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LA PASSIONE DEI RENZIANI PER LE BANCHE - LA RIFORMA DELLE DEGLI ISTITUTI DI CREDITO COOPERATIVO FA AVVELENARE LE OPPOSIZIONI CHE ANNUSANO IL SOLITO “REGALINO” - PERCHÉ LE BANCHE CON PIÙ DI 200 MILIONI DI PATRIMONIO POSSONO SOTTRARSI AL MECCANISMO DI ADESIONE OBBLIGATORIA?

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Andrea Ducci per il “Corriere della Sera”

 

RENZI E LOTTIRENZI E LOTTI

La riforma delle banche di credito cooperativo continua ad alimentare le polemiche. In particolare, è finita nel mirino la norma che consente alle banche con più di 200 milioni di patrimonio di sottrarsi al meccanismo di adesione obbligatoria alla nascitura holding unica del settore.

 

Una modalità che secondo i detrattori del provvedimento approvato dal governo, ma di cui ancora non si conosce il testo definitivo, si configurerebbe come discriminatoria (solo alcuni istituti potrebbero scegliere di non aderire), oltre che un regalo, poiché le banche cooperative, versando all' erario il 20% delle riserve indisponibili (accumulate in regime di esenzione di imposta) potrebbero disporre del restante 80% e diventare spa.

 

RENZI LOTTIRENZI LOTTI

Tanto che ieri la Lega Nord per bocca di Giancarlo Giorgetti ha rimproverato al governo di aver snaturato la proposta di autoriforma, condivisa, tra l' altro, dal mondo delle Bcc con Bankitalia e il ministero dell' Economia. «Il testo che è entrato a Palazzo Chigi era condiviso - ha spiegato Giorgetti a SkyTv24 - anche dall' universo del credito cooperativo, mentre quello in corso di pubblicazione ha avuto correzioni volute da Palazzo Chigi che deve risponderne». Bocciata soprattutto la norma che disciplina il way out dalla holding unica.

 

Giorgetti Giorgetti

«É totalmente ingiustificato che vengano ad personam esclusi alcuni istituti, magari territorialmente legati a chi sta a Palazzo Chigi: non si tratta solo di banche toscane. In generale non c' è nessuna logica nell' escluderne alcune e dirottarle verso il sistema spa, passando da un principio mutualistico a uno lucrativo e aprendo lo spazio a speculazioni che in questo momento il governo potrebbe risparmiarsi». I rilievi di Giorgetti, del resto, sono analoghi a quelli del viceministro dell' Economia, Enrico Zanetti, che pur difendendo l'impianto della riforma, contesta il meccanismo di uscita previsto solo per alcune Bcc, anziché tutte.

Enrico Zanetti sottosegretario al Ministero dell'Economia e delle FinanzeEnrico Zanetti sottosegretario al Ministero dell'Economia e delle Finanze

 

Dal fronte governativo a parlare è anche il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, che evita l'affondo e si limita a dire che sulla soglia dei 200 milioni di euro «dobbiamo sentire le associazioni del credito cooperativo e poi se ne discuterà in Parlamento». Peraltro Alfano, così come Zanetti, rivendica la bontà del provvedimento nel suo complesso, aggiungendo «reputo ingiustificate le polemiche contro Renzi su questo punto. Mi sembra un modo di provincializzare un dibattito che invece ci collega all' Europa. Sono contrario ad aprire un fronte di scontro dentro il governo».

 

BRUNETTA ITALICUMBRUNETTA ITALICUM

Ma la miccia è ormai accesa e, in attesa del testo da pubblicare in Gazzetta Ufficiale, allarma il mondo cooperativo che teme di vedere intaccati i capisaldi che garantiscono risorse ai fondi mutualistici. Una dinamica che al di là delle dichiarazioni di rito governativo agita molti membri del governo.

 

Dall' opposizione Renato Brunetta (FI) soffia sulla polemica e attacca via Twitter l’inner circle del premier Renzi, puntando sulle dichiarazioni a favore della riforma del sottosegretario Luca Lotti. «Neanche bravi a camuffare questi renziani, Lotti non parla mai. In questi giorni, invece, è iperattivo su Bcc. Gli stanno proprio a cuore...».