
DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È…
Enrico Curro per "la Repubblica"
Berlusconi non aveva mai smesso di occuparsi di Milan nemmeno da capo del governo. Ma adesso che si prepara a ridiventare presidente, a poche ore dall´opaco 2-0 al Siena è tornato a dare consigli tattici in pubblico ad Allegri, sorvolando sulle pessime condizioni del prato di San Siro, che i calciatori (da Thiago Silva a Robinho) hanno bollato come pericoloso ostacolo supplementare.
Mentre ribadiva che il rinnovo del contratto all´allenatore è ormai una formalità («la conferma è fuori discussione, lui e Galliani devono solo trovare l´accordo economico sulla parte fissa e sui premi a obiettivo»), Berlusconi gli ha imposto un´impegnativa serie di traguardi tecnici, con tanto di suggerimenti sulla formazione.
Merita la priorità la convinzione che il Milan, anche senza Tevez, sia già sullo stesso piano del Barcellona, fresco distruttore del Santos nel Mondiale per club: vale come imperativo a entrare almeno nella semifinale di Champions. Segue l´invito a inserire Inzaghi nella lista Champions di febbraio. Chiude il noto inno all´offensivismo sfrenato: Pato mai più in panchina, ma accanto a Ibra, con Robinho trequartista e Boateng e Seedorf in mediana.
Ecco il riassunto dei singoli capitoli. Tevez: «Speriamo che arrivi, ma non è fondamentale e io ho già fatto follie. Leonardo è Psg, cioè Qatar e noi i soldi del Qatar non li abbiamo». Barcellona: «Abbiamo una rosa adeguatissima per lo scudetto, siamo più forti della Juve. Ma io ho anche ambizioni europee: uomo per uomo, non siamo inferiori al Barça, a patto di evitare i lanci». Inzaghi: «La sua mezz´ora di altissimo livello la può ancora fare, lo vorrei nella lista Champions».
Cassano: «I medici mi hanno detto che potrà riallenarsi sul campo a fine gennaio». Pato: «Non andrà via: deve giocare e stare vicino alla porta, altrimenti gli avversari si preoccupano solo di Ibra. Io voglio due punte e con Robinho non le abbiamo, è un numero 10. Vedo lui, Pato e Ibra insieme, con Boateng e Seedorf in mediana. Ad Allegri, in presenza di Seedorf, ho appena detto che a uno come Clarence bastano tre situazioni in una partita».
Il mercato: «Non conosco abbastanza Montolivo. Kakà ? Da noi sarebbe sempre il benvenuto. Per i veterani in scadenza di contratto, vedremo: Pirlo è andato via con dispiacere suo e nostro, ma ha avuto un´offerta di tre anni dalla Juve. Noi non potevamo: la mia famiglia, in un momento di contrazione delle entrate, fa sacrifici importanti». Infine il sogno. «Il gioco "alla Barcellona" io lo praticavo da allenatore: 24 passaggi di fila, mai più lunghi di 4 metri». Allegri abbozza e attende la chiamata di Galliani. potrebbe arrivare prima di Natale, al rientro dalla partita di domani a Cagliari.
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