PER PENATI UN’INTESA DI TROPPO - “LA STAMPA” CI CONFERMA NELLE NOSTRE MODESTE OPINIONI: PASSERA È UN SANTO – LA COSA DIVERTENTE DELL’INCHIESTA DI MONZA, PIENA DI TRAFFICI MILIONARI SU VARI CONTI TRA SESTO SAN GIOVANNI, LA SVIZZERA E IL LUSSEMBURGO, È CHE I FUNZIONARI DI INTESA SANPAOLO NON HANNO MAI FATTO PARTIRE UNA SOLA SEGNALAZIONE ANTIRICICLAGGIO ALLA BANCA D’ITALIA E SI PREOCCUPAVANO SOLO CHE NELLE EX AREE FALCK NON ARRIVASSE LA BANCA DI ROMA “PER UN FATTO DI PRESTIGIO”...

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Giovanna Trinchella per "La Stampa"

Nell'affare Falck, la vendita delle ex aree industriali, la loro riqualificazione e la tangente da quattro miliardi di lire pagata, c'è un altro protagonista secondo la Procura di Monza: una «ingombrante presenza limita e condiziona le scelte di Pasini (Giuseppe, il costruttore cui Filippo Penati chiese appunto venti miliardi di lire, ndr), aumentandone il grado di debolezza verso i Pubblici Amministratori». È Banca Intesa scrivono i pm Franca Macchia e Walter Mapelli nella richiesta di arresto per l'ex capo della segreteria di Pier Luigi Bersani.

Perché se è vero che «Penati ordina e Pasini obbedisce» perché vuole «entrare nella storia della città e di diventare un imprenditore di alto profilo» per i pm è anche vero che le «operazioni» Falck e Marelli «sono oltretutto operazioni indotte perché fortemente volute da Banca Intesa, sia in funzione di presidio del territorio sia di investimento nel settore immobiliare ad alto margine di profitto».

È un manager Intesa (l'istituto non è iscritto al registro degli indagati come persona giuridica) che fa presente a Pasini senior che i suoi debiti crescono e che Luigi Zunino, numero uno del gruppo Risanamento, avrebbe potuto pagarlo in contanti. Luca Pasini, figlio del costruttore, racconta di un incontro con l'uomo più importante del gruppo:

«...Nel 2003/2004 io e mio padre fummo convocati da Passera, nuovo ad di Banca Intesa, il quale ci spiegò che le nuove strategie aziendali non contemplavano la realizzazione di un centro direzionale unico, che il contratto era già scaduto senza che noi avessimo adempiuto ai nostri obblighi e che, pertanto, non ci era dovuto alcun risarcimento. Contemporaneamente ci assicurò che la banca ci avrebbe assistito nella rivalutazione dell'area e nella ricerca di nuovi investitori...».

Questo perché argomentano gli inquirenti «la Banca è, insieme ai soggetti politici, l'elemento di continuità, anche se non di coerenza (in ragione di decisioni ondivaghe), negli 11 anni della storia della riqualificazione dell'area Falck». E' Banca Intesa, insieme a Penati, a «spingere» Pasini (che aveva debiti con l'istituto bancario che continuavano a crescere, ndr), e a sostituire il costruttore con Zunino nel 2005 e con Bizzi nel 2010. E questa presenza limita e condiziona le scelte di Pasini, aumentandone il grado di debolezza verso i Pubblici Amministratori».

L'istituto bancario - che con la nomina di Corrado Passera non realizzò la sede nell'area non risponde di nulla come persona giuridica, ma i pm monzesi sostengono che la banca, nella persona di un manager dell'area crediti, «fosse consapevole e complice nell'illecito»: ovvero la tangente pagata da Pasini a Penati.

«Appare significativo il ruolo di Banca Intesa nella costituzione della provvista per la "stecca" in Lussemburgo» perché cronologia e modalità appaiono strani: «La banca - osservano gli inquirenti nell'appello al Tribunale del Riesame - accredita in Italia una somma di oltre 4 miliardi di lire che viene trasferita a Intesa Luxembourg per l'acquisto di non meglio precisate obbligazioni, le quali il 28 marzo del 2001 vengono monetizzate, e il corrispettivo, ritirato in contanti da Di Caterina, viene depositato su un proprio conto aperto presso la stessa Banca Intesa Luxembourg.

L'anticipazione di credito viene poi approvata nel settembre del 2001 dai vertici della banca». Cosicché «la celerità nell'accredito della somma (non per un urgente intervento economico/finanziario ma per l'acquisto di obbligazioni) e la successiva movimentazione del denaro inducono a ritenere che la banca... fosse assolutamente consapevole e complice nell'illecito». Questo il quadro anche molto lontano nel tempo: allo stato c'è un manager Intesa indagato per concorso in corruzione, ma è per il filone dell'inchiesta per l'affare Serravalle.

 

Filippo Penati PROGETTO PER L AREA FALCK AREA FALCK SESTO SAN GIOVANNI grattacielo intesaCorrado Passera