1. SÌ, CONGRATULIAMOCI TUTTI. CON IL PRIMO VERO ACCORDO HA VINTO RENZIE CHE HA DEMOLITO IL MURO DI BERLINO DEL PD. HA VINTO IL BANANA, CHE FINO ALLA VIGILIA DELL’INCONTRO DEL NAZARENO ERA UN PREGIUDICATO-DECADUTO IN ATTESA DELL’AFFIDAMENTO IN PROVA AI SERVIZI SOCIALI. HA VINTO SOPRATTUTTO RE GIORGIO, CHE HA FATTO CAMBIARE I NUMERI FINALI SECONDO OSCURE MA CERTAMENTE ACCORTE ALCHIMIE 2. MA QUANDO (NEL 2015) SI SARÀ VOTATO CON QUESTO NAPORENZUSCONI, CI SARÀ ANCHE UN GRANDE SCONFITTO. UNO DEI DUE, TRA L’EX ROTTAM’ATTORE DI FIRENZE E L’EX SULTANO DI HARDCORE, AVRÀ L’AMAREZZA DI AVER ATTIVAMENTE CONTRIBUITO ALLA VITTORIA DELL’ALTRO SBAGLIANDO I CALCOLI SU SOGLIE, SBARRAMENTI E BALLOTTAGGI 3. LUCIANO GALLINO: “CHE COSA NE VIENE AL NOSTRO PAESE, AI LAVORATORI ITALIANI, AL PUBBLICO BILANCIO, DALLA NASCITA DELLA FIAT CHRYSLER AUTOMOBILES?” AH, SAPERLO!

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a cura di colinward@autistici.org (Special Guest: Pippo il Patriota)

1 - FUGA PER LA VITTORIA (DELL'ALTRO)
Ma sì, congratuliamoci tutti. Con il primo vero accordo ha vinto Renzie, che più di ogni altro l'ha cercato perché deve conquistare Palazzo Chigi prima che gli italiani si annoino anche di lui. Ha vinto il Banana, che fino alla vigilia dell'incontro del Nazareno era un pregiudicato-decaduto in attesa dell'affidamento in prova ai servizi sociali. Ha vinto soprattutto Re Giorgio, in silenzio da quasi un mese, che ha fatto cambiare i numeri finali secondo oscure ma certamente accorte alchimie. Godiamoci la festa "del-grande-treno-delle-riforme-che-si-rimette-in-moto-in-un-paese-bloccato".

Ma quando si sarà votato con questo Naporenzusconi, ci sarà anche un grande sconfitto. Uno dei due, tra Renzie e il Banana, avrà l'amarezza di aver attivamente contribuito alla vittoria dell'altro sbagliando i calcoli su soglie, sbarramenti e ballottaggi.

2 - NON HO L'ETA'
In attesa di scoprire chi dei due passerà alla storia per essersi scavato la fossa con le proprie mani, non resta che occuparsi del grande escluso di oggi. Si chiama Lettanipote e per lui ormai è un'enorme montagna da scalare perfino la sostituzione di Tonino Mastrapasqua, presidente multi-task dell'Inps.

3 - EMOZIONE ITALICUM
Dunque, sull'accordo siamo già stati tutti bombardati: soglia del 37% per il premio (del 15) e sbarramento al 4,5%, più salva-Lega e possibilità di candidature plurime. E ora che succede? Il Corriere anticipa: "Il vero bivio sarà la riforma del Senato. I timori del sindaco che il Cavaliere si tiri indietro. La nuova legge elettorale, da sola, resterebbe zoppa" (p. 2). Repubblica gonfia il giornale di particolari sull'eroismo di Renzie ("Berlusconi fino all'ultimo ci ha fatto impazzire. In mattinata ha anche proposto uno strano ballottaggio a tre") e s'illumina con i raggi di luce che arrivano dal Colle più alto: "Napolitano benedice il patto.

‘Finalmente qualcosa si muove'. Nonostante le incomprensioni iniziali, il Colle punta su Renzi. Che a sua volta si prepara a difenderlo" (p. 7). E il governino? "Letta e il rimpasto per blindarsi fino al 2015. ‘Ora entrino i renziani'. Matteo gli dice no" (p. 7). Il Messaggero riporta la strategia futura del segretario Pd: "Matteo teme agguati in aula e apre a piccole modifiche. Domani la prima prova di un voto segreto. Alfano: recuperare il miglior perdente" (p. 7). Angelino Jolie che parla di "miglior perdente" ha il suo perché.

4 - L'ISOLA DEI QUIRINALISTI
Il Corazziere della Sera certifica con ampio titolo "Il sollievo di Napolitano per l'avvio della partita" (p. 3). Bene, siamo tutti sollevati. Ma poi ecco il ditino alzato: "Non è neppure cominciato il percorso parlamentare e qualcuno già pretenderebbe di far scattare l'eterno giochino del ‘firmerà/non firmerà' per Giorgio Napolitano. Goffi tentativi per reclutarlo tra gli sponsor o, all'opposto, fra i censori dell'accordo siglato ieri tra Matteo Renzi e Silvio Berlusconi sull'impianto della riforma elettorale. Ma tentativi anche indeboliti, visto che il capo dello Stato non può entrare - e non entra - nel merito di un sistema di voto che sta alle Camere mettere in cantiere, perfezionare e approvare".

