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Fiorenza Sarzanini per "Il Corriere della Sera"
Prima le testimonianze di due escort, poi la decisione sui soldi versati a Sabina Began, l'«Ape Regina». à sempre caldo per Silvio Berlusconi il fronte giudiziario barese. Perché le verifiche ancora in corso sulle feste nelle residenze del Cavaliere potrebbero portare a una sua nuova iscrizione nel registro degli indagati per il reato di induzione del testimone a mentire.
Dove il testimone è proprio la donna accusata di avergli procurato ragazze a pagamento, quella Began che pubblicamente dice di averlo «sempre amato» e privatamente riceve bonifici, appartamenti e contratti lavorativi. Esattamente quanto accaduto con Gianpaolo Tarantini.
La prima scadenza è fissata per lunedì, quando riprenderà l'udienza preliminare che vede imputati i due per sfruttamento della prostituzione insieme ad altri presunti «reclutatori» e in aula arriveranno Lucia Rossini e Graziana Capone, entrambe pagate per partecipare alle feste nelle residenze presidenziali. Prima di decidere se accogliere la richiesta di rinvio a giudizio il giudice ha convocato le due donne per interrogarle proprio su quelle serate.
Un racconto che potrebbe rivelarsi imbarazzante visto che - come emerge dalle telefonate intercettate - Capone accettò di fermarsi per la notte e Rossini era in compagnia di Patrizia D'Addario e Barbara Montereale. Una grana per Berlusconi, forse non quella più grave. Il vero rischio riguarda i rapporti con la Began.
Nel giugno scorso la procura di Roma ha trasmesso ai pubblici ministeri Eugenia Pontassuglia e Ciro Angelillis una segnalazione ricevuta da Bankitalia per un'operazione sospetta. Si trattava di un bonifico da un milione e 400 mila euro - frazionato in diverse tranche - ordinato da Berlusconi in favore della società «Moon & Star» che, pochi giorni dopo aver ricevuto l'ultima rata, comprò un appartamento al rione Monti, al centro di Roma.
Quella società , come è stato poi accertato, è intestata proprio alla Began. La donna ha sempre negato che le ragazze fossero state pagate, ha parlato di amiche, ha sostenuto di essere stata a lungo la fidanzata del Cavaliere.
Il sospetto dei pm è che la casa - ma anche il contratto da 370 mila euro l'anno per una società collegata al Milan - possa essere il prezzo di questa versione. E questo potrebbe convincerli sulla necessità di rendere nota nel corso dell'udienza la scelta di procedere contro Berlusconi. La seconda scadenza arriverà il 3 ottobre, quando il giudice deciderà sul rinvio a giudizio di Tarantini, Began e gli altri e, a meno di colpi di scena, darà il via al processo. Una replica di quanto accaduto a Milano con le ragazze chiamate sul banco dei testimoni e in alcuni casi già costituite parte civile.
Negli stessi giorni sarà la procura a decidere se sollecitare il rinvio a giudizio di Berlusconi per aver «comprato» il silenzio di Tarantini. L'inchiesta è già chiusa, l'ultima informativa consegnata ai magistrati dai finanzieri guidati dal colonnello Antonio Quintavalle evidenzia le telefonate intercettate e le dichiarazioni verbalizzate che avvalorano l'ipotesi dell'accusa. E tanto basta per comprendere quale sia il quadro giudiziario all'interno del quale si muove il Cavaliere. Un mosaico di inchieste che si intrecciano con quelle già aperte a Napoli e a Milano, che hanno per protagonisti sempre gli stessi personaggi.
Ex politici, imprenditori e faccendieri che a quanto pare sono stati molto vicini a Berlusconi quando era presidente del Consiglio, conoscono alcuni retroscena della sua vita privata e adesso hanno deciso di presentargli il conto. Alcuni - come l'ex senatore Sergio De Gregorio e l'imprenditore Angelo Capriotti - hanno da tempo avviato una collaborazione con i magistrati rivelando i propri rapporti con l'ex premier. E svelando i dettagli di alcuni affari che sarebbero stati conclusi pagando tangenti.
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