QUATTRO NO E SCAJOLA VOLA DALLA CASA (DI BERLUSCONI, NON DEL COLOSSEO) - LA STRATEGIA DI SCIABOLETTA: PROPORRE QUATTRO EMENDAMENTI IRRICEVIBILI AL DECRETO SVILUPPO (TRA CUI L’APERTURA ALL’UDC), FARSELI BOCCIARE E POI ANDARE VIA DICENDO DI NON ESSERE CONSIDERATO ABBASTANZA - PISANU PREME STACCARE SUBITO LA SPINA ED EVITARE IL TEATRINO MA L’EX MINISTRO DEVE MUOVERSI CON CALMA - BASTA UN FISCHIO DEL BANANA E MOLTI DEI SUOI FEDELISSIMI RIENTRANO (A SUA INSAPUTA?) NELLE TRUPPE MAMMELLATE DI FORZA GNOCCA…

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1 - DELEGAZIONI
Jena per "la Stampa" - Nell'ambito delle consultazioni per il nuovo governo, oggi il presidente Napolitano ha ricevuto la delegazione di Forza Gnocca.

2 - "APRIRE ALL'UDC": LA RICHIESTA IMPOSSIBILE DI SCAJOLA E PISANU
Amedeo La Mattina per "la Stampa"

Non siamo né carbonari, né pugnalatori. Incontro i miei amici per parlare di politica visto che non ci sono tante occasioni per farlo. Ci muoviamo alla luce del sole e faremo proposte alla luce del sole». Claudio Scajola, prima di rompere vuole sentirsi dire di no ai quattro emendamenti che presenterà al decreto sviluppo. L'altro ieri sera alla cena, in un ristorante del centro di Roma, è stato formato un gruppo di lavoro che dovrà scrivere questi emendamenti che riguardano un fondo di garanzia per le imprese, la semplificazione burocratica-amministrativa, la solidarietà ai giovani e le pensioni.

Asticella alta e qualificata; marcare la discontinuità, aprire alle forze moderate, allargare la maggioranza, all'Udc innanzitutto. «E' bene che la nuova fase venga aperta da Berlusconi - spiega Scajola - altrimenti passi la mano per completare la legislatura». L'ex ministro ligure sa benissimo che questo allargamento del fronte moderato non può essere fatto fintantoché ci sarà di mezzo il Cavaliere. E' consapevole che l'unica via è buttare giù il governo per «mettere insieme le forze migliori».

Evitando così di finire triturato dalle elezioni anticipate. Infatti, il vero problema è che, in caso di voto anticipato, salterebbero la metà degli attuali parlamentari e Alfano metterà in lista i giovani e i fedelissimi. Agli altri solo briciole. E allora i possibili esclusi devono mettersi in moto e giocarsi il tutto per tutto. Scajola lo vuole fare con passi felpati, da democristiano che nasconde gli artigli ma pronto a colpire alla prima occasione utile.

Il premier sottovaluta la tenaglia Scajola-Pisanu. E' convinto che Scajola non tradirà mai, perché è sempre stato un suo fedelissimo. «Dobbiamo recuperarlo». Ma ci sono i berlusconiani che lo snobbano e dicono che Pisanu e Scajola non vanno da nessuna parte: «Sono due cani che abbaiano ma non mordono. Appena il Cavaliere fischia Scajola ritorna all'ovile oppure i suoi si riducono a 4 o 5, non sufficienti a far cadere il governo». Questa è la versione cattiva del pensiero del Cavaliere. Poi ci sono quelli che invece temono molto i due «arzilli democristiani».

E spiegano che soprattutto Scajola, «se vuole rifarsi una verginità dopo gli incidenti giudiziari, deve far cadere il governo: altrimenti come farà Casini a prendersi lui e i suoi amici e ricandidarli?». Non è un caso forse che la maggioranza stia facendo di tutto per evitare di mettere la fiducia sulle intercettazioni. Uno di questi è il ministro della Giustizia Nitto Palma che ieri spiegava il rischio. Lo spiegava a un componente della commissione Giustizia che teme lo stravolgimento del provvedimento se non viene blindato con la fiducia. «Meglio stravolgere il disegno di legge che travolgere il governo. Vediamo se riusciamo a convincere l'Udc e a staccarlo dalla Bongiorno, poi si vedrà cosa fare».