5- NON FA SOSTA LA SUPPOSTA
Non è che si bevano proprio tutto, dalle parti di Bruxelles. A gente come Rehn o Barroso non puoi mandare Er Gelatina Saccomanni a dire che si vede la luce in fondo al tunnel, quando la disoccupazione continua a salire e le entrate tributarie sono un rebus. Oggi qualcosa si capisce perfino dai giornaloni della Stabilità. "Letta chiede fiducia alla Ue: Pil in crescita e fermeremo il debito. Ma Barroso: l'Italia resta fragile e serve stabilità strutturale" (Corriere, p. 7).

6 - NON AVRAI ALTRAI LEGGE CHE IL CODICE IBAN
Si scrive molto delle proteste più o meno sgangherate - o velleitarie - dei grillini contro Re Giorgio e la Boldrinmeier, ma serve solo a coprire il vergognoso regalone che il governillo di Lettanipote sta facendo alle banche sulla rivalutazione delle quote in Bankitalia. Nota di merito al Cetriolo quotidiano che sbatte in prima pagina "la rivolta sul regalo da 4,2 miliardi alle banche", prime fra tutte Intesa, Unicredit e Generali. Paginone "di denuncia" anche su Libero (p. 14).

7 - NANO UNCHAINED
Non ci si annoia mai, alla corte di Dudù e del suo padroncino con i tacchi: "Lite sui vertici, Berlusconi striglia i big. Fitto guida la fronda: subito le nomine. Il Cavaliere: pensate solo alle poltrone. Con l'ex ministro pugliese Gasparri, Matteoli e Romano: insediare l'ufficio di presidenza. Ancora critiche per l'ascesa di Toti. Il Cavaliere: ‘E' solo un consigliere che mi dà una mano" (Repubblica, p. 10).

8 - LA BAVA SEPARATA DALLE NOTIZIE
"Il successo dell'ex direttore Toti: ha scippato la tuta bianca ai no global" (Libero, p. 10). Che per altro erano scomparsi da un decennio abbondante.

9 - LINGOTTI IN FUGA, POLITICA DISPERSA
Oggi le posizioni dei principali giornali sull'esodo della Fiat che pagherà le tasse in Inghilterra sono sostanzialmente due: "non è come sembra" (Corriere, Stampa, Sole) e "sì, se ne sono andati ma la colpa è nostra (Giornale, Libero, Messaggero). Kaki Elkann usa il suo costoso giocattolino della Stampa per rassicurare i dipendenti: "Io resto qui al Lingotto. L'Italia sarà protagonista del rilancio Alfa Romeo e il nostro obiettivo è riportare tutte le nostre persone al lavoro" (pp. 2-3).

In tutto ciò, il povero Fassino festante che "da torinese si dice orgoglioso di una Fiat mondiale" finisce relegato nella cronaca cittadina.

Nel grigiore corrivo di tanti articoli si salvano in pochi. Uno è Luciano Gallino, che scrive: "il governo non si è nemmeno degnato di rivolgere alla ferrata coppia del Lingotto la madre di tutte le domande: mentre auguriamo al lieto evento le migliori fortune, in concreto, cifra su cifra, documento su documento, qui e ora e non nel prossimo decennio, che cosa ne viene al nostro paese, ai lavoratori italiani, al pubblico bilancio, dalla nascita della Fiat Chrysler Automobiles?" (Repubblica, p. 25)

10 - MASTRAPASQUA MANGERA' LA COLOMBA
Festival dell'inutilità sul caso Mastrapasqua, il commercialista lettiano (tendenda Gianni) che guida come un monarca l'Inps, ma ha comunque molto tempo libero. "Il Pd: Mastrapasqua se ne vada. Ipotesi di un nuovo assetto Inps. Il governo pensa a un cda per sostituire il presidente" (Corriere, p. 16). Ma con comodo.

11 - MA FACCE RIDE!
Parla Angiola Armellini, la regina del mattone: "Non posso avere evaso due miliardi, anche se forse qualcosa ho sbagliato" (Repubblica, p. 19). L'imbarazzo del comune di Roma e del sindaco marziano Marino, che le dovrebbe un sacco di milioni per gli appartamenti presi in affitto a scopo sociale.

12 - ULTIME DA UN POST-PAESE
Escono i dati su una vera "eccellenza" italiana: "Il denaro sporco invade l'Italia. L'economia nera al 10% del Pil. Sottratti al fisco 75 miliardi l'anno. La Finanza: al Nord il 40% dei beni della ‘ndrangheta. La cifra totale è di circa 170 miliardi ogni 12 mesi. Le Fiamme gialle ne hanno recuperati 3" (Repubblica, p. 11). La Troika e le agenzie di rating dovrebbe tenerne conto, che non siamo così straccioni come sembriamo.

 

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