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1 - DAGOREPORT - PASSERA INCIAMPA SU POMPEI, PANCHO VILLARI LO INFILZA
Sarà stata una mancanza di comunicazione interna o una svista dell'ufficio stampa, fatto sta che nel gran giorno del convegno organizzato da Intesa San Paolo sui beni culturali, l'aspirante ministro Corrado Passera ha fatto dare di gomito a diversi presenti per una gaffe non da lui.
Nel suo intervento, infatti, il consigliere delegato di Intesa ha pensato bene di menare il governo su un terreno apparentemente facile, l'incuria di Pompei che periodicamente finisce sulle prime pagine di tutto il mondo: "In Italia lasciamo morire Pompei, lasciamo cadere i pezzi di Pompei. C'è qualcuno al mondo che spiega come questo sia possibile?".
E ancora: "C'è una discrasia tra i fatti importanti per la gente ed il comportamento di chi dovrebbe occuparsi del bene comune". Un affondo pesante. Ma nel giorno sbagliato. Proprio ieri il governo ha varato ai Beni Culturali nuove assunzioni, tra cui 25 specifiche per Pompei, e ha incassato l'impegno della Ue di 105 milioni di euro per le rovine sotto il Vesuvio.
E così il sottosegretario Riccardo "Pancho" Villari ha avuto buon gioco nell'infilzare Corradino con i denari soffiati a Giulietto Tre-conti: "Vorrei ricordare che in questo momento di crisi proprio il Ministero dei Beni Culturali è stato l'unico a non subire tagli, anzi, nel disegno di legge di stabilità sono state fissate 168 nuove assunzioni, di cui 25 destinate a Pompei. Per quanto riguarda poi le risorse, voglio sottolineare che, se c'e' una cosa che non manca sono i soldi, basti pensare che, ci sono circa 500 milioni di residui passivi.
E' infine di queste ore la notizia che gli uffici della Commissione Europea hanno giudicato completa la documentazione inviata ieri per ottenere l'assegnazione di 105 milioni di euro da destinare a Pompei, soldi che ci permetteranno di avviare nuovi progetti di restauro e di messa in sicurezza del sito".
Il Corriere bazolato, che ovviamente ha dedicato ampio spazio all'importante convegno di Intesa, ha preferito glissare sull'inciampo passerino (vedi sotto).
2 - POMPEI E BRERA, UN "PIANO TOTALE" PER IL RILANCIO
Dall'articolo di Paolo Conti per "Il Corriere della Sera"
Sempre ieri al complesso del San Michele a Roma si è svolto il convegno «Beni culturali / Identità , crescita. Rispettare il passato, costruire il futuro, senza dimenticare il presente» organizzato da Intesa Sanpaolo. Hanno discusso di cultura storici dell'arte, politici, ambientalisti, esperti di turismo, sindaci, dirigenti del ministero, economisti. L'introduzione è stata di Giovanni Bazoli, presidente del Consiglio di Sorveglianza di Intesa Sanpaolo. Per Bazoli «è scandalosa la distanza che separa le dichiarazioni di principio, sempre accompagnate dall'impegno di tutelare e valorizzare tale patrimonio, dalle azioni effettivamente intraprese».
Un patrimonio «connesso alle vicende del nostro Paese sotto il punto di vista storico, economico e anche civile». Secondo Bazoli occorre «abbandonare una mentalità emergenziale» a favore di «una programmazione organica e ragionata degli interventi» così come è urgente «coniugare l'attenzione ai sistemi territoriali e alla tradizione con uno sguardo rivolto ai più interessanti modelli internazionali».
Hanno preso la parola, tra gli altri, il sindaco di Torino Piero Fassino («più una città è culturalmente viva, più attrae investimenti»), la presidente del Fondo Ambiente Italiano Ilaria Borletti Buitoni («nel mondo si dice "servire un board", da noi "occupare un consiglio di amministrazione"»), il Segretario generale del ministero, Roberto Cecchi («la burocrazia blocca pratiche e finanziamenti anche per 19 mesi, ma quale "innovazione"...»). Alla fine, il Consigliere delegato e CEO di Intesa Sanpaolo Corrado Passera, ha così sintetizzato la giornata: «Sono emerse tre problematiche.
Primo. Superare l'errore di aver diviso tra tutela, affidata allo Stato, e valorizzazione, in mano alle Regioni. Tutela e controllo devono restare in mano allo Stato mentre progetti di valorizzazione possono essere affidati a società in cui pubblico e privati si integrano. Secondo. Se vogliamo varare grandi progetti di tutela e valorizzazione, da Pompei a Brera, bisogna regolare meglio tutte le operatività minori: inutile che i privati investano in una impresa di respiro se poi mancano strade di accesso o i servizi collegati. Terzo. E necessario selezionare gli interventi, basta con i finanziamenti a pioggia. L'Italia non può avere 14 enti lirici nazionali, è giusto invece puntare su pochi grandi brand di impatto nazionale e internazionale».
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