E' più probabile però che l'incidente si verifichi sui temi economici che suscitano tanti malumori tra i parlamentari del centrodestra. Su questo terreno sensibilissimo Scajola pensa di costituire un gruppo di 30 deputati e 15 senatori. Pisanu invece lo stimola a rompere gli indugi, a uscire subito dal Pdl e costituire gruppi autonomi. E buttare giù Berlusconi. Sulla stessa posizione di Pisanu sono alcuni parlamentari che due sere fa sono andati a cena con Scajola (Cicu, Antonione e Tortoli).

«Certo - malignano i berlusconiani - sono tre ex sottosegretari a spasso che non hanno trovato una nuova collocazione». Scajola invece vuole procedere per gradi e aspettare di farsi dire di no sul documento che conterrà i quattro emendamenti al decreto sviluppo. Pisanu gli ha spiegato che è solo una perdita di tempo e che al Palazzo Madama c'è un certo movimento nelle alte sfere.

Ha saputo di un pranzo, la scorsa settimana, tra senatori molto vicini a Schifani (Esposito, Tomassini e Azzolini) che ragionavano già sul futuro prossimo e di un possibile impegno della seconda carica dello Stato per gestire la transizione. Forse per questo negli ultimi tempi qualcuno nel Pdl ha notato un certo raffreddamento tra Schifani e Alfano?


3 - IL FEDELISSIMO DI CLAUDIO "SIAMO IN 35, CAMBIAMO LA POLITICA ECONOMICA"
Francesca Schianchi per "la Stampa
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Ogni volta che si riunisce qualcuno, dagli amici di Alemanno a quelli di Cicchitto, nessuno dice niente, mentre se lo facciamo noi si comincia a dire chissà cosa staranno facendo... Ci addebitano qualunque cosa: ormai pure se piove è colpa degli scajoliani!».

Onorevole Abrignani, stavolta vi è stata addebitata una cena...
«Non c'è nulla da nascondere: tant'è che ci siamo riuniti a Galleria Sordi, in pieno centro. Eravamo circa 25, abbiamo discusso di politica. E guardi che se esistono i berlusconiani doc siamo noi: Verdini è arrivato in Forza Italia nel '99 o 2000, Scajola c'è dal '95».

Ma è vero che c'è un certo disagio da parte vostra...

«Scajola ha fatto un'analisi precisa, indicando dei punti di disagio. Il Paese ha bisogno di un rilancio, secondo noi si possono trovare risorse per lo sviluppo, le imprese: questo chiediamo al ministro dell'Economia e questo dichiara Berlusconi, per cui non si capisce perché siamo prigionieri di una politica economica che non piace più».

Come avete commentato le tensioni tra Tremonti e il premier?
«Abbiamo cercato di alzare il livello della discussione: abbiamo parlato di Sud, di come il partito può aiutare il governo e sì, abbiamo sottolineato un certo fermo dell' azione economica».

Tanto che state preparando un documento da presentare a Berlusconi.
«Questa mi sembra una fantasia giornalistica. Non è questione di un documento: abbiamo lanciato le nostre idee, alcune magari le presenteremo come emendamenti».

Quindi il documento non c'è? Non è che tra una settimana salta fuori...
«Da qui a una settimana, mi sta chiedendo una proiezione sul futuro... Al momento che io sappia non c'è».

Non costituirete nemmeno gruppi autonomi? Mesi fa se ne parlò.
«Scajola parlò a Berlusconi spiegandogli che il gruppo poteva essere di aiuto anche a lui, lui preferì di no e lì siamo».

Restate una corrente.
«Siamo un gruppo di persone, forse non tutti 57 quelli della Fondazione Cristoforo Colombo, ma 35 tra Camera e Senato, che hanno come punto di riferimento Scajola, insieme da tanto, berlusconiani doc. Se volete chiamarci corrente, vedete voi».

E avete preso una decisione? Il governo può andare avanti così?
«Difficoltà ce ne sono, si vedono. Ma su questo sarà Berlusconi a prendere delle decisioni».

 

 

SILVIO BERLUSCONI CLAUDIO SCAJOLA SCAJOLA E TREMONTI DISCUTONO DI CASA scajola moglie colosseoANNAMARIA E BEPPE PISANUPIERFERDINANDO CASINI RENATO SCHIFANI TORTA IN FACCIA AL BAGAGLINO IGNAZIO ABRIGNANI FRANCESCO NITTO PALMA VERDINI ABRIGNANI CLAUDIO SCAJOLA jpeg