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RAVETTO, PASTICCIO PERFETTO – LA DEPUTATA DELLA LEGA ERA PRONTA A ENTRARE NEL COLLEGIO DI “ARERA”, L’AUTORITÀ DI REGOLAZIONE PER ENERGIA RETI E AMBIENTE, DECISIVA NELLA DETERMINAZIONE DELLE TARIFFE DELLE BOLLETTE ENERGETICHE. MA FDI SOLLEVA DUBBI SUL CURRICULUM DELL’EX BERLUSCONIANA E GIORGIA MELONI VUOLE STOPPARE LA NOMINA, PRENDENDO A PRETESTO LE POLEMICHE SUL GARANTE DELLA PRIVACY, LOTTIZZATO DAI PARTITI – “DOMANI”: “SALVINI NON VUOLE SUBIRE UN’ALTRA BATTUTA D’ARRESTO DI FRONTE AI DIKTAT DELLA PREMIER. ALL’ORIZZONTE C’È UN GIRO DI NOMINE DI PARTECIPATE PUBBLICHE PIÙ AMPIO…”
Estratto dell’articolo di Stefano Iannaccone per “Domani”
Per uno strano cortocircuito di poltrone, a pagare il prezzo del grande caos al Garante della Privacy sarà quasi sicuramente Laura Ravetto, ex berlusconiana e ora deputata della Lega. Aprendo, nel pieno delle tensioni intorno alla manovra, un’altra faglia tra Lega e Fratelli d’Italia.
La deputata del partito di Matteo Salvini era pronta a entrare nel collegio di Arera, l’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente, decisiva anche nella determinazione delle tariffe delle bollette energetiche.
matteo salvini giorgia meloni foto lapresse
Ma adesso la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, vuole stoppare la nomina, prendendo a pretesto le polemiche sul Garante della privacy, lottizzato dai partiti.
Certo la premier ha prontamente scaricato le responsabilità sul governo Conte II. «L’attuale collegio del Garante della privacy è stato eletto durante il governo giallorosso», ha detto. Tuttavia, dai resoconti parlamentari della Camera, risulta che l’attuale premier (allora semplice deputata di Fratelli d’Italia) abbia preso parte alla votazione dei due componenti del collegio, Ginevra Cerrina Feroni e Guido Scorza, eletti a Montecitorio (Agostino Ghiglia e Pasquale Stanzione sono stati votati al Senato).
Il 14 luglio 2020 Meloni era infatti in aula. Quindi era sicuramente a conoscenza dell’accordo politico fatto per spartirsi le quattro poltrone a disposizione. Ma la realtà ormai interessa poco: è stata oscurata dalla propaganda.
Così la leader di FdI, in questa fase, non vuole sentire ragioni. E sta frenando la corsa di una parlamentare in carica verso Arera, organismo peraltro sempre più sotto osservazione: avrà un ruolo cruciale nell’applicazione del nuovo decreto Energia già preparato dal governo […]
L’operazione Ravetto, vista la tempistica, è considerata rischiosa dal punto di vista dell’immagine per Palazzo Chigi. È stato passato al setaccio pure il curriculum, considerato attaccabile dalle opposizioni. Troppo poco tecnico, ragionano negli ambienti meloniani, sarebbe un regalo alla sinistra.
A consigliare la strategia alla presidente del Consiglio è stato, tra gli altri, il sottosegretario, Giovanbattista Fazzolari. Alla fine le “colpe” del collegio del Garante ricadono su Ravetto, totalmente estranea agli intrecci svelati dalla trasmissione Report. Ma il sospetto leghista è che l’iniziativa prenda di mira Ravetto, esposta mediaticamente, usando la scusa del caso Ghiglia (il commissario del Garante della privacy, ex parlamentare di An e Pdl, messo nel mirino per i rapporti con Arianna Meloni e con i suoi ex compagni di partito).
Del resto gli altri partiti erano orientati a indicare tutti ex parlamentari all’interno del collegio di Arera: Giuseppe Moles (ex senatore di Forza Italia, ex sottosegretario e oggi a capo di Acquirente unico), Alessandro Bratti (ex deputato del Pd e già direttore generale dell’Ispra) e Gianni Girotto (ex senatore del M5s). Scelte che lasciano intatto il problema della lottizzazione sollevato per quanto riguarda il Garante della privacy. Per questo c’è chi pensa che su Ravetto sia giunto un veto ad personam.
matteo salvini giorgia meloni foto lapresse
L’idea ha irritato Salvini che aveva benedetto la nomina da tempo. L’altra soluzione in ambito leghista sarebbe quella di Paolo Arrigoni, attuale presidente del Gse (anche lui un ex senatore leghista), che però non aveva convinto molti big della Lega. Il profilo non è graditissimo nemmeno ai compagni di partito.
Lo stop alla nomina di Ravetto all’Arera rappresenterebbe una clamorosa beffa, visto che il rallentamento sugli incarichi non è imputabile a Salvini e ai suoi. La deputata doveva entrare nel collegio dell’Autorità nei mesi scorsi, quando sono scaduti gli attuali vertici, che vedono Stefano Besseghini come presidente.
giorgia meloni e giovanbattista fazzolari
Solo che il rinnovo dell’organismo, come spesso accade con le nomine del governo Meloni, si è incagliato per il mancato accordo sul futuro presidente, a causa di una sfida interna a Fratelli d’Italia o, meglio, a palazzo Chigi.
Da un lato c’era chi spingeva per il direttore dell’Agenzia delle dogane, Roberto Alesse, molto vicino al capo di gabinetto di Meloni, Gaetano Caputi. Dall’altra chi avrebbe preferito Nicola Dall’Acqua, tecnico d’area, al timone della struttura commissariale contro la siccità, gradito all’ala più politica della presidenza del Consiglio.
[...]
laura ravetto a venezia per la mostra del cinema
Salvini non vuole subire un’altra battuta d’arresto di fronte ai diktat di Meloni. All’orizzonte c’è un giro di nomine di partecipate pubbliche più ampio, oltre che di altri organismi indipendenti. L’avvelenamento del clima non giova a trovare soluzioni semplici. Senza dimenticare che la partita Arera si intreccia con la manovra economica che nella prossima settimana entra nel vivo con l’esame degli emendamenti. Una clava da usare per l’affaire Arera.
AGOSTINO GHIGLIA - GIORGIA MELONI
laura ravetto
laura ravetto
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