FLASH! - FERMI TUTTI: NON E' VERO CHE LA MELONA NON CONTA NIENTE AL PUNTO DI ESSERE RELEGATA…
Andrea Tarquini per "La Repubblica"
Nuovi ricorsi contro il fondo salva-Stati minacciano di far slittare sine die la sentenza della Corte costituzionale tedesca sulla conformità del fondo, inizialmente attesa per il 12 settembre. Intanto gli ortodossi chiedono addirittura una valuta germano-olandese parallela all'euro. E le grandi banche di Francoforte si preparano all'addio di Atene alla moneta unica, ritenendolo «digeribile», pur al costo di un crollo della valuta, di tempeste sui mercati e di una paralisi della liquidità . Anche il mondo politico tedesco alza il tiro, fa capire di ritenere la Grecia già perduta, e chiede alla Bce di difendere l'euro secondo i concetti Bundesbank, non soccorrendo i bond dei Paesi deboli.
Comincia così il rientro dalle ferie di Angela Merkel. Ed è in questo scenario che la cancelliera si appresta ad accogliere il premier italiano, Mario Monti, per il vertice in agenda il 29 agosto a Berlino. Il molto probabile rinvio, anche a tempi lunghi, della sentenza della Corte costituzionale di Karlsruhe sulla conformità o meno del nuovo fondo salva-Stati europeo Esm con la legge fondamentale tedesca, è arrivato ieri sera come ultimo macigno, annunciato da uno scoop del quotidiano economico Handelsblatt.
Il ricorso è stato presentato dall'economista Markus Kerber che, peraltro, chiede che Germania, Olanda e altri Paesi del nord creino il âGuldenMark' (marcofiorino), una valuta forte parallela per liberarsi dall'influenza di una Bce dove «Draghi sta trasformando l'euro in lira, e le richieste francesi di più spesa hanno il sopravvento».
Sembra un fuoco incrociato: il rinvio probabile della sentenza della Corte sul fondo salva-Stati coincide proprio con le pesanti fughe di notizie sui piani d'emergenza delle maggiori banche di Francoforte, che promettono il peggio, non solo per Atene. E nelle stesse ore, esponenti politici apparentemente euroscettici della coalizione di governo hanno minacciato veti contro nuovi aiuti alla repubblica ellenica e chiesto alla Banca centrale europea di difendere solo la stabilità dell'euro, non i Paesi deboli, esigendo esplicitamente che la Eurotower non acquisti (come invece Draghi si preparava a fare) titoli sovrani degli Stati mediterranei in crisi.
Investiti da ricorsi contro l'Esm, i giudici supremi tedeschi hanno le mani legate: hanno l'obbligo costituzionale di esaminare le obiezioni, con tempo e cura. Più ne arrivano, più il verdetto potrà slittare. Sarà pensiero malevolo, ma l'impressione a caldo, quella che forse conta di più per i mercati, è quella di un'offensiva coordinata dei falchi. Tanto più che coincide appunto con il rientro a Berlino dalle ferie in Alto Adige di Angela Merkel, finora più disponibile a soccorsi e salvataggi. La Consulta tedesca potrà aver bisogno di molto tempo in più rispetto a quanto i mercati possano essere disposti ad aspettare.
Non aspettano neanche le grandi banche tedesche. Ieri mattina Die Welt, quotidiano liberalconservatore e vicino alla maggioranza, avvertiva che i grandi istituti, dopo simulazioni elettroniche sviluppate e condotte da mesi, hanno già approntato i piani per reagire a un prossimo "Grexit", cioè un'uscita della Grecia dall'euro. Dietro le quinte, dicono fonti di Francoforte, le grandi banche hanno già preparato tutto. «Hanno fatto i loro compiti a casa, hanno cominciato a elaborare gli scenari da 12 o da 18 mesi», affermano citati dal giornale osservatori dei mercati. E non sono scenari indolori: «Bisogna prepararsi - spiega Daniel Kapffer, analista di Accenture - a una svalutazione dell'euro che perderà terreno a fronte del dollaro e del franco svizzero, e anche a un crollo dei mercati azionari». Non solo: sull'onda della tempesta il finanziamento reciproco tra le banche potrebbe arrestarsi e la Bce diverrebbe provvisoriamente l'unica istituzione in grado di assicurare liquidità .
Su questo sfondo, il mondo politico tedesco alza il tiro su Atene. «La considerano già persa», titola Handelsblatt online. Incalza Michael Fuchs, vice capogruppo parlamentare della CduCsu, il partito della Cancelliera: «Anche se il vaso (ndr, tagli brutali e riforme promessi dal governo greco) sarà già mezzo pieno, questo non basterà per lanciare un nuovo pacchetto di aiuti alla Grecia, la Germania voterà contro e il governo ellenico sa da solo cosa deve fare».
La politica auspicata dai falchi bavaresi, «dare con la Grecia una lezione e un esempio», minaccia di tradursi in realtà pericolosa per tutti. Se «Parigi val bene una messa», per alcuni falchi una vittoria alle politiche tedesche del settembre 2013 «val bene un âGrexit'», e magari anche una valuta forte parallela.
MERKEL MONTI E BERSANI VERSIONE TOTO TRUFFA jpeggermania grecia angela-merkel-mario montigreciaGRECIA CRACK
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