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L’UCCISIONE Di AL ZAWAHIRI È SOLO IN APPARENZA UN SUCCESSO PER GLI USA – AYMAN AL ZAWAHIRI ERA L’ULTIMO “PESCE GROSSO” IN CIRCOLAZIONE, PER QUANTO LA SUA INFLUENZA SUL FRAMMENTATO NETWORK DI AL QAEDA FOSSE RIDOTTA – EPPURE IL FATTO CHE SI NASCONDESSE PROPRIO A KABUL DIMOSTRA IL DISASTRO POLITICO E MILITARE CAUSATO DAL RITIRO DEGLI STATI UNITI DALL'AFGHANISTAN: I GRUPPI JIHADISTI NON SE NE SONO MAI ANDATI DAL PAESE E I TALEBANI NON HANNO RISPETTATO GLI ACCORDI DI DOHA…

Roberto Bongiorni per “Il Sole 24 Ore”

 

Ayman al Zawahiri

Per il presidente americano Joe Biden probabilmente non poteva esserci momento migliore. Per la leadership talebana, invece, uno peggiore era difficile da immaginare. Le commemorazioni, volute o non volute, hanno sovente bisogno di un evento che le enfatizzi.

 

Nel mese che ha visto il disastroso ritiro delle truppe americane dall’Afghanistan (conclusosi il 30 agosto 2021), il raid che ha portato sabato all’uccisione di Ayman Zawahiri, proprio a Kabul, rappresenta un grande successo - militare e politico - per il presidente americano. Zawahiri era l’ultimo grande terrorista in circolazione. Il chirurgo del terrore, il jihadista che aveva fondato insieme a Osama Bin Laden la rete di al-Qaeda e pianificato gli attacchi contro le Torri Gemelle. Era il pesce più grosso, per quanto la sua influenza sull’ormai frammentato network di al-Qaeda fosse di gran lunga ridotta.

 

al zawahiri con bin laden

Per la leadership talebana si tratta invece di un caso imbarazzante. Se non avessero saputo nulla della presenza di Zawahiri a Kabul significherebbe che non esercitano il controllo neanche sulla loro capitale. Se lo avessero saputo, allora avrebbero violato un asse portante degli accordi di pace con gli Usa.

 

A 12 giorni dall’anniversario della simbolica conquista di Kabul, e quindi della creazione del loro secondo Emirato, che peraltro ha riportato indietro il Paese di molti anni, veder bombardata la propria capitale dalla potenza a cui si chiede da tempo di essere riconosciuti come Governo legittimo, da cui ci si attende lo sblocco dei fondi della banca centrale afghana (sette miliardi di dollari) custoditi presso la Federal Reserve, e da cui si spera possano arrivare presto altri miliardi di aiuti, tutto ciò è umiliante.

 

ricostruzione dell uccisione di al zawahiri

Biden può esultare. Gli Stati Uniti sono in grado di colpire il nemico, dovunque e in qualunque modo. Anche senza “boots on the ground”, ha rimarcato. Le elezioni di Midterm si avvicinano. Il colpo segnato può risollevare in parte la sua popolarità in un momento in cui è quasi ai minimi.

 

Ogni cosa, tuttavia, può esser guardata da diverse angolazioni. Se si abbandona la retorica elettorale il caso Zawahiri segna la sconfitta di entrambi.

 

Quando gli Stati Uniti iniziarono a ritirarsi la priorità era soprattutto una: che abbandonando l’Afghanistan non tornassero gruppi jihadisti decisi a creare una base per sferrare attacchi al mondo occidentale. Una delle colonne portanti negli accordi di pace di Doha era proprio l’assicurazione da parte dei talebani di non consentire a gruppi di estremisti islamici di operare sul loro territorio. Tantomeno di cooperare con loro.

 

il momento in cui biden ha autorizzato il raid contro al zawahiri

La presenza di Zawahiri a Kabul, si presume protetto da almeno una parte dei talebani, è un campanello d’allarme di cui tutti devono tener conto. Se poi si considera che sulla testa del ministro degli Interni talebano, Sirajuddin Haqqani, un uomo con solidi legami con i gruppi qaedisti pakistani, pende un taglia di 10 milioni di dollari del Dipartimento di Stato Usa, e che altri membri del Gabinetto talebano coltivano relazioni pericolose con al Qaeda, l’Afghanistan che si sono lasciati dietro gli americani è decisamente peggiore rispetto a quello in cui faticosamente cercavano di garantirne la sicurezza.

ayman al zawahiri

 

E che dire dei “nuovi” talebani? Nonostante si fossero presentati in principio come un gruppo di moderati, deciso a non smantellare i progressi che il Paese aveva compiuto negli ultimi 20 anni nel campo dell’economia e soprattutto in quello dei diritti umani, mese dopo mese stanno mostrandosi per quello che sono. Ormai le ragazze non possono nemmeno più frequentare le scuole.

 

Il Paese è in balia di una gravissima crisi umanitaria, la peggiore al mondo. Il 15 agosto cade l’anniversario della ri-conquista di Kabul. Ma sarà una triste commemorazione. Per gli americani, protagonisti di un disastro politico e militare. Per i talebani, ormai divisi e incapaci di amministrare il Paese. Ma soprattutto per i civili. Nel tunnel in cui si trovano non si vede alcuna luce. Anzi, potrebbe esser ancora più buio e lungo di quanto già si immaginassero.

la casa di kabul dove e' stato ucciso ayman al zawahiri osama bin laden ayman al zawahiri AL ZAWAHIRIayman al zawahiri