QUELLE STRANE ALLEANZE PER SCONGIURARE IL VOTO ANTICIPATO: BERLUSCONI CON NAPOLITANO – IL CAV: ''NON SI PUO’ ANDARE A VOTARE PERCHE’ IL SIGNOR RENZI NON HA ANCORA ELABORATO IL LUTTO DEL REFERENDUM'' – KING GEORGE: IN UN PAESE CIVILE SI VOTA ALLA SCADENZA – E GUERINI (PD) LO SFANCULA

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Carmelo Lopapa per la Repubblica

NAPOLITANO BERLUSCONI NAPOLITANO BERLUSCONI

 

Passano 24 ore e l’accordo che sembrava blindato la sera prima tra Pd, M5S e Lega - e che aveva permesso a Matteo Renzi imprimere un’accelerazione verso il voto a giugno - vacilla, si ferma, infine si schianta. Così, è il partito delle urne nel 2018 a rialzare la testa, a mettersi di traverso con la forza dei numeri, soprattutto in quella palude che per il pd renziano è il Senato. Strada sprangata. A fine giornata il pallottoliere, pur approssimativo, segna quota 180 per i senatori del “prendiamo tempo”, delle trattative lunghe, del no all’accelerazione.

 

renzi e napolitanorenzi e napolitano

L’uscita di martedì sera dell’ex premier sulla necessità di impedire che scattino i vitalizi dei parlamentari (se si arrivasse al 15 ottobre) surriscalda i capannelli di Montecitorio e Palazzo Madama, fin dal primo mattino, scatena la reazione della presidente della Camera Boldrini. Poi, piomba pesante come un macigno l’altolà a sorpresa del presidente emerito Giorgio Napolitano. «Nei Paesi civili - dice - alle elezioni si va a scadenza naturale e a noi manca ancora un anno. Non si toglie la fiducia al governo per il calcolo di qualcuno».

 

lorenzo guerinilorenzo guerini

Matteo Salvini reagisce a modo suo («Nei paesi civili chi tradisce il proprio popolo viene processato ») facendo scattare un cordone istituzionale attorno all’ex presidente. Il capo dello Stato Sergio Mattarella chiama il suo predecessore per esprimergli solidarietà, come fanno i presidenti della Camera, Boldrini («Parole indegne») e del Senato, Grasso. I renziani attaccano Salvini ma prendono le distanze dalla posizione di Napolitano.

 

«La legislatura è finita il 4 dicembre», dissente il vicesegretario Lorenzo Guerini e così il presidente del partito Matteo Orfini: «La soluzione più semplice è quella di estendere l’Italicum al Senato» e votare. La sinistra interna è una polveriera e ancora una volta le dà voce Pier Luigi Bersani: «Una provocazione estendere al Senato questo scempio, un iper proporzionale senza bussola». Almeno venti pd su 113 sono su questa linea nel “precario” Senato.

 

beppe grillo discorso di capodanno beppe grillo discorso di capodanno

Ma il secondo e altrettanto decisivo stop ai progetti renziani arriva da Beppe Grillo, che rimette in discussione un accordo che sembrava fatto. Passi il “Legalicum” uscito dalla Consulta, scrive sul blog, ma con la cancellazione dei capilista bloccati: «Una scelta di democrazia» la definisce. Ma non è una modifica decisiva, perchè i capilista bloccati vanno bene al Pd come alla Lega e sono l’unica cosa che stia davvero a cuore a Silvio Berlusconi.

 

VERDINI ABRIGNANI VERDINI ABRIGNANI

Il fatto è che nella maggioranza non è solo la sinistra dem a schierarsi contro il voto a giugno. Angelino Alfano, appena conclusa la riunione del suo Ncd, alza la paletta rossa esprimendo «preoccupazione sulla corsa al voto mentre il Paese è attanagliato da mille problemi». I verdiniani fanno altrettanto, «il Consultellum porta all’ingovernabilità», boccia il deputato di Ala Ignazio Abrignani, «siamo sereni perché Renzi al Senato non avrebbe i numeri per imporre l’accelerazione», sogghigna il capogruppo Saverio Romano in Trasatlantico. I conti sembrano dare loro ragione. «Palazzo Madana, vedrete, si prenderà tutto il tempo necessario, se occorrerà anche dei mesi, per discutere quella legge elettorale», pronostica nella buvette di Palazzo Madama il capogruppo di Gal Mario Ferrara.

 

RENZI BERLUSCONIRENZI BERLUSCONI

Silvio Berlusconi riunisce in fretta e furia ad Arcore il gabinetto ristretto coi capigruppo, Ghedini e pochi altri per opporsi all’asse Pd-Lega (e non più M5S), facendo scrivere in una nota che quella legge renderebbe il Paese «ingovernabile» e che occorre un proporzionale senza preferenze. A porte chiuse il Cavaliere, a cui interessa prima di tutto prendere tempo in attesa della sentenza di Strasburgo, è un fiume in piena: «Altro che accelerazione, faremo di tutto per impedirla, non avranno la maggioranza necessaria. Non si può correre al voto perché il signor Renzi fatica ad elaborare il lutto, un vero leader - si sfoga - non fa colpi di testa. E poi con questa legge non ci sarebbe maggioranza e a marzo si tornerebbe alle urne».