LA LIBERAZIONE DI CECILIA SALA È INDUBBIAMENTE UN GRANDE SUCCESSO DELLA TRIADE MELONI- MANTOVANO-…
Mirko Molteni per “Libero Quotidiano”
Nel giorno in cui il segretario di Stato americano John Kerry arrivava a Mosca per vedere il collega Serghei Lavrov e il presidente Vladimir Putin, Bruxelles s'impuntava sulle sanzioni, a giudicare dalle anticipazioni di ieri che prefigurano per venerdì il rinnovo delle misure adottate fin dal 1° agosto 2014 a seguito della crisi ucraina.
Le sanzioni dovranno essere rinnovate su base semestrale dal 31 gennaio 2016, quando scadrà l' attuale sessione, e la decisione dovrebbe essere presa il 18 dicembre, stando a quanto confermato ieri dal polacco Donald Tusk, presidente del Consiglio europeo.
Dopodomani si riunirà allo scopo il Coreper, Comitato dei rappresentanti permanenti, dei 28 paesi dell' Unione Europea. Nonostante l' Italia sia fra i Paesi più danneggiati dall' embargo, ancora nelle ultime ore la rappresentante degli Affari Esteri dell' Unione Europea, Federica Mogherini, ha dato ad intendere che «politicamente parlando, la valutazione generale è andata nella direzione di un rinnovo delle sanzioni».
La scorsa settimana, in sede di riunione degli ambasciatori Ue, l'Italia si era opposta al rinnovo automatico delle sanzioni; tentativo subito rientrato: il ministro degli Esteri Gentiloni ha dichiarato che il ventilato ammorbidimento «non sta né in cielo né in terra».
merkel e putin alla finale dei mondiali al maracana
In barba alle nostre aziende, specie quelle agricole, dato che il gioco di sanzioni e contro-sanzioni russe di rappresaglia avrebbe già compromesso il 27% dell' export agroalimentare italiano diretto in Russia, con punte del 50% e oltre in regioni come la Lombardia, stando ai dati divulgati dalla Coldiretti.
Il mantenimento dell' embargo solleva malumori in tutta Europa, specie in Germania, dove al mondo industriale è indigesta l' intransigenza della cancelliera Angela Merkel. Sempre ieri il giornale economico tedesco Deutsche Wirtschafts Nachrichten ha osservato, in polemica con Berlino, che molte nazioni Ue, dalla Francia, alla Grecia al Lussemburgo, vorrebbero il disgelo economico col Cremlino, ma tentennano per timore di mettersi contro alla Merkel. Stessa paura della «maestra» che affliggerebbe anche il governo italiano.
john kerry con lavrov ministro degli esteri russo
Il vertice di ieri a Mosca è certo un passo importante, se è vero che Kerry e i russi si sono detti d' accordo nel «collaborare contro il terrorismo» e soprattutto per arrivare a una mediazione in Siria. «Russia e Usa - ha detto il ministro americano - possono insieme fare la differenza e proseguire la mediazione iniziata con i colloqui di Vienna».
Al che Putin ha ribattuto che «stiamo cercando soluzioni alle crisi più complesse». Entrambe le potenze vorrebbero iniziare il 2016 facendo sedere il presidente siriano Bashar Assad a un tavolo con le opposizioni non terroristiche, per poi arrivare a libere elezioni entro i successivi 18 mesi. Ma li divide ancora la posizione nei confronti di Assad, che Mosca considera pur sempre il legittimo capo di stato a cui chiedere il permesso per bombardare le zone soggiogate dal Califfato. Inoltre, ancora gli Usa accusano l' aviazione russa di bombardare non solo l'Isis, bensì anche formazioni ribelli vicine a Washington.
Mentre Kerry, Lavrov e Putin cercavano la quadra politica, si svolgevano paralleli colloqui militari su una reale coordinazione degli attacchi aerei, fra il capo di Stato Maggiore russo, generale Valery Gerasimov, e il generale americano Joseph Dunford, per conto del Pentagono. Hanno parlato di come «spartirsi» lo spazio aereo siriano senza che i rispettivi aerei da caccia si intralcino, ma molto resta da fare per evitare nuovi incidenti come l'abbattimento tre settimane fa del Su-24 russo da parte turca.
Le aperture diplomatiche, insomma, sono tanto graduali che la Russia ha ammonito una volta di più l'America proprio nelle ore in cui Kerry atterrava a Mosca, mediante un rapporto ufficiale pubblicato dal ministero della Difesa che evidenzia il decollo della potenza militare russa nel solo ultimo anno.
CARTINA ATTACCO RUSSIA IN SIRIA
Stando ai dati divulgati ieri dal Cremlino, in sostanza, durante l' ormai concluso 2015 l' esercito russo ha ricevuto ben 1172 carri armati, il più alto numero di nuovi cingolati dopo il crollo dell' URSS nel 1992. E fra essi l' ancora misterioso T-14 Armata, ultimo grido del carrismo, svelato alla parata sulla Piazza Rossa lo scorso maggio.
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