1. DUNQUE, ANCHE L’ULTIMA CRISI ALLA FINE SI È RIVELATA IL SOLITO MIRAGGIO. E OGNUNO POTRÀ RACCONTARE IMPUNEMENTE LA SUA SU CHI HA VINTO E CHI HA PERSO 2. DI SICURO C’È CHE LA FARSA DEL VOTO DI FIDUCIA AL SENATO ALLONTANA LE ELEZIONI ANTICIPATE NEL BREVE PERIODO. E LETTA-NAPOLITANO POSSONO GUARDARE AL 2015 3. RESTA LO SPETTRO DI UNA CONFLITTUALITÀ INSUPERABILE SUI TEMI DELLA GIUSTIZIA (VOTO PER LA DECADENZA DI B.) TRA LA DEMO-SINISTRA (LETTA-EPIFANI) E LA NUOVA ALFA-DESTRA (CAINANO-ALFANO) VINCOLATI ALLA COATTA-ABITAZIONE DAL “PAPOCCHIO NAPOLITANO” 4. LA RESURREZIONE (PROVVISORIA) DI LETTA-LAZZARO SI SPOSA CON L’ASCENSIONE NEL LIMBO DELLA POLITICA DEL BERLUSCONI-HOUDINI CHE È RIUSCITO A FAR EVAPORARE LA SUA SCONFITTA NELLA CARICATURA PARADOSSALE DI UN DRAMMA A LIETO FINE

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"Karamàzov!", gridò Kòlja.
"È vero quello che dice la religione, che resusciteremo dai morti e, tornati in vita, ci vedremo di nuovo tutti, anche Iljùscenka?".
"Resusciteremo senz'altro, e ci vedremo e ci racconteremo l'un l'altro allegramente e gioiosamente tutto ciò che è stato", rispose Aljòscia a metà tra il riso e l'entusiasmo.
"Ah, che bello che sarà", sfuggì a Kòlja.
(Fëdor Dostoevskij, I fratelli Karamàzov)

DAGOANALISI


Disse una volta Jean Cocteau con una felice intuizione che il "teatro è illusione, non inganno". Mai potendo immaginare che quella sorta di momento magico potesse avere come proscenio l'austera aula di palazzo Madama e per protagonista l'escapologo di Villa Arcore, Silvio Berlusconi.

Dopo essersi "incatenato" fino all'ultimo secondo alla richiesta-diktat di far cadere il governo Letta per tentare una nuova avventura elettorale (a breve), al Senato il Cavalier-Houdini è riuscito nell'impresa di liberarsi del vincolo cui aveva impiccato il suo futuro di leader e, al tempo stesso, a sciogliere pure i nodi della camicia di forza dove l'avevano imbrigliato i "ribelli" (o "traditori") di Forza Italia, animati da Angelino Alfano.

Ma l'escapologia è soltanto un ramo dell'arte dell'illusionismo in cui la capacità del mago di turno è, appunto, quella di sapersi svincolare dai trucchi dei lacci e laccioli ben confezionati prima dietro le quinte.

E l'escapologia, ahimè, non ha nulla a vedere però con la politologia. O, meglio ancora, con la patologia di una classe politica e di un sistema dei media che da vent'anni non sa distinguere tra i miraggi e le promesse dei vari prestigiatori dilettanti arrivati al governo con la realtà di un Paese fatto fesso anch'esso con la Rivoluzione all'italiana scandita da Tangentopoli.

Uno sconvolgimento (istituzionalmente) partorito e sostenuto dalla magistratura e dai Poteri marci per sconfiggere, secondo le loro false intenzioni, la partitocrazia è stato un nuovo sistema di voto detto Porcellum. Una legge elettorale che dà ai partiti "ad personam" dei leader il potere assoluto di scegliersi e nominarsi i parlamentari a dispetto della volontà di scelta dei cittadini. Tant'è che questa autentica "legge truffa" piace tanto pure all'ex comico Beppe Grillo.

Dunque, anche l'ultima crisi annunciata alla fine si è rivelata il solito miraggio. E trattandosi di un fenomeno ottico ognuno potrà raccontare impunemente la sua su chi ha vinto e chi ha perso. Tra l'altro, rispetto al passato, nessuno dei suoi illusionisti dovrà pagare dazio sui media (tutti), la cui ambiguità (politica) ormai sconfina spesso con la malafede.
Di sicuro c'è che il voto di fiducia al Senato allontana la possibilità di elezioni anticipate nel breve periodo. E Letta nipote può guardare con maggiore fiducia a superare il traguardo della primavera 2015 indicato dal capo dello Stato al momento di accettare un secondo mandato al Quirinale.

Ma resta pur sempre lo spettro di una conflittualità insuperabile almeno sui temi della giustizia (voto per la decadenza di Berlusconi) tra la demo-sinistra (Letta-Epifani) e la nuova alfa-destra (Berlusconi-Alfano) vincolati alla coatta-abitazione dal "papocchio Napolitano".

Altrettanto palese è che l'ultima "illusione" (o evasione dalla realtà) esibita al Senato dal Cainano, forse la più spettacolare e malinconica, magari non segnerà la fine del suo ciclo (politico) ventennale, ma non curerà la ferita ancora sanguinante spalancatasi in Forza Italia.

Nel giorno delle apocalissi proclamate, la prima termina con la resurrezione (provvisoria) di Letta-Lazzaro. La seconda con l'ascensione nel Limbo della politica del Berlusconi-Houdini che, comunque, è riuscito - ancora una volta -, a far evaporare la sua sconfitta trasformandola nella caricatura paradossale di un dramma a lieto fine.

 

 

 

 

 

 

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