1. PITTIBIMBO S’È FATTO TRISTE. RENZIE-FONZIE NON C’È PIÙ. LA LUNGA LUNA DI MIELE CON GLI ITALIANI, PUNTEGGIATA DI TWEETS E PROMESSE SCINTILLANTI, È FINITA DI BRUTTO 2. COSÌ RENZIE HA CAMBIATO IDEA SULLE ELEZIONI ANTICIPATE A MARZO 2015: SI È RESO CONTO CHE ANDARE ALLE URNE SENZA UNO STRACCIO DI RIPRESA ECONOMICA ALL’ORIZZONTE SAREBBE UN SUICIDIO E PER QUESTO HA SPOSTATO LA SCADENZA DELLA LEGISLATURA AL 2016 3. AD APRIRGLI GLI OCCHI I SONDAGGI RISERVATI DI ILVO DIAMANTI E ALESSANDRA GHISLERI: FORZA ITALIA RISCHIA DI ANDARE SOTTO IL 10% (UN BUON TEST LE REGIONALI DI DOMENICA) 4. DA PARTE SUA, RENZI PERDE, A DESTRA, I VOTI DEL CETO MEDIO (5%); A SINISTRA, I VOTI DEL “PARTITO DELLA CGIL” (ALTRO 5) CHE LO LIQUIDANO COME UN “NEMICO DEI LAVORATORI” 5. SE ALFANO GALLEGGIA PERICOLOSAMENTE TRA IL 2,5 E IL 3,5%, A CAVALLO DELLA LINEA DI GALLEGGIAMENTO (3), LA LEGA RUBA VOTI TANTO A BERLUSCONI QUANTO A GRILLO E POTREBBE TOCCARE IL 15%. SEMMAI, RENZI IL TRISTE DEVE COMINCIARE A FARE I CONTI CON SALVINI

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DAGOREPORT

 

RENZIE VERSIONE FONZIERENZIE VERSIONE FONZIE

Pittibimbo s’è fatto triste. E non essendo un grande giocatore di poker né un attore alla Reagan, una certa delusione per come stanno andando le cose, ultimamente, gli si è anche vista in faccia. Il motivo sono i sondaggi, estasi e tormento di ogni politico moderno. Nel giro di un paio di mesi il suo Pd ha perso quasi 10 punti e la tendenza non sembra destinata a invertirsi nelle prossime settimane.

 

Così Renzie ha cambiato idea sulle elezioni anticipate: si è reso conto che andare alle urne senza uno straccio di ripresa economica all’orizzonte sarebbe un suicidio e per questo ha spostato la scadenza della legislatura, nella sua testa, dalla prossima primavera al 2016. Per allora, spera che il Pil italiano abbia ripreso, se non a correre, almeno a marciare.

filippo sensifilippo sensi

 

Renzie aveva già capito da un paio di settimane che la lunga luna di miele con gli italiani, punteggiata di promesse scintillanti, è finita di brutto. Gli toccano sempre più spesso vertici di maggioranza a 16, accordicchi con Alfano sullo zero virgola, incontri ravvicinati con un Berlusconi sempre più livido e in balia del suo declino. Ma l’ultima sveglia è suonata due giorni fa, in Turkmenistan, quando il suo stratega personale Filippo Sensi gli ha letto un pezzo di Mattia Feltri sulla ‘’Stampa’’ così titolato: “Nove mesi di Renzi, dalle slide al pantano”.

RENZI MARCHIONNE ALLA FABBRICA CHRYSLERRENZI MARCHIONNE ALLA FABBRICA CHRYSLER

 

Un bilancio non severo, per carità, ma che rendeva benissimo l’idea di una nuova fase politica. Il “renzismo triste”, potremmo chiamarlo. E a preoccupare il premier c’è anche il fatto che se ne sia accorto il giornale forse più renziano che c’è. Ci manca solo che anche Sergio Marchionne, con la consueta franchezza, dica che lui “non è più quello di una volta” e la frittata è fatta.

 

Dicono che Renzi sia stato molto “disturbato” dal pezzo della ‘’Stampa’’ di ieri. I giornali, che fin qui lo hanno trattato più che bene, si stanno cominciando ad avvicinare alla realtà. Una realtà dalla quale, a volte, Renzie è sembrato pericolosamente in fuga. Si prendano l’alluvione di Genova, gli scioperi nelle fabbriche, le mezze sommosse di Tor Sapienza. Dove ci sono problemi, problemi veri, il Renzie con il sole in tasca non c’è mai.

matteo renzi pier carlo padoanmatteo renzi pier carlo padoan

 

Ma il segretario del Pd è un politico con il naso fine e l’istinto sicuro. Sa che il vento è girato e prende le sue contromisure. Ha accelerato sul Jobs Act perché deve dare delle risposte all’Europa in tempi rapidi, come gli ha spiegato ancora recentemente il ministro Padoan, preoccupato per il faro acceso da Bruxelles sui nostri conti. E ha preso a correre anche sulla legge elettorale.

