DAGOREPORT – AVVISATE IL GOVERNO MELONI: I GRANDI FONDI INTERNAZIONALI SONO SULLA SOGLIA PER USCIRE…
David Daley per "Salon.com." pubblicato da “la Repubblica”
Sono ormai quasi vent’anni che Camille Paglia, la famosa politologa e critica culturale, affida le sue coraggiose e brillanti provocazioni alle pagine di “Salon”. Negli anni ’90 le guerre del femminismo e del politicamente corretto sembravano ormai vinte, e lei sembrava schierata con la parte trionfatrice.
Ma recentemente le ostilità si sono riaperte su entrambi i fronti: improvvisamente, nei campus universitari si è ripreso a parlare, in modi molto diversi, di cultura sessuale. Comici come Jerry Seinfeld e Bill Maher parlano del ritorno di una soffocante political correctness. E ci ritroviamo a contemplare la possibile riedizione di uno scontro fra un(a) Clinton e un Bush.
Il “Drudge Report” titolava a tutta pagina che Kathleen Willey sta aprendo un sito internet per raccogliere le accuse di molestie contro Bill Clinton. Contemporaneamente, il “New York Magazine ” pubblicava i racconti di 35 donne che affermano di essere state violentate o molestate da Bill Cosby. Lei vede un legame fra le due storie?
In altre parole, se Bill Clinton fosse stato presidente oggi, invece che negli anni ’90, le sue intemperanze sessuali verrebbero giudicate alla stregua a quelle di Bill Cosby?
«Sin dall’inizio, quando è scoppiato il caso Bill Cosby, ho capito che era un brutto segnale per la campagna elettorale di Hillary, perché oggi le ragazze hanno una soglia di sopportazione molto più bassa riguardo a queste faccende.
L’orrenda verità è che l’establishment femminista degli Stati Uniti, Gloria Steinem in testa, di fatto riservò un trattamento di favore a Bill Clinton perché apparteneva al Partito democratico. Clinton e la sua amministrazione sostenevano il diritto all’aborto, e dunque i comportamenti personali non avevano importanza.
Ma oggi siamo in un’altra epoca, e le ragazze di adesso non hanno nessuna memoria di Bill Clinton. Per loro è storia antica e non fanno sconti a nessuno. E il dato di fatto è che Bill Clinton era un molestatore seriale di donne della working class ; anche quando era governatore dell’Arkansas aveva sfruttato questa disparità di potere. E poi con Monica Lewinsky… il fatto che Gloria Steinem e compagne non l’abbiano difesa rappresenta una macchia terribile nella storia del femminismo!
Può esserci disparità di potere più grande di quella che c’era fra il presidente degli Stati Uniti e questa povera ragazza innocente?! Non era solo una stagista, era una ragazza che aveva una sorta di sguardo supplichevole, aperto, una ragazza alla ricerca di una figura paterna ». (...)
Quindici anni dopo si ritrova ancora imprigionata in quel ruolo triste.
«Sì, è come un personaggio di Cime tempestose o Grandi speranze , quei romanzi vittoriani in cui una donna si trasforma in una vedova in lutto che passa il tempo a rimuginare su un uomo che ha abusato di lei o l’ha abbandonata. Hillary ha molte responsabilità, perché ha assunto una posizione ostile e sprezzante verso chi accusava suo marito. Fatico a immaginare che la generazione di Lena Dunham possa tollerare tutto ciò ».
Insomma, i tempi e i modi di pensare sono cambiati a tal punto che se Clinton fosse presidente oggi sarebbe giudicato come Bill Cosby?
«Direi proprio di sì! Non ne ho alcun dubbio, specialmente in quest’epoca di informazione istantanea attraverso i social media. Nella maggioranza di questi casi, come nelle storie di Bill Clinton e Bill Cosby, gli aspetti psicologici vengono completamente trascurati. Viviamo in un periodo in cui nessuno si fa domande sugli aspetti psicologici.
A nessuno interessa la motivazione umana. Nessuno parla di sessualità in termini di bisogni emotivi, simbolismo, retaggio dell’infanzia. La sessualità è stata politicizzata: “Nessuna domanda!”, “Niente discussioni!” “I gay sono assolutamente identici agli eterosessuali!”. In questo periodo di inerzia e cecità psicologica, l’arte è diventata noiosa. Nella narrativa, a teatro, al cinema non si scrive niente di interessante. Tutto è noioso perché non c’interroghiamo sugli aspetti psicologici.
Sì, c’è una grande somiglianza fra Bill Cosby e Bill Clinton, al di là delle iniziali! Le giovani femministe devono capire che questi comportamenti prevaricatori degli uomini potenti sono la dimostrazione che si rendono conto che il potere femminile è molto più grande di loro! Queste due persone, Clinton e Cosby, sono emotivamente infantili, sono in guerra contro il potere femminile. È una cosa legata alla sensazione atavica di essere soffocati dal potere femminile: e questi comportamenti patetici, prevaricatori e criminali derivano dal loro senso di inadeguatezza (...).
bill clinton e monica lewinsky
La mia spiegazione è che il femminismo di seconda generazione si è sottratto alla maternità. La donna ideale è la donna in carriera, e su questo sono d’accordo. Per me la missione del femminismo è rimuovere tutte le barriere che impediscono l’avanzamento delle donne nella sfera sociale e politica, dare alle donne le stesse possibilità degli uomini (...).
La cancellazione della maternità dalla retorica femminista ci ha portati all’attuale politicizzazione delle discussioni sul sesso, che impediscono alle donne di rendersi conto del potere immenso che possiedono nei confronti degli uomini. Quando la maternità giocava un ruolo più centrale nella cultura, le madri capivano la fragilità dei loro figli maschi, il bisogno che avevano di protezione e fiducia per superare la loro debolezza.
Le contadine di una volta – le matriarche italiane, le madri ebree – capivano bene la fragilità degli uomini. Le madri governavano il proprio mondo, senza prendere gli uomini troppo sul serio. Sapevano come sostenerli e incoraggiarli a essere più forti: invece il femminismo odierno non riesce a rendersi conto del potere delle donne nei confronti degli uomini. Ma se fai questi discorsi con gli uomini, quasi sempre tocchi una corda sensibile, ti dicono: “Sì, sì! È proprio così!”».
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