno voluto umiliarmi’. L’ex presidente indagato attacca i magistrati: ‘Accuse grottesche’. E avverte: ‘Non escludo un ritorno in politica. Sono giudici militanti con l’ossessione di distruggermi” (Stampa, p. 13). “L’ira della destra sulla giudice: ‘Toga rossa che odia Nicolas” (Messaggero, p. 12).
Intanto la vittima italica Berlusconi Silvio sarà felice di scoprire che la sua odiatissima pm Boccassini – quella del caso Ruby - è nei guai con il Csm: “Scontro sulle inchieste antimafia. Il Csm: “La Boccassini non collabora con la Dna’. Il procuratore aggiunto di Milano rischia un’azione disciplinare. Davanti alla commissione il magistrato aveva spiegato: ‘Non metto in banca dati atti coperti da segreto’” (Repubblica, p. 9).
6. CI DICA, O SIRE!
Il Cetriolo sfoglia l’agenda di settembre e dà un dispiacere a Bella Napoli: “Trattativa e ‘Romanzo Quirinale’: Napolitano dovrà dire la verità. Al processo Stato-mafia testimonieranno la prossima settimana Grasso, Marra, Ciani e Vitaliano Esposito. Poi, alla ripresa di settembre, sarò convocato il presidente. Sulla deposizione deve ancora pronunciarsi la Corte d’assise, a cui il capo dello Stato ha esposto i “limiti delle sue reali conoscenze’” (p. 6).
Poi passa il Giornale e rovina la colazione a Re Giorgio: “Al Quirinale guadagnano il doppio della Casa Bianca. Per i 783 dipendenti del Colle lo stipendio medio è 146mila euro, per i 456 colleghi Usa meno della metà: solo 61 mila. Napolitano si vanta dei tagli, ma i costi restano alle stelle” (p. 5).
NAPOLITANO VEDE ITALIA COSTARICA SULLA BATTELLO PER CAPRI
7. MI GIOCO I GIOCHI?
Storia maiuscola sul Messaggero, che si dedica al nostro immorale Stato biscazziere: “Il re delle slot ora medita la chiusura e lo Stato rischia un buco da 1 miliardo. Il 9 luglio attesa la sentenza di appello della Corte dei Conti. In caso di condanna per la società controllata da Francesco Corallo, addio sicuro a Bplus. Monopoli senza un piano B” (p. 6). Corallo, figlio di un indagato per mafia, è quello di La Boccetta e dei favori dalla Bpm di Ponzellini. Un miliardo, di questi tempi, per il povero ministro Padoan sono una gran cifra.
8. ULTIME DA ALI-TAGLIA
La stucchevole telenovela Alitalia-Etihad arriva al sodo, ovvero al punto in cui qualcuno rischia davvero di farsi male. Corriere: “Alitalia-Etihad, arriva lo sciopero dei piloti. Il ministro Lupi al lavoro sulla possibilità di un ricollocamento. L’astensione proclamata per il 20 luglio. Da martedì trattativa a oltranza sui 2.251 esuberi previsti dal piano” (p. 23). Non sono “esuberi”. Sono tante persone che perdono il lavoro. Sul Messaggero, le parole di Gros-Pietro per conto di Intesa Sanpaolo: “Senza l’adesione dei lavoratori al piano, non parteciperemo al finanziamento” (p. 7).
FRANCESCO CORALLO E CANNALIRE S
9. LA BATTAGLIA DI VIA SOLFERINO
John Elkann e Lavinia Borromeo
GIAN MARIA GROSS PIETRO - copyright pizzi
Mentre l’azionariato è sempre effervescente, con Della Valle impegnato nel logoramento di Bazolone e Marchionne che sbuffa per le avventure di carta di Kaki Elkann, c’è sempre un problema di liquidità in Rcs. Scrive il Messaggero di oggi: “Istituti perplessi sulla richiesta di sconto. Il gruppo vuole una riduzione di 200 punti base. Le banche: prima migliorino i margini. Presto un nuovo incontro” (p. 19). Vuol dire che le banche non sono contente del lavoro di Rotolone Scott Jovane? Ma va?
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