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Carlotta Scozzari per Dagospia
La fazione guidata da Unicredit ha avuto la meglio su quella capitanata dal Banco Popolare, e sostenuta da Mediobanca, in Risanamento. Al termine di un nuovo consiglio di amministrazione "fiume", terminato nella notte, la società del real estate ha accettato la proposta per gli immobili francesi, l'asset di maggior valore del gruppo, avanzata dal fondo Chelsfield-The Olayan Group. Offerta che vale 1,23 miliardi e che, per l'appunto, tra le banche azioniste, aveva incontrato fin da subito il favore dell'Unicredit di Federico Ghizzoni, socia al 14,4%, appoggiata da Mps (3 per cento).
Al contrario, il Banco Popolare di Pier Francesco Saviotti, azionista al 3,5%, spingeva perché Risanamento accettasse l'offerta, per alcuni aspetti più vantaggiosa, arrivata dalla Colony del miliardario texano Tom Barrack, a sua volta collegato a Luigi Zunino. Quest'ultimo è l'immobiliarista ex proprietario della società , da cui era stato costretto a uscire per fare spazio nell'azionariato alle banche finanziatrici nel 2009, dopo averla lasciata sull'orlo del crac e schiacciata da un debito di 3 miliardi.
Zunino, interessato più che a rientrare in possesso dell'intero gruppo a rimettere le mani sugli immobili francesi, e forte di un finanziamento già concordato con il Banco Popolare, la scorsa estate si era detto intenzionato a lanciare un'Offerta pubblica di acquisto (Opa) su Risanamento, che è quotata in Borsa, e a liquidare le banche socie. Un progetto che, non foss'altro che per i trascorsi imprenditoriali dell'immobiliarista di Nizza Monferrato nella stessa società oggetto dell'offerta, aveva lasciato gli istituti di credito azionisti diversi dal Banco piuttosto freddi.
Ecco che allora a dare manforte a Zunino è arrivato, proprio negli ultimi giorni, niente meno che Barrack, con cui l'immobiliarista sognava di potersi spartire il bottino parigino una volta chiuso con successo il dossier. Una vittoria che pareva essere lì a un passo, anche perché a prestare consulenza al miliardario texano nell'ambito dell'offerta sul patrimonio francese di Risanamento, e quindi a sostenere indirettamente il ritorno in scena di Zunino, era addirittura la Mediobanca di Nego Nagel.
Ma Unicredit, prima socia di Piazzetta Cuccia ma decisa più che mai a sbarrare la strada al ritorno in scena dell'ex patron di Risanamento, non si è fermata nemmeno davanti all'altisonante nome dei consulenti. E così, con il sostegno di Mps e probabilmente anche quello, conquistato ieri in extremis, di Bpm e Intesa Sanpaolo, ha convinto il consiglio di amministrazione ad accettare l'offerta sugli immobili parigini alternativa a quella di Barrack. E senza più il patrimonio francese su cui mettere le mani, ora è altamente improbabile che Zunino prosegua col progetto del lancio dell'Opa.
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