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Carlotta Scozzari per Dagospia
Mediobanca smonta il salotto e i profitti salgono a bilancio. Questa mattina l'istituto di credito guidato da Alberto Nagel ha annunciato di avere archiviato il primo semestre dell'esercizio 2013-2014, su cui calerà il sipario il 30 giugno, con un utile netto di 304,7 milioni, meglio sia dell'analogo periodo dell'anno prima (123,8 milioni) sia delle attese degli analisti (185 milioni).
A dare la spinta maggiore al risultato sono stati i profitti legati alle cessioni delle azioni "disponibili per la vendita". Lo scorso giugno, nel presentare il nuovo piano industriale al 2016, Nego Nagel aveva annunciato la rivoluzione in Mediobanca, poiché tutti gli investimenti, compresi quelli storici nelle Generali e in Rcs, erano diventati monetizzabili in qualsiasi momento. Una mossa che aveva fatto rumore poiché aveva sancito l'addio definitivo ai salotti finanziari da parte di Piazzetta Cuccia.
Ebbene, nell'ultima semestrale, le cessioni di queste partecipazioni, pari a 512 milioni, hanno fruttato a bilancio 152,5 milioni di utili, quando l'anno scorso avevano portato perdite per 9,9 milioni. Le dismissioni hanno riguardato soprattutto le quote nella holding Gemina, da cui sono entrati profitti per 38,6 milioni, e nella catena di grandi magazzini statunitensi Saks, ma anche il gruppo editoriale Rcs, dove Mediobanca è da poco scesa all'11,7% e dove conta di uscire del tutto entro l'anno in corso.
L'istituto guidato da Nego Nagel, nel semestre, ha anche monetizzato il prestito soci Telco, che ha cambiato in azioni Telefonica (il gruppo di fatto primo socio di Telecom Italia) da poco cedute sul mercato. L'operazione ha fruttato a Mediobanca 67,2 milioni.
Il margine di intermediazione, che rappresenta i ricavi dell'attività bancaria, nel semestre al 31 dicembre è sceso da 916,3 a 875 milioni, mentre le rettifiche di valore nette sui crediti di difficile riscossione, la bestia nera delle banche italiane di questi tempi, sono cresciute da 232,8 a 302 milioni. A favorire la crescita degli utili anche le imposte sul reddito, che nella prima metà dell'esercizio in corso sono scese a 30,3 da 85,7 milioni.
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