IL PAPA PERDONA, BERTONE NO: NIENTE CONCLAVE PER NUZZI

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Chiara Pellegrini per "Libero"

Lo scandalo Vatileaks e il processo al maggiordomo di Benedetto XVI, Paolo Gabriele, sono costati al giornalista Gianluigi Nuzzi il mancato accredito per la sala stampa Vaticana. Nuzzi, firma di Libero, che nel 2012 ha pubblicato il libro «Sua Santità. Le carte segrete di Benedetto XVI», edito da Chiarelettere, non potrà assistere all'elezione del nuovo Papa dalla sala stampa vaticana.

La notizia è stata lanciata su Twitter dallo stesso Nuzzi: «Il Vaticano mi nega l'accredito stampa per seguire il Conclave. Scelta oscurantista, altro che trasparenza libertà di stampa», ha cinguettato. Nuzzi aveva avanzato la settimana scorsa una richiesta di accredito, tramite la prevista procedura online, per poter seguire il Conclave per la rete tv La7.

Ieri mattina, però, è arrivata la risposta negativa. La segreteria del programma chiede chiarimenti ma ufficialmente non ne vengono forniti. Il nuovo vicedirettore della sala stampa vaticana, Angelo Scelzo, che si occupa di concedere gli accrediti, con il quale abbiamo chiesto di parlare, preferisce infatti non rilasciare dichiarazioni.

Tuttavia dalla sala stampa fanno sapere, in via ufficiosa, che «l'accredito era stato richiesto non per seguire il Conclave, ma per filmare alcuni luoghi che generalmente sono off limits per i giornalisti. In un secondo momento è arrivata la richiesta di accredito per il Conclave. In questi giorni con 6.000 accreditati non avevamo tempo di seguirlo. Comunque le spiegazioni sono in mano al direttore de La7, Paolo Ruffini. Dovrebbe sapere tutto».

Secondo Nuzzi, che abbiamo raggiunto al telefono, le spiegazioni non reggono. «La mia richiesta », ha chiarito, «era personale e per seguire i lavori dalla sala stampa. Forse sono state fatte richieste per gli operatori. Ma la domanda da me presentata era personale, non vado in giro con la telecamera». Il progetto del documentario comunque prosegue. «La scelta del Papa» andrà in onda in prima serata su La7 il prossimo 23 marzo.

Secondo i numeri forniti dal portavoce vaticano, padre Federico Lombardi, saranno 5.600 i giornalisti «arruolati» per il Conclave. Numeri che giustificano la scelta di limitare l'accesso alla messa «pro eligendo pontifice», di questa mattina alle 10, che precede l'apertura del Conclave: per i fedeli, ha spiegato padre Lombardi, l'ingresso è libero e non ci sono biglietti, ma non si può dire altrettanto per i giornalisti.

«Quindi», ha spiegato il portavoce, «un accesso fatto sulla base di criteri già da tempo noti: precedenza agli accrediti permanenti, alle grandi agenzie internazionali e una rappresentanza continentale di operatori dei media. È stata pubblicata la lista degli ammessi: in tutto si tratta di 35 fotografi e circa una trentina di testate tv».

In tutto la sala stampa vaticana ha concesso accrediti a 968 testate (oltre ai giornalisti già accreditati presso la sala stampa) di 62 nazioni, i giornalisti prescelti parlano 24 lingue diverse, e sono divisi tra stampa (336), fotografi (156), televisioni (247), radio (231) e web (115). Molti giornalisti (oltre tremila avevano chiesto di poter seguire i lavori del Conclave) hanno ricevuto una risposta negativa all'accredito. Ma non tutti i giornalisti sono autori di un bestseller che ha venduto oltre 230.000 copie. E che ha fatto tremare i sacri palazzi, rivelando, attraverso documenti secretati, faide interne e lotte di potere per ostacolare l'azione di papa Benedetto XVI.

 

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