
DAGOREPORT - NON CI SARÀ ALCUNA ROTTURA TRA MARINA E PIER SILVIO: NONOSTANTE LA NETTA CONTRARIETÀ…
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Ma perché la Comunità di S. Egidio, quella che Riccardi Andrea ha portato in politica con Mosè Monti egemonizzandone la relativa lista, non è molto ben vista nel mondo cattolico e, soprattutto, in Vaticano. La risposta è semplice: i grandi nemici storici di S. Egidio sono la Segreteria di Stato e la Conferenza episcopale italiana, indipendentemente dai cardinali che di volta in volta guidano la Curia e i Vescovi italiani. E questo per il semplice fatto che la Comunità non ha mai rispettato le gerarchie, ultima regola rimasta in Vaticano.
Riccardi ha colto al volo l'opportunità di entrare nel governo di Mosè Monti l'anno scorso, dopo aver ingaggiato e vinto una battaglia con Terzi di Santaqualcosa per sfilare la Cooperazione al ministero degli esteri e, infine, conquistare completamente la fiducia dell'ex rettore della Bocconi, diventandone l'alfiere e ridimensionando Italia Futura e imbarcando invece vecchi arnesi degli anni 80 della prima Repubblica come il suo capo di gabinetto, Fautilli, che è capolista per Lazio 2, oppure Monaci, senese coinvolto in tutte le vicende più o meno oscure o troppo chiare di Mps.
E Pezzotta, ex capo di Cisl ha abbandonato sdegnato la nave, Bonanni, della Cisl attuale capo, si è defilato, Natale Forlani, portavoce del Forum di Todi ha espresso dissenso e distanze, cosi come il Movimento cristiano lavoratori di Carlo Costalli (una volta caro a Sua Eminenza il Cardinal Benelli) e altre realtà collaterali a Santa Romana Chiesa.
Ma qual è stato l'errore di Riccardi, che ha avuto come grandiosa conseguenza quella di far coalizzare le gerarchie della Chiesa (Bertone e Bagnasco) con la base dei movimenti ecclesiali nella guerra a S. Egidio? Uno solo, aver politicizzato in maniera eccessiva, malgrado la sua non candidatura finale, una comunità che comunque svolge una attività ecclesiale trascinandola in una contesa politica impropria che non è condivisa del tutto nemmeno all'interno.
L'esito attuale è che aumentano i nemici di S. Egidio e cresce il disagio in Vaticano. E tutto ciò per eleggere una pattuglietta di deputati e senatori che, in tutti i casi, avranno un ruolo marginale negli assetti politici della prossima legislatura?
Il primo ad essere preoccupato di questo è Monsignor Paglia, già vittima dell'ostilità di Curia e Cei verso la Comunità con il ritardo segnato dalla sua carriera ecclesiastica, la nomina avvenuta solo nel 2008 a vescovo di Terni e la mai avvenuta promozione a cardinale nonostante ne avesse i titoli (le malelingue, come è noto molto attive Oltretevere, aggiungono che l'ultima tornata di nomine cardinalizie fatta da Papa Ratzinger non ha incluso italiani proprio per evitare la nomina del capo spirituale dell'"Onu di Trastevere").
Monsignor Paglia in questi giorni infatti ha avuto molti colloqui con esponenti politici di diversi partiti per esprimere tutto il dissenso e l'imbarazzo della Comunità di S. Egidio così pesantemente strumentalizzata per le ambizioni di Riccardi e il piccolo marketing elettorale di Mosè Monti che mette in lista gay, sportivi e cristiani con la stessa presuntuosa leggerezza.
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