DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
1 - POLITICI DI RIFONDAZIONE AI FUNERALI DI GALLINARI L'IDV: ALLEANZA A RISCHIO
Giusi Fasano per il "Corriere della Sera"
Alberto Ferrigno è sbalordito: «Non ci posso credere, proprio non capisco. Conosco la sua compagna, sono passato dalla camera ardente e nulla più...». Claudio Grassi è sferzante: «Non credevo che partecipare al funerale di una persona che conoscevo potesse creare un caso politico..». Ma lei, Liana Barbati, è irremovibile: «O mi danno una spiegazione civile e prendono ufficialmente le distanza da quel mondo, oppure io faccio un passo indietro e mi tolgo da quest'alleanza».
Un bel problema, a questo punto. Una polemica politica che rischia di far perdere pezzi all'alleanza elettorale emiliana per sostenere «Rivoluzione civile-Lista Ingroia». E sempre che la contesa si fermi all'Emilia.
Ricapitoliamo: Ferrigno e Grassi - il primo coordinatore per la provincia di Reggio Emilia, il secondo membro della direzione nazionale di Rifondazione Comunista ed ex senatore - sabato pomeriggio erano fra il migliaio di persone che hanno seguito i funerali del brigatista Prospero Gallinari. Sono passati inosservati salvo il fatto che li ha notati lei, Liana Barbati, coordinatrice provinciale dell'Italia dei valori a Reggio Emilia e presidente del gruppo Idv in Regione che, proprio come Rifondazione, sostiene la Lista Ingroia.
«Ma come?» si scalda lei parlandone.
«Ci sono due persone che vedo tutte le settimane al Comitato elettorale e poi all'improvviso le vedo ai funerali di un brigatista. Ma dico io... se proprio avevano motivi personali per fargli un saluto potevano andare al cimitero dopo. Mi spiace ma sono una politica anomala, non so lasciar correre. Mi sono fatta il c... con battaglie e battaglie, con banchetti in tutte le piazze. E qualche volta mi hanno dato dell'estremista, dell'irragionevole.
Come faccio a dire ai miei ragazzi del partito che andare al funerale di un brigatista e quindi fargli l'omaggio di una presenza è una cosa che non si può fare? Chi ricopre cariche politiche o è candidato alle elezioni rappresenta i cittadini, non dovrebbe andare al funerale di un uomo che è stato simbolo di un periodo buio della nostra Repubblica. Antonio, dimmelo tu: come faccio ad accettare questa cosa?».
Da Antonio (Di Pietro) per ora nessuna risposta ma certo è che la questione prima o poi va affrontata. Perché Liana Barbati giura di essere pronta ad andare fino in fondo e perché i suoi «avversari» sembrano decisi a non assecondarla. «Prendere le distanze? E da cosa?» si chiede Ferrigno.
«à quello che ho fatto che prende le distanze per me, non scherziamo. Io sono obiettore di coscienza, pacifista da sempre, marce della pace, impegno sociale... Anche soltanto una lontana associazione di idee fra me e la lotta armata è sgradevole, fastidioso. Conosco la compagna di Prospero e sono passato a farle un saluto al funerale, tutto qui. Conoscevo pure lui anche perché ho provato ad avvicinarlo per la tesi di laurea che vorrei scrivere sui fatti tragici di via Fani e, per inciso, non mi ha mai raccontato nulla. Proprio non capisco perché la Barbati se n'è uscita con queste affermazioni».
Gli fa eco Grassi, che non risponde al telefono ma diffonde una nota stampa: «Ho partecipato, sì», dice, «pur non condividendo nulla di quanto ha fatto Prospero Gallinari. Penso che quando si conosce una persona, anche se non se ne condividono le idee e ciò che ha fatto nella vita, sia un atto di umanità partecipare al funerale. Così è stato per me. C'ero con questo spirito e con queste motivazioni». E conclude: «C'erano anche don Simonazzi e don Artoni» due parroci emiliani che «hanno idee molto diverse da Gallinari». Come dire: la polemica vale anche per loro?
2 - FERRERO: NON SI FA POLEMICA SU UN GESTO DI UMANITÃ
Daria Gorodisky per il "Corriere della Sera"
Paolo Ferrero, lei è segretario di Rifondazione comunista e candidato alla Camera per Rivoluzione civile: come giudica la partecipazione di alcuni altri membri del suo partito ai funerali di Prospero Gallinari?
«Per me è molto semplice, perché si tratta di una questione personale, un fatto di umanità . In particolare per quanto riguarda Claudio Grassi, che conosceva Gallinari da sempre, sono cresciuti nella stessa città , si conoscevano anche le famiglie... Ha partecipato in forma strettamente privata, non politica. Trovo assurdo che ci sia una polemica su questo».
Una polemica che però nasce dall'interno di Rivoluzione civile, dal coordinamento provinciale di Reggio dell'Italia dei valori.
«Non so proprio che cosa abbiano pensato, spero sia tutto frutto di un equivoco. La nostra condanna del terrorismo è nettissima. E Claudio stesso ha sempre fatto scelte totalmente diverse da quelle di Gallinari, si è iscritto al Pci già da ragazzo e ha continuato su quella strada. La sua storia e quella di Gallinari sono antitetiche. Con una persona si può combattere tutta la vita, però poi quando muore è umano andare al suo funerale. Oltre tutto, era lì in città , non è partito da Palermo per andare a Bolzano...».
Non crede che, facendo parte della lista Ingroia, Grassi avrebbe dovuto attenersi a un criterio di opportunità ?
«Io posso discutere di opportunità politiche nei casi politici, ma qui stiamo parlando di un fatto privato. In un Paese che si dice cristiano si può almeno rispettare il principio che un funerale è un momento privato? C'è ancora spazio per l'umanità di fronte alla morte di una persona? O si vuol dire che tutti i presenti alla cerimonia sono compagni d'arme di Gallinari?»
C'erano molti ex terroristi. E, quando si vuole entrare nelle istituzioni, magari serve la massima attenzione.
«Un paio di mesi fa un magistrato italiano è passato da Reggio Emilia e ha acquistato un quadro da una persona che in passato ha commesso gravi "errori": e allora? In questo caso poi, ripeto, si trattava del funerale di una persona. Siamo nella sfera privata. Sul piano politico, noi siamo nettamente per la democrazia; e il terrorismo ha soltanto dato una mano alla chiusura della democrazia».
Ha parlato con Grassi? Non pensava che avrebbe potuto creare imbarazzo a una lista che propone la legalità ?
«Gli ho parlato. Era sconcertato dalla polemica, ma ha detto che, a non andare, avrebbe provato imbarazzo come uomo. Era a fianco di due preti... Insomma, per favore, proteggiamo almeno il senso di umanità ».
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