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1- POLITICA, DELEGHE E CONFLITTI DI INTERESSE - MEZZO PDL SI SCHIERA CONTRO RICCARDI
Libero.it
Ancora sotto tiro il ministro Andrea Riccardi. Dal Pdl piovono critiche per le esternazioni politiche di un ministro tecnico e per le delega alla cooperazione internazionale. Dopo le dichiarazioni del premier Mario Monti - «declinerei l'invito» a restare in politica, se glielo chiedessero, ed esclude che i suoi ministri pensino a scendere in campo -il senatore del Pdl Achille Totaro commenta: «Bene la sconfessione di Monti a chi, come Riccardi, vuole usare questa parentesi di governo per manovrette politiche di pessimo livello».
«La delega per la cooperazione internazionale a Riccardi non potrebbe comportare un vero e proprio conflitto di interesse viste le attività del neo ministro?», si chiede il vicecapogruppo del Pdl al Senato Francesco Casoli. Ma nel centrodestra c'è chi la pensa diversamente.
I giudizi sul ministro Riccardi «mi sembrano francamente ingenerosi e privi di fondamento», dice Francesco Giro, invitando il senatore Casoli «ad informarsi e scoprirebbe che la comunità di Sant'Egidio, di cui Riccardi è fondatore ha rinunciato a tutti i finanziamenti statali per la cooperazione di cui era beneficiaria e ciò per tutta la durata dell'incarico ministeriale del suo fondatore».
2- TEMPO DA LUPI
Ettore Colombo per Corriere della Sera
Maurizio Lupi (Pdl), le è piaciuto Monti?
«Innanzitutto, vorrei osservare che se Berlusconi avesse parlato per tre ore di fila in diretta tv su Rai1 la sinistra italiana avrebbe gridato al golpe mediatico. Come vede, invece, esternare per dire quello che si sta facendo è importante e va fatto, bene. Detto questo, condivido la battuta che ha fatto Fabrizio Cicchitto: «Bene i titoli, ora però vanno tradotti in fatti». La prima manovra economica di Monti, che abbiamo votato per senso di responsabilità , era fatta solo di tasse. Ora arriverà la crescita? Bene, aspettiamo e vediamo».
A partire da cosa?
«Dalle proposte che Alfano e il Pdl hanno dato a Monti. Punto primo, l'Italia deve avere più forza e più voce in Europa. Monti gode della più ampia maggioranza della storia repubblicana. La usi anche per far sentire la voce dell'Italia nella Ue. Siamo stufi di dover prendere ordini da Francia e Germania».
Punto secondo?
«Ridurre il debito pubblico. Monti ne ha parlato, ma finora non ha fatto nulla per aggredire il nostro debito pubblico che il governo Berlusconi aveva iniziato ad affrontare. Bisogna varare un piano straordinario per vendere il patrimonio immobiliare dello Stato, per accelerare le privatizzazioni, per ripensare il taglio dei costi e delle tasse sulle imprese, che valgono 245 miliardi, come aveva scoperto la commissione varata da Tremonti. Infine, bisogna dire basta a nuove imposte. Per mettere nuove tasse, aumentare l'Iva o la benzina, non serviva un professore, bastava chiunque».
Punto terzo.
«Come Pdl siamo molti preoccupati dalla tanto sbandierata Fase 2. Vedo un governo poco vicino alla società civile e molto a centri d'interesse e di potere, come alcune grandi banche italiane. Bisogna sapere che le nostre banche hanno ricevuto in dono 115 miliardi al tasso dell'1% dalla Bce. Quei soldi vanno utilizzati per alleviare le sofferenze delle famiglie, dei cittadini e delle imprese, non certo per continuare a finanziare le banche. Il governo e Bankitalia vigilino perché ciò avvenga».
Non le piace neanche un po', questo Monti.
«A me piacciono molto gli ultimi interventi di Benedetto XVI e di Giorgio Napolitano perché va bene l'economia, per carità , ma la vera crisi e la vera sfida che il nostro Paese sta attraversando è morale ed educativa. Lo spread che dobbiamo affrontare e vincere è quello di saper essere popolo. A Monti manca ogni positività , prevale il pessimismo: consiglio un po' di ottimismo berlusconiano».
Alcuni ministri del governo parlano troppo?
«Il problema non è parlare troppo o che dei ministri tecnici abbiano ambizioni politiche, che sono legittime. Quando si voterà si presenteranno alle elezioni e vedremo quanti voti prenderanno. Il problema è che se il governo Monti diventa un governo politico a tutto tondo, allora vuol dire che le probabilità che cada molto presto sono alte. Se resta tecnico, continueremo ad appoggiarlo leali».
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