IL BOTTO DI FINE ANNO: IL 1 AGOSTO 2024 (DUE SETTIMANE DOPO IL TAGLIO SUL CAPOCCIONE) GENNARO…
Marco Menduni per “La Stampa”
«Ora ci sono gli strumenti per superare ogni frammentazione. Inizia qui un nuovo viaggio che sarà lungo e difficile». Dopo due giorni fittissimi di incontri, interventi e tavoli tecnici, tocca a Fabiana Dadone, titolare delle Politiche giovanili, tirare le conclusioni. È il convegno genovese sulle dipendenze "Oltre le fragilità".
Doveva rappresentare la chiave di volta per cambiare il testo di legge sugli stupefacenti. Ma il sogno di una consonanza politica è svanito presto: la liberalizzazione della cannabis (suggerita dalla Dadone stessa e ripresa, come invito alla riflessione dopo la svolta tedesca, dal ministro del Lavoro Andrea Orlando) ha monopolizzato il dibattito.
Il fronte del governo si è spaccato, le reazioni del centrodestra sono state violentissime: no su tutta la linea. Così il futuro, ammette la Dadone, sarà appunto «lungo e difficile». Il programma indicava un suo lungo intervento a chiusura dei lavori (dalle 15.50 le 16.30), invece è molto più breve e ben attento a non gettare altra benzina sul fuoco.
Le conclusioni: l'ampio e appassionato dibattito c'è stato, tutti i risultati sono a disposizione di chi dovrà decidere tenendo conto che «il punto di riferimento resta la centralità della persona». È la partenza di una traversata che, ammette la Dadone, dovrà affrontare un mare agitato. Le dichiarazioni di Orlando sono subito state attaccate dal leader della Lega Matteo Salvini.
fabiana dadone coi piedi sulla scrivania
Persino la gamba più moderata del centrodestra al governo, quella di Forza Italia, attacca con parole dure. Mariastella Gelmini, ministro per gli affari regionali e le autonomie, torna a chiudere ogni possibilità: «Nessuno si sogni di liberalizzare gli spinelli, siamo contro la droga e contro ogni misura di legalizzazione del consumo».
Attacca la collega: «Le posizioni antiproibizioniste di parte del Movimento 5 stelle sono note e il ministro Dadone non ha mai fatto mistero della sua posizione. Ma un conto sono le posizioni personali e un conto è la linea del governo». Ancora: «La distinzione fra leggere e pesanti è fuorviante e pericolosa, perché tende a dare l'idea che esistano sostanze che non fanno danni».
Se dall'unica forza di opposizione, Fratelli d'Italia, arriva un più che atteso stop a ogni ipotesi di liberalizzazione attraverso le parole di Giorgia Meloni, tutto il resto della politica è divisa su due fronti. Contrapposti e irriducibili, difficile poter immaginare un'ipotesi mediana. A dar man forte alla Gelmini arrivano il senatore azzurro Maurizio Gasparri e la senatrice Udc Paola Binetti. Ma anche il sottosegretario alla Salute Andrea Costa. Tutti per il no: «La droga non verrà mai liberalizzata», avvertono.
Per il sì invece si spendono il segretario nazionale di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni, il segretario di Più Europa e sottosegretario agli Esteri Benedetto Della Vedova e il pentastellato Mario Perantoni, presidente della commissione Giustizia della Camera. Il suo è un attacco «contro la destra cieca e totalitarista su questo tema che aspetta invece una ventata di modernizzazione». Incalza: «Non si tratta affatto di consentire libertà di drogarsi, ma di promuovere politiche efficaci di contrasto alle illegalità». -
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