QUIRINAL PARTY – RENZIE SI CREDE PUTIN E HA IN MENTE LO “SCHEMA MEDVEDEV”: PRESIDENTE SEGNAPOSTO, CHE GLI SCIOGLIE LE CAMERE A PIACERE – LA FINOCCHIARO ANCORA NON DÀ GARANZIE AL BANANA, CHE RESTA FEDELE AL PATTO DEL NAZARENO (MA DA SOLO?)

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DAGOREPORT

 

MATTEO RENZI A BERSAGLIO MOBILE MATTEO RENZI A BERSAGLIO MOBILE

Le gambe sull’Italicum, per farlo correre in fretta e approvarlo entro gennaio, e la testa sulla successione di Re Giorgio. Renzie sta cercando di accelerare su tutte le partite, da quando ha capito che Napolitano è irremovibile sulle sue dimissioni a fine anno.

 

Il premier vorrebbe fargli un regalo: l’approvazione della legge elettorale in tempi strettissimi, ancorché con la clausola salva-elezioni. Un modo per dire a Bella Napoli: “Come vedi, io mantengo la parola”. Un modo anche per sottrarre la legge elettorale alla partita velenosa dell’elezione del presidente della Repubblica.

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Per il Colle, i detrattori di Renzie dicono che ha in mente, al di là delle aperture di questi giorni, uno solo schema: lo schema Medvedev, dal nome del premier russo che servì da presidente quando Putin non poteva farlo. In questa ottica ecco spiegati i rumors su Paolo Gentiloni, che alla Farnesina fa leggere in anticipo le interviste a Palazzo Chigi, e su Roberta Pinotti, il ministro della Difesa.

 

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In sostanza, Renzie vuole un presidente della Repubblica che gli sciolga le Camere a comando (sempre che vi sia un minimo di ripresa economica, se no meglio evitare figuracce) esattamente come Berlusconi vuole un presidente che lo rimetta in gioco facendogli aggirare la legge Severino sull’incandidabilità.

 

Poi, certo, “il patto del Nazareno non parla di Quirinale”, ha detto ieri Renzie, ma non gli crede quasi nessuno. Una versione minimalista dice che i due leader hanno già concordato da tempo quantomeno il “no” a due personaggi di peso come Romano Prodi e Mario Draghi. Altri dicono che, fin dal loro secondo incontro, sono stati fatti anche dei nomi in positivo, come quelli di Anna Finocchiaro, Sergio Mattarella e Pierluigi Castagnetti.

Medvedev Medvedev

 

Nel dubbio, al Senato si segnala la grande prudenza della Finocchiaro, che non rilascia interviste e si sta muovendo con discrezione anche nei confronti di Berlusconi, al quale però non ha fatto arrivare alcuna rassicurazione personale. Tanto è vero che in Forza Italia c’è anche chi sostiene che a Berlusconi non convenga convergere su candidati “di mezzo”, ma direttamente su un nome forte, anche molto lontano da lui. Il motivo è che sarebbe più facile avere la grazia da un personaggio come Romano Prodi piuttosto che da presidenti che non reggerebbero la pressione una volta tacciati di berlusconismo.

silvio berlusconi (3)silvio berlusconi (3)

 

Silvio, dal canto suo, aspetta le mosse di Renzie e cerca di capire se questi manterrà ancora fede al Nazareno. Per molti, la sua uscita allo scoperto sul nome di Giuliano Amato – che di fatto lo ha bruciato – altro non era che un tentativo di dimostrare al contraente del Nazareno che lui è ancora fedele al Patto.