 

Sul fu-Italicum (la legge la stanno stravolgendo rispetto alla versione approvata a marzo alla Camera), Renzie ha deciso che vale la pena anche farsi dire di no da Forza Italia sullo sbarramento al 3% per i singoli partiti. E’ venuto incontro ad Alfano, ma sa perfettamente che gli ultimi sondaggi riservati danno l’Ncd tra il 2,5 e il 3,5%, ovvero pericolosamente a cavallo della linea di galleggiamento. Sia come sia, non sono problemi suoi, ma di chi vuole rifondare il centrodestra. Lui è il capo del Pd e vuole chiudere al più presto i balletti sulla legge elettorale.

 

ALESSANDRA GHISLERI ALESSANDRA GHISLERI

La legge elettorale, come dice la parola, serve per votare. Ma qui il premier ha cambiato idea. Nei giorni scorsi, Renzie ha ascoltato i consigli di due sommi sacerdoti dei sondaggi come Alessandra Ghisleri, assai vicina al Cavaliere, e Ilvo Diamanti, più vicino alla sinistra. Ebbene, entrambi gli hanno in sostanza detto che finché non c’è un barlume di ripresa economica non gli conviene neppure avvicinarsi alle urne. Insomma, niente elezioni ad aprile. Così, per venire a faccende di minor conto, se Ignazio Marino rimane sindaco di Roma e non viene scaricato dal Pd, può soltanto dir grazie a questi sondaggi che incupiscono il premier.

Ilvo DiamantiIlvo Diamanti

 

Diamanti ha spiegato al presidente del Consiglio che Forza Italia ormai rischia di andare sotto il 10% (un buon test saranno le regionali di domenica). Una debolezza scioccante e che getta tutta un’altra luce sul Patto del Nazareno. In particolare, Renzie si sta chiedendo quanto vale la pena investire sull’asse con l’ex Cavaliere e forse si spiega anche così l’accelerazione autistica sul nuovo Italicum. Parallelamente, la Lega di Matteo Salvini ruba voti tanto a Berlusconi quanto a Grillo e potrebbe toccare il 15%. Semmai, bisogna cominciare a fare i conti con Salvini.

 

silvio berlusconi occhiali da sole silvio berlusconi occhiali da sole

Dal canto suo, la Ghisleri ha riconosciuto che se Berlusconi riesce nel miracolo di tenere insieme tutte le anime del suo partito può sperare di arrivare a un 12-15%. Una previsione meno catastrofica di quella di Diamanti, ma che comunque fa i conti con un’enorme perdita di voti in casa azzurra.

 

A sua volta, i sondaggisti hanno spiegato a Renzie che sta cominciando a pagare qualche dazio anche il suo Pd, quello che alle Europee ha preso il 41%. Il premier è percepito ormai come nemico dei lavoratori dal cosiddetto “partito della CGIL” e questo può costare al partito democratico dai 3 ai 5 punti percentuali.

Matteo SalviniMatteo Salvini

 

In più, ci sarebbe un elettorato della piccola borghesia, lo stesso deluso dagli 80 euro, che non vota più Renzi perché travolto dalla sfiducia nei confronti della situazione economica. I sondaggisti lo “pesano” intorno al 5%. L’unica buona notizia, per il premier, è che non ne approfitta Grillo, il quale a sua volta cederebbe voti all’astensione.

 

angelino alfanoangelino alfano

La decisione di non puntare sulle elezioni ad aprile, oltre che nascere dalla situazione economica del Paese, ha a che fare con una sorta di “mood” negativo che aleggia per la sinistra un po’ dappertutto. A Renzi è stato fatto notare come, contro ogni previsione della vigilia, il candidato socialista abbia perso malamente in Romania. Per non parlare dell’ariaccia cattiva che tira in Francia per Hollande, oppure del duro stop che ha dovuto incassare Obama negli Usa con le elezioni di mid-term.

 

Insomma, il nemico di Renzie si chiama pessimismo. E il pessimismo si comincia a leggerglielo anche sulla faccia.

BEPPE GRILLO ALL'INCONTRO CINQUESTELLE DEL CIRCO MASSIMOBEPPE GRILLO ALL'INCONTRO CINQUESTELLE DEL CIRCO MASSIMO