
DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA…
Franco Bechis per “Libero quotidiano”
Per fare una legge ci vogliono mesi. Per approvare la legge salva-bilanci dei partiti al ritorno dopo oltre 30 giorni di ferie, ai deputati sono bastate tre ore. Ce l’avrebbero fatta anche in 30 minuti, non fosse per quei birichini del Movimento 5 stelle che hanno piantato-inutilmente- un bel chiasso facendo mancare il record di velocità agli altri partiti. Ma in tre ore è passata lo stesso la leggina che si sono fatti per incassare i finanziamenti pubblici del 2013 e del 2014 che erano ancora bloccati perché non era stato possibile- alla commissione di controllo che loro stessi avevano creato- controllare spese ed entrate.
Già che c’erano i furbetti del rimborsino si sono estesi la cassa integrazione in deroga ai partiti nati dopo la legge e anche a tutte le federazioni locali. La leggina dei record porta la firma di Sergio Boccadutri, ex Sel poi finito fra le braccia del Pd di Matteo Renzi. Serviva a rinforzare (con 7 unità) la commissione di garanzia sui partiti politici che dovrebbe controllare la loro documentazione contabile, e che in questi due anni non è riuscita a farlo, arrendendosi per mancanza di strumenti.
Dato che c’erano i partiti hanno deciso di fare valere le regole mai applicate solo dal 2015 in poi: intanto si possono incassare i soldi pubblici senza alcun controllo. Eppure quella legge che stabiliva i controlli e la stessa commissione se l’erano inventata loro: evidentemente sapevano che sarebbe stata una farsa, e cche comunque i soldi se li sarebbero incassati.
Diventa davvero difficile per i cittadini accettareb l’ennesima beffa sui soldi pubblici ai partiti: prima delle campagne elettorali si sono fatti una legge spot che poi non hanno applicato, e ora si fanno il condono per sanare le irregolarità compiute nel frattempo. Si aggiungono il regalino della cassa integrazione, e non pensano nemmeno per in istante a correggere il vero scandalo che hanno nascosto nella legge che avrebbe abolito il finanziamento pubblico (e non lo ha fatto).
Il vero scandalo è quello della trasparenza sui finanziamenti privati, che per la prima volta in 70 anni Renzi e il Pd hanno abolito, consentendo ai mecenati dei partiti di invocare la legge sulla privacy e non rendere pubblica la loro identità. In nessuna altra democrazia al mondo questo è possibile.
Questa era la sola modifica necessaria: inserire un comma che stabilisce il divieto di finanziare partiti a chi non vuole fare sapere la sua identità. Se ci tiene alla privacy, si tenga i soldi in tasca con guadagno per tutti: il finanziatore e la trasparenza della democrazia. Essendo una modifica necessaria e urgente, ovviamente nessuno si è sognato di presentarla…
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