DAGOREPORT – CON L'OPERAZIONE GENERALI-NATIXIS, DONNET SFRUTTA UN'OCCASIONE D'ORO PER…
Marzio Breda per il “Corriere della Sera”
«L’Isis si presenta, così come tutto il terrorismo fondamentalista, come il nuovo vero nemico della civiltà, della democrazia, dei diritti umani. Non è un caso che a Tunisi siano stati aggrediti il Parlamento e un museo, cioè la democrazia e la cultura... Quanto alla Libia, occorre urgentemente che la comunità internazionale appoggi gli sforzi dell’Onu e del suo inviato per raggiungere un cessate il fuoco e la costituzione di un vero governo libico. Poi occorrerà che le Nazioni Unite organizzino una missione che aiuti il governo a stabilizzarsi. L’Italia è pronta a fare la sua parte».
È carico di un’angoscia senza sfumature l’avvertimento che il presidente della Repubblica affida a Christiane Amanpour, della rete globale Cnn. Le ultime carneficine jihadiste e il progressivo disordine nell’atlante geopolitico del Maghreb, dimostrano per lui che il mondo — e in primo luogo il nostro Paese, esposto anche per motivi di prossimità geografica — non può più stare a guardare. Deve mobilitarsi subito, ma non a ranghi sparsi o con iniziative deboli e casuali. La minaccia, infatti, è troppo seria e siamo ormai quasi al time over.
«Quel che è avvenuto in Tunisia è molto doloroso e molto allarmante», spiega Sergio Mattarella alla celebre inviata della tv americana. «Dimostra che l’Isis è un pericolo molto grave, che va affrontato con urgenza perché il tempo è poco. Il terrorismo fondamentalista ha colpito gli Stati Uniti l’11 settembre e in tante altre occasioni.
Ha colpito molti Paesi dell’Europa, sta devastando la Siria, colpisce in tante altre aree del pianeta. Ed è allarmante la persecuzione dei cristiani in Medio Oriente e in alcuni Paesi del centro Africa. Quel che è avvenuto dimostra la gravità di questo pericolo... Risulta davvero sconcertante sentir esaltare come atto di eroismo lo sparare su persone inermi: è il massimo della barbarie».
Concentrando poi il focus dell’intervista (realizzata al Quirinale e andata in onda ieri sera) sui particolari rischi che corre l’Italia, il capo dello Stato unisce le incognite politiche alle drammatiche e sempre più pressanti emergenze umanitarie. Con una riflessione che si sposta soprattutto su ciò che sta avvenendo a Tripoli e dintorni, dove s’impone una missione di pace.
«A parte l’episodio in Tunisia», dice il presidente, «quello che preoccupa maggiormente è la situazione in Libia, che crea allarme per una serie di motivi. Il primo è nei confronti della stessa Libia, perché i cittadini libici sono costretti a vivere nel disordine e nella paura della guerra civile. Inoltre l’Isis si sta insediando in Libia, con il rischio di far diventare quel territorio, vicino all’Europa, una base per operazioni di terrore.
Infine la condizione di caos in quel Paese favorisce i trafficanti di esseri umani, che mettono in mare con gravi rischi tante donne, uomini, bambini, guadagnando somme ingenti con questa speculazione».
Ecco un punto che Mattarella sottolinea con forza, nel botta e risposta con la giornalista della Cnn . Suona quasi come un memorandum per ricordare ciò che ha significato l’impegno degli italiani nel soccorso a decine di migliaia di boat people avventuratisi ad attraversare il Canale di Sicilia, e per invitare la comunità internazionale (e soprattutto l’Ue) a condividerlo. Un’esortazione che aveva fatto una decina di giorni fa a Bruxelles e che ora ripete con qualche argomento in più. Così, rievoca la missione di Mare Nostrum, che «ha salvato molte vite».
Un «buon programma da ripristinare?», gli viene chiesto. «Lo decideranno governo e Parlamento», replica. «Ma quello che posso dire è che per noi è un orgoglio... e non era un’operazione che incentivava l’arrivo dei naufraghi», aumentato del «60 per cento» da quando è stata istituita Triton. Perciò è compito dell’Europa «essere all’altezza della sua storia e delle sue responsabilità». Sapendo che «la prima esigenza è salvare» quell’umanità in fuga, «ma occorre anche accoglierla».
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