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PUTIN-TRUMP, L'ASSE DEL NUOVO MONDO - VLAD: "PRONTO A COLLABORARE PER COMBATTERE IL TERRORISMO, NON VOGLIAMO NEMICI MA NON PERMETTEREMO LA VIOLAZIONE DEI NOSTRI INTERESSI" - E SULLA SIRIA PUTIN TIRA DRITTO: "FINIREMO IL LAVORO" - IL MESSAGGIO E' CHIARO: ISOLARE MOSCA COME CERCA DI FARE L'OCCIDENTE NON FUNZIONA

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Lucia Sgueglia per la Stampa

 

Un discorso tenuto «in assenza temporanea di nemici», per dirla con il blogger dissidente Navalny.

 

Con un Putin insolitamente conciliante in politica estera, che tende la mano a Trump: «Con la nuova amministrazione Usa vogliamo combattere una minaccia reale: il terrorismo internazionale. Non cerchiamo nemici, vogliamo rapporti amichevoli, ma su base paritaria». Ieri al Cremlino l' annuale discorso del presidente (il 13°) all' Assemblea federale riunita (politici, dignitari, autorità religiose e sociali), tradizionalmente rivolto all' élite interna russa, ma che non disdegna messaggi al mondo.

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Nel 2014 sullo sfondo delle sanzioni per la Crimea l' attacco agli Usa fu virulento, Putin azzardò paralleli con Hitler. Nel 2015 nel ruolo del nemico esterno c' era la Turchia, la «coltellata nella schiena» dell' abbattimento del jet russo sul confine siriano. Stavolta, la diplomazia è in stand-by. Mercoledì Putin aveva svelato il contenuto della sua telefonata con Trump: «Dal nuovo presidente vorrei sperare che arrivi una nuova aria. Anche sul tema della sicurezza mondiale. Ci siamo augurati di raddrizzare i rapporti». La Russia, ha aggiunto ieri, è pronta a partecipare alla soluzione dei problemi internazionali, ma «non permetteremo la violazione dei nostri interessi».

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Messaggio esterno: isolare Mosca come cerca di fare l' Occidente non funziona, lo confermano i legami con la Cina e il rilancio dei rapporti col Giappone, alleato Usa. Obiettivo interno: convincere parlamentari e cittadini che tutto è sotto controllo. Sulla Siria Vladimir tira dritto: «Continueremo il lavoro», ringraziando i soldati che lavorano «per l' onore della Russia».

Ma il focus principale è sulla difficile situazione economica, il cui antidoto per ora resta il solito: «I russi "sono uniti intorno a comuni valori patriottici, non perché sono tutti felici, ma perché sono pronti a lavorare per il Paese».

putin concentratoputin concentrato

L' appuntamento ha sempre avuto valore sacrale per i funzionari, che vi si accostano cercando di decifrare tra le righe cosa il presidente voglia veramente. Soprattutto il programma di riforme. Chi si aspettava una «svolta liberale» prima delle presidenziali 2018 è deluso. Ma Putin parla di sviluppo, corruzione, e piani per il 2019, come se si fosse già ricandidato al Cremlino. La crisi, ammette, non è colpa delle sanzioni occidentali, ma di «problemi strutturali interni». Comunque gli occidentali «hanno fatto quasi un favore all' agricoltura russa», privandola di concorrenza: oggi vende più dell' export di armi.

L' avvertimento agli oppositori passa per la Storia. Nel 2017 ricorrerà il centenario della Rivoluzione d' Ottobre: «Un' occasione per i russi per riflettere sulla natura delle rivoluzioni. Il passato comune va rispettato, ma occorre valutarne le conseguenze», ammonisce invitando a una "riconciliazione sul passato storico e culturale».

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