MEDIORIENTE DI FUOCO - PERFINO IL PRESIDENTE-COLOMBA SHIMON PERES HA DETTO IN TV CHE “L’OPZIONE MILITARE CONTRO L’IRAN SI AVVICINA” - LA POSSIBILITÀ DI UN ATTACCO ISRAELIANO CONTRO I SITI NUCLEARI DI AHMADINEJAD SPAVENTA GLI STATI UNITI, CHE NON HANNO LA FORZA O LA VOGLIA DI UN’ALTRA GUERRA, PROPRIO MENTRE LASCIANO L’IRAQ (CONSEGNANDOLO ALL’IRAN, TRA L’ALTRO) - A TEL AVIV SI SONO SVOLTE IMPRESSIONANTI SIMULAZIONI DI UN ATTACCO CHIMICO-NUCLEARE…

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1- IRAN: USA TEMONO ATTACCO ISRAELE SENZA COORDINAMENTO
(Adnkronos/Aki) - Gli Stati Uniti temono che Israele possa prepararsi ad attaccare l'Iran, a causa del suo programma nucleare, senza informare Washington. E' quanto ha affermato un alto ufficiale americano alla Cnn, dopo che ieri il presidente israeliano Shimon Peres
ha affermato che l'opzione militare contro l'Iran potrebbe essere vicina. A condizione di anonimato, l'ufficiale ha affermato che gli Usa sono "assolutamente" preoccupati dalla possibilita' di un attacco israeliano e per questo i militari statunitensi sono "sempre piu' vigili" sulle attivita' di Gerusalemme e Teheran.


2- "ISRAELE, L´ATTACCO ALL´IRAN SI AVVICINA" - PERES SHOCK IN TV: CONTRO LA MINACCIA NUCLEARE LE SANZIONI NON BASTANO
Fabio Scuto per "la Repubblica"

Sale rapidissima la tensione sul nucleare iraniano e si avvicina la possibilità che Israele possa arrivare a un "attacco preventivo" contro i siti atomici degli ayatollah. Da giorni il "caso Iran" - se, come e dove colpire - è in prima pagina sui giornali israeliani che ogni giorno pubblicano nuove rivelazioni sui preparativi di quest´attacco.

Non è un segreto che il premier Benjamin Netanyahu vuole un attacco sui siti iraniani sospettati di preparare l´arma atomica il prima possibile, in questo è sostenuto dal suo ministro della Difesa Ehud Barak e dal suo ministro degli Esteri Avigdor Lieberman. Ma Netanyahu nel consiglio dei ministri non ha raggiunto ancora quella maggioranza di voti necessaria per impartire un ordine d´attacco che equivale a una dichiarazione di guerra.

Ieri sera intervistato dalla rete privata israeliana "Channel 2" anche il presidente Shimon Peres ha detto che «l´opzione militare nei confronti dell´Iran, da parte di Israele e di altri Paesi, sembra avvicinarsi mentre le chance di una soluzione diplomatica si stanno affievolendo». Contrari ad un attacco in questo momento gli Stati Uniti, che però sono molto avanti della preparazione a un eventuale attacco: hanno mobilitato due flotte che incrociano tra il Mar Rosso e l´Oceano indiano, sono di ieri le rivelazioni sulla partecipazione della Gran Bretagna con navi e sommergibili all´attacco americano contro i siti nucleari sospetti.

«I servizi di sicurezza di tutti i Paesi comprendono che il tempo stringe e di conseguenza avvertono i rispettivi dirigenti», ha detto ancora Peres ieri sera durante l´intervista, «a quanto pare l´Iran si avvicina alle armi nucleari. Nel tempo che resta dobbiamo esigere dai Paesi al mondo di agire, e dire loro che devono rispettare gli impegni che hanno assunto, e far fronte alle loro responsabilità: sia che si tratti di sanzioni severe sia che si tratti di una operazione militare».

Anche se la Casa Bianca ha ricevuto assicurazioni attraverso il capo del Pentagono Leon Panetta, che ha visto recentemente il premier Netanyahu ricevendone l´assicurazione che Israele non attaccherà l´Iran senza coordinarsi con altri Paesi, i preparativi in Israele sono molto avanti e diversi segnali indicano che il dispositivo militare, tutta la forza aerea possibile, è pronto a scattare.

Negli ultimi giorni è stato testato un missile balistico di tipo "Gerico", che può anche essere armato con ordigni nucleari, in grado di raggiungere l´Iran e tutti i media israeliani hanno riportato con grande evidenza la notizia. Poi la rivelazione che nell´ambito di un addestramento presso una delle basi Nato nel Mediterraneo, quella di Decimomannu in Sardegna, i top-gun israeliani hanno simulato attacchi - lo riferito il portavoce militare - sul "lungo raggio".

Ma se il capo del governo israeliano Netanyahu è ben deciso a dare l´ordine di attacco, chi deve poi eseguire l´ordine avanza le sue perplessità. Sono contrari all´attacco contro i siti nucleari iraniani tutti i vertice dell´intelligence, del Mossad, del servizio segreto interno Shin Bet, del servizio segreto militare Aman.

A cui aggiungono le perplessità del capo di stato maggiore Benny Gantz e di quello dell´Aeronautica. Troppi gli obiettivi da colpire contemporaneamente e molti protetti da veri e propri bunker, nella presunzione di avere informazioni certe su tutti gli obiettivi da colpire. Il risultato stimato è quello non di distruggere il programma nucleare iraniano ma di rallentarlo di due-tre anni, aprendo invece un conflitto destinato a sconvolgere gli equilibri del Medio Oriente.


