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Guido Olimpio per Corriere.it
Dalle carte delle indagini una conferma di molti sospetti: Alexander Litvinenko era un agente triplo. Dopo aver lavorato per i servizi russi, aveva iniziato a cooperare con i britannici dell'MI6 e quelli spagnoli. Un rapporto continuato fino alla sua brutale eliminazione, nel 2006, con il polonio. Secondo informazioni diffuse da Sky News, Litvinenko veniva ricompensato con denaro versato sul conto che aveva in comune con la moglie.
Gli 007 occidentali erano interessati alle informazioni sull'attività dei russi in Europa, sul loro modus operandi e sui legami che tengono insieme il potere politico al crimine organizzato. Inoltre per l'intelligence c'era anche la necessità di vegliare sulla folta comunità di esuli che, lasciata la Russia, si è stabilita in Gran Bretagna.
INFORMAZIONI DA NASCONDERE - Sempre in base alle rivelazioni di Sky anche un altro personaggio dell'intrigo, Andrei Lugovoy, ha molto da nascondere. Scotland Yard lo ha accusato di essere coinvolto nell'uccisione di Litvinenko insieme a Dimitry Kovtun e per questo ha chiesto l'estradizione ai russi. In realtà Lugovoy giocava su molti tavoli. Ha collaborato all'omicidio dell'ex 007 ma, al tempo stesso, passava notizie sulla mafia russa e le sue connessioni moscovite. Insomma, un agente doppio o quasi.
L'attività di Litvinenko probabilmente era diventata troppo pericolosa per il Cremlino. L'agente sapeva molto e le sue dritte potevano a far emergere connessioni imbarazzanti. Così hanno deciso di avvelenarlo con il polonio nel novembre del 2006. In quei giorno il russo era nel pieno dei contatti con il suo referente dell'MI6, un funzionario identificato come «Martin». Resta da capire come mai i servizi occidentali non abbiano garantito la necessaria protezione ad una fonte così preziosa. La moglie di Litvinenko ha spesso accusato Londra di non aver fatto abbastanza per difenderlo.
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