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SALE ANCORA IL DEBITO PUBBLICO ITALIANO, SEGNANDO L'ENNESIMO RECORD: E’ ARRIVATO A 2.811,6 MILIARDI - AD APRILE IL DEBITO DELLE AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE RILEVATO DA BANKITALIA È AUMENTATO DI 21,8 MILIARDI RISPETTO AL MESE PRECEDENTE - OLTRE 10% DEL DEBITO PUBBLICO E' IN MANO A FAMIGLIE E IMPRESE...
(ANSA) - ROMA, 15 GIU - Sale ancora il debito pubblico italiano, segnando l'ennesimo record. Ad aprile il debito delle amministrazioni pubbliche rilevato da Bankitalia è aumentato di 21,8 miliardi rispetto al mese precedente, risultando pari a 2.811,6 miliardi. L'incremento riflette la crescita delle disponibilità liquide del Tesoro (10,9 miliardi, a 40,3), il fabbisogno delle amministrazioni pubbliche (9,1 miliardi), nonché l'effetto degli scarti e dei premi all'emissione e al rimborso, della rivalutazione dei titoli indicizzati all'inflazione e della variazione dei tassi di cambio (1,8 miliardi).
IL DEBITO PUBBLICO NELL EUROZONA
Con riferimento alla ripartizione per sottosettori, la variazione del debito ha riguardato quasi interamente quello delle amministrazioni centrali, mentre il debito delle amministrazioni locali e degli enti di previdenza è rimasto sostanzialmente stabile. Ad aprile le entrate tributarie contabilizzate nel bilancio dello Stato sono state pari a 38,7 miliardi, in aumento del 13,4% (4,6 miliardi) rispetto al corrispondente mese del 2022. Nei primi quattro mesi del 2023 le entrate tributarie sono state pari a 152,9 miliardi, in aumento del 6,9% (9,8 miliardi) rispetto al corrispondente periodo dell'anno precedente.
OLTRE 10% DEL DEBITO PUBBLICO IN MANO A FAMIGLIE E IMPRESE
(ANSA) - ROMA, 15 GIU - Alla fine di aprile la quota del debito pubblico italiano detenuta dalla Banca d'Italia era pari al 25,8%, sostanzialmente invariata rispetto al mese precedente. Lo rende la stessa Bankitalia con i dati sull'andamento. A marzo (ultimo mese per cui questo dato è disponibile) la quota detenuta dai non residenti era pari al 26,3 per cento e quella degli altri residenti (ossia, soprattutto famiglie e imprese non finanziarie) al 10,7 per cento (a fronte rispettivamente del 26,6 e del 10,1 per cento del mese precedente). Ad aprile la vita media residua del debito è rimasta stabile a 7,7 anni.
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