3- "DAY AFTER" IN ISRAELE, PROVE DI GUERRA E DIFESA CONTRO L'ATOMICA IRANIANA - I PIANI DI EVACUAZIONE
Giulio Meotti per "Il Foglio"

Gli strike contro le installazioni atomiche iraniane sono su tutte le prime pagine dei giornali ebraici, ma in Israele c'è anche un lavorìo pratico, di massima allerta, per salvaguardare la popolazione civile. Le notizie che filtrano dall'intelligence sono laconiche ma pregnanti: non se ne parla di bombardare Teheran durante l'inverno, il clima non è buono. Intanto c'è una preoccupante frenesia di autodifesa, segno che il governo Netanyahu ha accelerato i piani da qualche settimana. Ieri, mentre l'esercito testava Jericho III, il missile che porta testate nucleari e che può colpire le centrali iraniane, la popolazione di Tel Aviv per la prima volta da molti anni è tornata a sentire le sirene. Hanno suonato alle 10.05 nel Gush Dan, che ospita un quarto di tutta la popolazione.

Un'esercitazione di massa "Nbc", pericolo nucleare, biologico e chimico. I tre incubi d'Israele. Si sa che la Siria ha agenti chimici patogeni, fra cui il "VX", il gas sarin che brucia la pelle e soffoca. Potrebbe anche averli dati a Hezbollah. Israele ha messo a punto sirene speciali per i missili che possono portare armi chimiche. Matan Vilnai, ministro per la Difesa interna, ha fatto sapere che in caso di guerra con Teheran "non ci sarà distinzione fra il fronte e le retrovie".

Il pronostico è fosco: "Mille missili al giorno, per un mese, senza un attimo di respiro". Dopo la guerra del 2006, il paese è stato munito di oltre tremila sirene. Ieri Israele ha simulato la morte di 400 persone in un solo colpo a causa di missili a lunga gittata. Si teme per la centrale elettrica di Reading: se colpita, fermerebbe il paese. Ci sono teatri, come l'Habima, che sotto terra accoglieranno migliaia di persone.

A Safed, località strategica in caso di attacco di Hezbollah, si costruisce il primo ospedale-bunker al mondo per bambini. Anche la Knesset, il Parlamento, ha sperimentato i rifugi. Il governo ha invece una "località segreta" nelle montagne della Giudea. Si è cominciato a discutere un piano di evacuazione per Ramat Gan, la vasta periferia di Tel Aviv su cui caddero i missili nel 1991. Si parla dello sgombero di decine di migliaia di persone verso il deserto del Negev, dove devono essere approntate ampie tendopoli.

Fra le misure di difesa, Israele ha messo a punto un sistema della compagnia Ericsson che farà apparire su tutti i cellulari e cartelloni pubblicitari l'allarme "in tempo utile" per cercare un rifugio. Gli ospedali hanno già i piani per la disinfestazione e le grandi emergenze. Lo Yamam, la polizia antiterrorismo, si organizza velocemente in funzione dei nuovi scenari, come attentatori suicidi con "bombe sporche".

Le industrie più sofisticate, come la Bezec, la maggiore impresa di telefonia, assieme alle banche si stanno attrezzando con tecnologie di sostituzione in caso di collasso generale del paese. Si distribuiscono depliant dai titoli emblematici, come "spazio protetto", "equipaggiamenti necessari", "siringa", "centri di aiuto", "economia di emergenza" e "provviste". Ogni casa diventerà un fronte. Si dovranno sigillare con la plastica porte e finestre, verificare i telefonini, le radio, i computer.

Il giornale Yedioth Ahronoth ha raccontato anche di un gigantesco rifugio antiatomico alle porte di Gerusalemme, sull'esempio di quelli costruiti negli Stati Uniti negli anni più cupi della Guerra fredda. Una cittadella sotterranea e fortificata, dove troveranno rifugio, se dovesse arrivare il fatidico momento, i politici e lo stato maggiore della Difesa per assicurare il governo del paese.

"E' una cosa da film di Hollywood, ti muovi con sgomento, sapendo che è da questo posto che sarà governato il paese", ha raccontato al giornale una fonte governativa. Nel cuore della montagna vicino a Gerusalemme è stato scavato un tunnel lungo due chilometri, alto una decina di metri, che sfocia in un'enorme caverna. Il "day after" d'Israele è già iniziato.

 

IPOTESI DI ATTACCO ISRAELIANO AI SITI NUCLEARI IRANIANIObama con il premier israeliano Benjamin Netanyahu e il presidente dell'Anp Abu MazenSHAKIRA, PIQUET E SHIMON PERESNetanyahuLEON PANETTA Ahmadinejad ATOMICO AHMADINEJAD E IL MISSILE IRANIANO Ahmadinejad BOMBA ATOMICA ESERCITAZIONE DOPO BOMBA NUCLEARE IN ISRAELEESERCITAZIONE DOPO BOMBA NUCLEARE IN ISRAELEESERCITAZIONE DOPO BOMBA NUCLEARE IN ISRAELEESERCITAZIONE DOPO BOMBA NUCLEARE IN ISRAELEESERCITAZIONE DOPO BOMBA NUCLEARE IN ISRAELEMahmoud Ahmadinejad VISITA LA CENTRALE NUCLEARE DI NATANZ