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Riccardo Bocca per "L'Espresso"
Alla vigilia dell'estate, Giancarlo Leone si dichiarava ottimista sulla nuova stagione televisiva. «Non vi deluderemo», replicava agli scettici. E ancora non ha cambiato idea: «La Rai si sta muovendo bene», assicura. «Ci sono nuove idee, nuovi stimoli, nuove sensibilità ». Carne al fuoco che lui cucina da direttore di Rai Intrattenimento, struttura trasversale alle reti dove lavorano circa 140 persone. «L'obiettivo», dichiara, «è rincorrere con determinazione il nuovo, e possibilmente acchiapparlo al più presto».
L'esatto opposto, viene da commentare, della valanga di vecchi programmi che ritroviamo anche quest'anno sugli schermi Rai. «Beh, non è generoso sparare nel mucchio. Non dimentichiamo che su Raidue c'è l'esperimento di "Pechino Express", l'adventure-reality in cui crediamo molto. Qui, ad esempio, si è provato a intrecciare il linguaggio televisivo con quello del cinema. Non mi pare poco...».
Resta l'imbarazzo per il livello del cast: ex veline, ex atleti con famiglia, ex concorrenti di altri show. Per non parlare del capogita Emanuele Filiberto di Savoia. «Perché: cos'ha che non va bene Emanuele Filiberto? Attenzione: questo è intrattenimento, non cultura. E comunque "Pechino-Express" non è l'unica novità Rai. C'è anche la sfida di "Mission", una trasmissione dove i cosiddetti vip si trasferiscono nei posti più disagiati e sofferenti del pianeta per fornire il loro aiuto concreto». Oddio, la nuova frontiera della tv del dolore. «Al contrario: manderemo in onda su Raiuno due puntate pilota a dicembre, il sabato sera, per cercare di sensibilizzare la gente comune alle emergenze del mondo».
Dopodiché, però, non rinunciate a infarcire i palinsesti dei soliti format: non è un suicidio aziendale? «Diciamo così: i nuovi vertici della Rai hanno garantito che la tendenza scemerà . Finalmente, insomma, potremo costruire nuove proposte in casa». Basta che poi non li facciate condurre ai soliti nomi. «Concordo: dobbiamo lavorare, subito e con decisione, sulla proposta di volti nuovi».
Senonché, quest'anno, ci attende l'ennesima spanciata di Carlo Conti e Antonella Clerici, mentre sul fronte Mediaset torna il blocco De Filippi-Toffanin-D'Urso. Bene così? «Beh, non è un mistero che la televisione commerciale abbia come primo obiettivo quello di costare il meno possibile e accaparrarsi il pubblico dei consumatori tra i 25 e i 54 anni. Non per denigrare il lavoro altrui, ci mancherebbe, ma Mediaset mette in campo sempre gli stessi conduttori, replicando le trasmissioni fino a distruggerle».
Voi invece, in Rai, lasciate che i tre telegiornali nazionali patiscano un pesante ritardo tecnologico, mentre in parallelo il tg di Sky acquisisce sempre più mezzi e personalità . Non è anche questo un principio di autodistruzione? «Inutile negarlo: c'è un problema di adeguamento tecnico dei telegiornali, e il primo ad accorgersene è stato il direttore generale Gubitosi. Ma non dimentichiamo che, malgrado il freno a mano tirato, reggiamo alla grande la concorrenza». Quindi? «Abbiate pazienza, e magari un po' di fiducia. La Rai sta cercando, con tutte le sue forze, di voltare pagina».
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