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A CHE PUNTO E’ IL PIANO DI TRUMP PER LA PACE? I NODI DA SCIOGLIERE SONO ANCORA MOLTISSIMI – UN FUNZIONARIO EGIZIANO HA DETTO ALLA REUTERS CHE HAMAS HA ACCETTATO DI DEPORRE LE ARMI MA SOLO DI FRONTE A GARANZIE CHE ISRAELE NON TORNERÀ IN GUERRA DOPO IL RILASCIO DEI 48 OSTAGGI (20 DEI QUALI SAREBBERO ANCORA IN VITA) – ALTRA RICHIESTA: LA LIBERAZIONE DI MARWAN BARGHOUTI, LEADER DELLA SECONDA INTIFADA IN CARCERE DA PIÙ DI VENTI ANNI (MA IL MINISTRO ISRAELIANO BEN GVIR HA MESSO IL VETO SUL SUO NOME). INFINE, SAREBBE STATA CHIESTA L’ESCLUSIONE DELL’EX PRIMO MINISTRO BRITANNICO TONY BLAIR DALL’AUTORITÀ INCARICATA DI GOVERNARE GAZA IN UNA FASE DI TRANSIZIONE: E SU QUESTO, PROBABILMENTE, A DIRE “NO” SARÀ TRUMP IN PERSONA – L’IPOTESI DI LIBERARE GLI OSTAGGI DOMENICA E IL RUOLO DEL PRESIDENTE USA CHE… - DAGOREPORT
Francesca Caferri per repubblica.it - Estratti
donald trump benjamin netanyahu foto lapresse
Re’im (Sud di Israele) – I colloqui per il cessate il fuoco nella Striscia di Gaza entrano oggi nella fase più delicata, con l’arrivo della delegazione americana guidata dal mediatore Steve Witkoff e da Jared Kushner, genero di Donald Trump e da anni anello di congiunzione fra il presidente Usa e Benjamin Netanyahu e del primo ministro del Qatar, lo sceicco Mohammed bin Abdulrahman al Thani.
L’ingresso in scena dei tre segue quello di altri personaggi che solo chi non conosce come funziona la diplomazia può giudicare “minori”: i capi dei servizi segreti di Paesi intermediari quali Egitto e Turchia. E il responsabile del Cogat, la parte dell’esercito israeliano incaricata di gestire l’assistenza umanitaria a Gaza.
È stata la loro presenza probabilmente a spingere a qualche concessione, secondo quanto trapela dai resoconti da Sharm el-Sheikh. Ma i nodi ancora da sciogliere sono moltissimi. In particolare, un funzionario egiziano ha detto alla Reuters che Hamas ha accettato di deporre le armi ma solo di fronte a garanzie che Israele non tornerà in guerra dopo il rilascio dei 48 ostaggi catturati nell’attacco del 7 ottobre 2023, 20 dei quali dovrebbero essere ancora in vita. Un punto sul quale già in passato, si sono arenati almeno due round negoziali.
I PUNTI DA CHIARIRE NEL PIANO DI PACE DI TRUMP - VIGNETTA BY ROLLI - IL GIORNALONE - LA STAMPA
E non è l’unico. Il movimento esigerebbe la liberazione di Marwan Barghouti, leader della Seconda Intifada in carcere da più di venti anni: mentre il ministro per la Sicurezza nazionale Itamar Ben Gvir ha messo il veto sul suo nome. Infine, sarebbe stata richiesta l’esclusione dell’ex primo ministro britannico Tony Blair dall’autorità incaricata di governare Gaza in una fase di transizione: e su questo, probabilmente, a dire “no” sarà Trump in persona. Sarebbero invece già stati raggiunti accordi di massima su rilascio degli ostaggi e sulla consegna degli aiuti umanitari.
Cosa accadrà nelle prossime ore? Ufficialmente «cauto ottimismo», è ciò che trapela dall’ufficio di Benjamin Netanyahu.
(…)
Di fronte a frasi come queste, qui in Israele a mettere in guardia contro le illusioni facili sono analisti di primo piano. «Tutto potrebbe ancora deragliare. Alcuni alti funzionari israeliani sono convinti che non ci siano possibilità che Hamas rilasci tutti gli ostaggi nella fase iniziale».
LA PACE E' VICINA - VIGNETTA BY GIANNELLI
Non solo: «Il piano Trump prevede che Hamas non giochi alcun ruolo nel futuro di Gaza, ma se questo accordo andrà avanti, vista la maniera in cui è costruito, dovremo continuare a confrontarci con Hamas per molto tempo», scrive Naydal Eyal su Yedioth Ahronoth. Netanyahu è disposto ad accettare questo? Molti qui non ne sono sicuri, anche considerando il fatto che più del 60 per cento degli elettori ritiene che il primo ministro debba dimettersi non appena la crisi sarà conclusa. E che lui ne è perfettamente consapevole.
In questo quadro, l’elemento determinante resta Donald Trump. Il presidente americano ha ripetuto ieri che è una «reale possibilità» di accordo. Fondamentale il fatto che venerdì a Oslo sarà assegnato il premio Nobel per la Pace: Trump spera di essere il prescelto e per questo spinge per un risultato da raggiungere in tempi brevi. Ieri con una nota ufficiale ha ringraziato le famiglie degli ostaggi che lo hanno ufficialmente appoggiato.
Secondo la tv israeliana Canale 12, se non si arriverà a una svolta presto il presidente Usa potrebbe mettere sul piatto un “prendere o lasciare” simile a quello con cui ha forzato Netanyahu ad accettare il piano la scorsa settimana: tempo stimato, il fine settimana (che qui cade di venerdì e sabato) con un possibile inizio di rilascio degli ostaggi a partire da domenica.
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