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PER GIORGIA MELONI LA FAIDA TRUMP-MUSK È UN BEL CETRIOLONE: IL SUO RAPPORTO CON IL PRESIDENTE USA PASSAVA SOLTANTO ATTRAVERSO I BUONI UFFICI DEL MILIARDARIO KETAMINICO. LA PORTA SBATTUTA IN FACCIA A ELON LA METTE IN SERIA DIFFICOLTÀ: E TANTI SALUTI ALLA PRESUNTA “SPECIAL RELATIONSHIP” CON IL CIUFFO PLATINATO DI MAR-A-LAGO – BENJAMIN HARNWELL, GIÀ REFERENTE DI STEVE BANNON IN EUROPA: “LE CONSEGUENZE PIÙ PESANTI POTREBBERO ESSERE IN ITALIA. L’INTERA STRATEGIA DI GIORGIA MELONI DI ESSERE UN PONTE FRA GLI USA E L’EUROPA GIRAVA ATTORNO AL SUO RAPPORTO PERSONALE CON ELON. ORA VEDREMO COSA ACCADRÀ DEL SUO 'PONTISMO'. LA PROFONDITÀ DELLA RELAZIONE TRA MELONI E TRUMP NON È COSÌ SALDA COME GLI ITALIANI LA PERCEPISCONO..."
Benjamin Harnwell: “Elon Musk è un approfittatore, Meloni lo scarichi”
Estratto dell’articolo di Francesco Semprini per www.lastampa.it
«Elon Musk era un elemento destabilizzante per l’amministrazione di Donald Trump, senza di lui la leadership degli Stati Uniti è più forte».
A dirlo è Benjamin Harnwell, già “concessionario” dell’abbazia di Trisulti e referente di Steve Bannon in Europa dall’Italia, che da tempo aveva messo in guardia sulla figura del multimiliardario.
L’ha sorpresa il divorzio tra Trump e Musk?
«Me lo aspettavo, lo dicevo da tempo. Con Steve Bannon, nella nostra trasmissione War Room, abbiamo denunciato più volte l’opportunismo di Musk e la sua pericolosa deriva globalista e plutocratica. Abbiamo ripetuto costantemente che i giorni di Elon nel circolo di Maga erano contati. E abbiamo avvertito costantemente il governo italiano di non costruire un’intera strategia geopolitica attorno alla vicinanza di questo signore alla Casa Bianca».
Che cosa non funzionava?
«Trump e Musk hanno interessi diversi. Chi è stato in grado di capire i segnali non si è fatto ingannare dalle apparenze, il nostro motto è “segnale, non rumore”. Elon era un elemento di destabilizzazione per l’amministrazione, ora la leadership Usa è ancora più forte».
Qual è stato, a suo avviso, il fattore scatenante?
«Musk puntava a blindare le agevolazioni sulle vendite di auto elettriche, aveva un obiettivo chiaro, tutelare i suoi interessi, che però sono in conflitto con quelli di Trump. [...]».
[...] Bannon ha sempre nutrito un forte scetticismo e un’aspra critica nei confronti di Musk. Perché?
«Si erano conosciuti quando Steve era capo stratega della Casa Bianca nel Trump I, e ha capito subito che tipo era e che cosa voleva dal presidente, come tentava di esercitare la sua influenza per avere un trattamento preferenziale».
Perché Trump lo ha coinvolto nel governo?
«Perché a Trump piace dare a tutti almeno un’opportunità di dimostrarsi. Musk ha dato un sacco di soldi alla campagna elettorale, attorno a 285 milioni di dollari, sebbene [...] voglia sottolineare che Trump non è assolutamente uno che si vende, qui si vede lo sbaglio principale nel calcolo di Musk».
È d’accordo con Musk quando dice che il tycoon non ce l’avrebbe fatta a vincere senza il suo contributo?
«Sono due gli elementi per cui Trump ha vinto nel 2024, l’attentato di Butler, in Pennsylvania e la reazione così eroica e immortale del presidente col suo grido “fight, fight, fight” con il sangue sulla faccia. Il secondo è il sostegno di Elon, determinante anche per incassare la maggioranza repubblicana in Camera e Senato. [...]».
Secondo lei la rottura è definitiva?
DONALD TRUMP - ELON MUSK - GIORGIA MELONI
«Sì. Musk ha fatto delle affermazioni gravissime e scandalose nei confronti di Trump, che non possono essere ritratte. Adesso la maschera è caduta, è stato superato il punto di non-ritorno. A questo punto bisogna capire se ci sono i presupposti affinché possa essere deportato in Sudafrica».
[...] Nessuno strascico quindi?
«Le conseguenze più pesanti potrebbero essere altrove - per esempio qui in Italia. L’intera strategia di Giorgia Meloni di essere un ponte fra gli Usa e l’Europa girava attorno al suo rapporto personale con Elon. Ora vedremo cosa accadrà del suo “pontismo”. La profondità della relazione tra Meloni e Trump non è così salda come gli italiani la percepiscono».
GIORGIA MELONI - DONALD TRUMP - ELON MUSK - IMMAGINE CREATA CON L IA E PUBBLICATA DA ANDREA STROPPA
MELONI - MUSK - TRUMP - MACRON MURALE IN VIA DELLA PILOTTA ROMA
l attentato a trump foto di doug mills del new york times premio pulitzer
L ATTENTATO A DONALD TRUMP IN VERSIONE SIMPSON BY CHATGPT
steve bannon elon musk - saluto romano - vignetta by vukic
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