alessandro zan elly schlein

MA CHE RICCO QUESTO BUSINESS ARCOBALENO! “REPORT” STASERA SCODELLA UN’INCHIESTA SULLE ATTIVITÀ DA IMPRENDITORE DEL DEM ALESSANDRO ZAN, FEDELISSIMO DI ELLY SCHLEIN, CHE LO HA PIAZZATO NELLA SUA SEGRETERIA – IL PALADINO DEL MONDO LGBTQ+  È SOCIO DI MAGGIORANZA E AMMINISTRATORE UNICO DI UNA SRL CHE GESTISCE I GAY PRIDE A PADOVA: UN BEL “GIOCATTOLO” PER FARE BUSINESS, CHE MACINA MIGLIAIA DI EURO ED È STATO SOSTENUTO ANCHE DA 180MILA EURO RISTORI PER IL COVID – INTERVISTATO DALLA TRASMISSIONE DI RAI3, ZAN SI DIFENDE: “NESSUN CONFLITTO DI INTERESSI, LO FACCIO A TITOLO GRATUITO” – LA SEGRETARIA ARMOCROMISTA NON HA NULLA DA DIRE?

Estratto dell’articolo di Fabio Amendolara per “La Verità”

 

ELLY SCHLEIN E ALESSANDRO ZAN

Gay.it, il sito web punto di riferimento per la comunità omosessuale italiana, dedica al Padova pride village, una descrizione molto breve ma efficace: «Fondato da Alessandro Zan (sì, proprio lui, il relatore del disegno di legge omonimo contro l’omofobia, la transfobia, la misoginia e l’abilismo), è il più grande evento Lgbtq+ del Nord Italia, che si svolge in estate dal 2008».

 

Ma ci sono altri due dettagli non trascurabili che Report, il programma televisivo d’inchiesta condotto da Sigfrido Ranucci che andrà in onda oggi su Rai 3, ha scoperto: Zan, oltre a esserne il fondatore, è anche l’organizzatore dell’evento tramite una società, la Be Proud srl, azienda che opera con un codice Ateco, quello che identifica l’attività economica, per l’organizzazione di convegni e fiere.

 

ALESSANDRO zan cecilia d elia foto di bacco

Ha un capitale sociale di 3.000 euro, sede legale a Padova e un valore della produzione da oltre 600.000 euro. Ma il moschettiere che combatte l’omotransfobia e che è nella segreteria nazionale del Partito democratico (Elly Schlein è stata ospite d’onore della serata di chiusura dell’ultima edizione del Pride padovano), detiene il 52% delle quote della Be Proud e, oltre a essere quindi il socio di maggioranza, è anche l’amministratore unico della società.

 

L’evento, in coda al nome mostra anche un altro brand: Virgo, un fondo d’investimento che ha deciso di puntare sull’inclusività e per abbinare il suo brand all’evento ha sborsato 4 milioni per progetti sul tema. «In Virgo Fund», è spiegato sul sito web del fondo, «siamo consapevoli che promuovere la diversità, l’equità e l’inclusione in ogni aspetto della nostra attività è un nostro valore fondamentale oltre che essere un ingrediente del nostro successo». E ancora: «Virgo Fund abbraccia l’uguaglianza e l’inclusione come canoni di bellezza in quanto parte del nostro ambiente di lavoro, degli investimenti e soprattutto delle partnership che scegliamo, fino all’offerta delle competenze nelle nostre attività».

 

alessandro zan premiato foto di bacco

Obiettivi che sembrano essersi sposati in pieno con il pride padovano. Che, oltre a Virgo, può contare su un’altra partnership: il Comune di Padova, guidato da Sergio Giordani, un sindaco che piace particolarmente ai dem.

 

In bella mostra sul sito web dell’evento organizzato da Zan ci sono poi anche i loghi dei partner, in prevalenza società energetiche e della mobilità verde, ma non mancano i big del beverage. E, spiegano gli organizzatori, «il Pride Village Virgo è un evento inclusivo che accetta tutte (con la «e» capovolta, ndr), tranne gli omofobi». La politica (ideologica) sembra intrecciarsi spesso, però, con l’attività di business. E Padova è proprio il collegio elettorale di Zan.

 

roberto gualtieri alessandro zan foto di bacco

Gli inviati di Report, Carlo Tecce e Lorenzo Vendemiale sono stati al pride che ogni anno supera le 200.000 presenze e hanno potuto verificare sul campo che è un bel «giocattolo» per fare business. Nell’area beverage, per esempio, c’è un privé con quota d’ingresso da 25 euro a persona e consumazione minima al tavolo da 160 euro. «Le quote», è spiegato online dagli organizzatori, «si sommano e vengono convertite in un giro di bottiglie (servite direttamente al tavolo)». Chi decide di restare in piedi, invece, paga 10 euro e non ha diritto alla consumazione, da pagare a parte.

 

A questo punto i due giornalisti si sono chiesti: «Tutto ciò che viene speso per bere, mangiare e divertirsi, dove finisce?». Una domanda che hanno rivolto proprio a Zan. Che ha risposto così: «È un evento dove tutto quello che viene guadagnato viene riversato nell’iniziativa e dunque non c’è nessun tipo di guadagno».

marco mengoni donatella versace alessandro zan concerto di madonna al forum di assago

 

Poi l’hanno incalzato: «Non ci vede un po’ un conflitto nell’avere una società che ha comunque un giro d’affari sugli stessi temi su cui lei, giustamente, conduce delle battaglie meritevoli in Parlamento?». La risposta: «No, io ho prestato il mio nome per dare una mano. Ma lo faccio con spirito di servizio, a titolo gratuito».

 

I due giornalisti hanno quindi raccolto le considerazioni di Stefano Capaccioli, commercialista e revisore legale: «Le società sono fatte necessariamente per avere un utile. Incassando 1,3 milioni e spendendo, visto che guadagna poco, 1,3 milioni, fondamentalmente c’è tutta una serie di fattori produttivi che vengono remunerati. Dichiarano otto dipendenti, c’è un affitto, ci sono dei servizi». La conclusione non può che essere una: «È un business».

 

Stando a Zan, la Be Proud non avrebbe ricevuto aiuti pubblici. Tranne uno: 180.000 euro di ristori Covid. Per i quali Zan ha spiegato: «C’erano i fornitori che avevano installato tutto il materiale e quelli andavano pagati. Per cui, come tutte le altre società, hanno chiesto un aiuto pubblico». La Be Proud, infatti, ha superato le difficoltà della pandemia anche grazie agli aiuti dello Stato: oltre 180.000 euro di ristori Covid, appunto, senza cui il bilancio 2021 avrebbe chiuso in perdita.

alessandro zan elly schlein adriano bartolucci proietti foto di bacco

 

La recente storia della società, però, s’intreccia di nuovo con la politica. Nell’ultimo anno e mezzo la Be Proud ha versato circa 50.000 euro nelle casse del Partito democratico nazionale e locale. E Schlein sul palco della serata di chiusura non si era fatta sfuggire l’occasione per lanciare un messaggio politico: «Vi ringrazio di questa partecipazione, per questa chiusura del Village qui a Padova. E allora insieme, vi prego, siamo qui per divertirci. Ma non dimentichiamoci che dobbiamo essere militanti tutte quante, tutti quanti, insieme». Zan ringrazia. E con la benedizione del segretario nazionale del Pd diritti e business vanno a braccetto.

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