teenager e violenza

RADDRIZZIAMO I CRE-TEEN AGER - ALFANO VUOLE ABBASSARE A 16 ANNI L’ETÀ PUNIBILE: “I RAGAZZINI DI OGGI NON SONO COME QUELLI DI UNA VOLTA: CONOSCONO LA GRAVITÀ DEI CRIMINI CHE COMPIONO” - BOMBARDATI DA SOCIAL, SELFIE E SMARTPHONE, SICURI SIANO PIU' 'CONSAPEVOLI'?

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Enrico Paoli per “Libero quotidiano”

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Se cambiano i tempi, e il dato è evidente a tutti, è necessario cambiare anche le regole del gioco, adeguandole alle mutazioni della società. Soprattutto se di mezzo c'è un tema delicato come la sicurezza. E allora, forte di queste ragioni e supportato dai dati elaborati dal ministero che guida, il titolare del Viminale, Angelino Alfano, ha messo sul tavolo l'opzione sedici anni.

 

«L'età punibile può essere abbassata, la modernità porta a questo», sostiene il ministro dell' Interno durante un forum organizzato dal quotidiano Il Mattino di Napoli. Per Alfano occorre «rifuggire da ogni ipocrisia. I 16-17 anni di oggi non sono quelli di una volta, oggi a 16 anni si conosce esattamente la gravità di un crimine che si compie».

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E le organizzazioni criminali ne sono perfettamente consapevoli, tanto da usare i minorenni per i lavori sporchi, regolamenti di conto compresi. «C' è una parola di cui non aver paura, repressione», afferma Alfano, «e un' altra parola, deterrenza: ciascun cittadino, di qualunque età, deve aver paura della reazione dello Stato». Insomma, ognuno deve fare la propria parte. Soprattutto ora.

 

L' idea del ministro, però, ha trovato subito un fronte contrapposto, mettendo sul tavolo una serie di considerazioni da valutare con attenzione. La proposta di abbassare la soglia della punibilità, in particolare, non piace a psichiatri e psicologi. «Puntare sulla repressione è perdente, il lavoro vero da fare, se si vuole ottenere qualcosa, è sulla prevenzione», sostiene Tonino Cantelmi, docente di psichiatria dell' Università Gregoriana di Roma.

 

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«Devianza e marginalità sono problematiche dal risvolto non solo sociale ma anche psicologico», sostiene il professore, «se non c' è prevenzione, puntare tutto su deterrenza non serve a nulla». Semmai «si può anche abbassare l' ètà punibile, «prosegue Cantelmi, «ma pensare che estingua il comportamento criminale è una illusione. Piuttosto si tratta di agire sulle cause dei fattori devianti, che in genere risiedono negli adulti che li circondano, magari assenti o irresponsabili. Anche gran parte del bullismo è legato a contesti familiari in cui gli adulti mettono in atto o tollerano comportamenti di sopraffazione».

 

Il richiamo alla famiglia e all' ambiente sociale i cui si cresce e si vive sono punti qualificanti del ragionamento, ma non fondamentali. Togliere alle organizzazioni criminali manovalanza a basso costo, e non punibile in base all' età, sarebbe comunque un ottimo risultato. In pratica, più che una polemica a distanza, sarebbe necessario un processo di sintesi fra le posizioni del ministro e quelle degli psicologi.

 

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Ma nell' orizzonte temporale del ministro dell' Interno non c' è solo il tema dei sedicenni. «Ho proposto e fatto approvare un decreto contro la violenza negli stadi», spiega Alfano, «un decreto che ha dato risultati, più in A e in B che nei campionati minori.

Vogliamo restituire il pallone alle famiglie, non possiamo accettare allo stadio la presenza dei teppisti che si travestono da tifosi, e abbiamo tolleranza zero nei confronti dei cori razzisti».

 

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«La chiusura delle curve è un provvedimento doloroso», sostiene il titolare del Viminale durante il forum nella sede del quotidiano partenopeo, «ma spesso è necessario, dobbiamo assicurare che chi entra allo stadio possa godersi lo spettacolo. Con il decreto le cose vanno meglio, ma sarò pienamente soddisfatto quando vedrò gli stadi pieni e senza violenza». Un segnale forte e chiaro per le curve, dopo gli ultimi episodi non proprio qualificanti.